parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 17/08/08

20 ª Domenica Tempo Ordinario /A
   

Letture: Isaia 56,1.6-7; Salmo 66; Romani 11,13-15.29-32; Matteo 15,21-28.

 

"Donna, davvero grande è la tua fede "

Dal Vangelo di Matteo capitolo 15, versetto da 21 a 28

21Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. 22Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». 24Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele».

25Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini».

27«È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

IL SIGNORE ASCOLTA CHIUNQUE A LUI SI RIVOLGE

I Vangeli, oltre la fuga in Egitto e il brano che ci viene proposto questa domenica, non narrano altri spostamenti di Gesù fuori della Palestina. Gesù, dunque, scrive Matteo, dalla regione della Galilea intorno al lago di Genezaret “si ritirò” verso le parti di Tiro e di Sidone (l’attuale Libano), antiche città fenicie, marinare e mercantili, ricche e floride, ma anche segnate da egoismi e ingiustizie soprattutto verso i poveri. Non a caso i profeti dell’Antico Testamento pronunciano diversi oracoli di sventura per tali città. Isaia si rivolge a Sidone e gli dice: “Vergognati!” (Is 23,4) e Ezechiele preannuncia a Tiro la sua distruzione per la superbia che l’anima (Ez 26,1-21; 27,1-36). Eppure il peccato di chi non accetta la predicazione di Gesù è stigmatizzato come molto più grande di quello compiuto da Tiro e Sidone. Queste infatti - dice Gesù - se avessero ricevuto la predicazione del Vangelo si sarebbero convertite. Riceveranno pertanto una migliore sorte nel giorno del giudizio: “Guai a te, Betsaida. Perché, se a Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, avvolte nel cilicio e nella cenere”.

Gesù si reca in questa regione e subito compare una donna; Matteo la indica come “cananea” (nel brano parallelo di Marco è detta “Sirofenicia”). È una donna pagana che si rivolge a Gesù. Certamente ha sentito parlare molto bene di questo giovane profeta e forse non vuole perdere l’occasione per un intervento prodigioso sulla figlia. Si avvicina a Gesù durante il cammino e invoca il suo aiuto. Sua figlia è “indemoniata” (era una situazione dolorosa di per sé ma che si aggravava anche per tutti i risvolti di vergogna sociale) e ne chiede a Gesù la guarigione. Potrebbe essere l’ultima occasione che le si presenta. Per questo non desiste dal gridare aiuto, anche di fronte all’atteggiamento indisponente di Gesù. L’evangelista nota: “ma egli non le rispose neppure una parola”. La donna insiste. La sua insistenza provoca l’intervento dei discepoli. Analogamente all’episodio della moltiplicazione dei pani, essi vorrebbero che Gesù la congedasse: “Accontentala e mandala via”, gli suggeriscono. Ma Gesù risponde dicendo che la sua missione è limitata ad Israele.

Quella donna per nulla fermata dall’esplicito diniego, prega una seconda volta e con parole essenziali, semplici, ma pesanti come è pesante il dramma della propria figlia: “Signore, aiutami” (sono le stesse parole di Pietro, mentre sta affondando nel lago). E Gesù incredibilmente, risponde con una inaudita durezza: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani!” Già nel discorso della montagna aveva detto una cosa analoga: “Non date le cose sante ai cani, non gettate le perle ai porci” (Mt 7,6). Con l’appellativo di “cani”, nella tradizione biblica, ripresa dai testi giudaici, si allude agli avversari, ai peccatori e ai popoli pagani idolatri.

Ma la donna sfrutta alla lettera proprio questa espressione di Gesù e gli dice (così possiamo tradurre la frase): “Ma certo Signore! Infatti anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro signori!” Anche i cani, gli esclusi, come il povero Lazzaro, si contentano, anzi si contenterebbero di briciole, se gliele gettassero. Questa donna pagana osa resistere a Gesù; in un certo modo ingaggia una lotta con lui. Si potrebbe dire che la sua fiducia in quel profeta è più grande della resistenza del profeta stesso. E per questo Gesù risponde, infine, con una espressione inusitata nei Vangeli: questa è “grande fede”, non “poca fede”. Lo stesso elogio Gesù lo fece al centurione, ed erano ambedue pagani. Ancora una volta il Vangelo ci propone l’essenzialità della fiducia in Dio che libera dall’angoscia di confidare solo in se stessi e negli uomini. La fede di questa donna convinse Gesù ad operare la guarigione. Scrive l’evangelista: “Allora Gesù le replicò: Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come tu desideri. E da quell’istante sua figlia fu guarita”. Ad una fede come questa neppure Dio può resistere.

Intenzioni di preghiera:

  • Signore, aiutaci a comprendere che la preghiera è la forza che ci comunica il tuo amore e non ci fa dimenticare degli altri.
  • Ti ringraziamo Signore, per il tuo amore paziente con cui sei vicino alla nostra vita. Perdona le nostre arroganze, la poca fede con cui tante volte ci avviciniamo a te. Signore, aiuta la nostra fede.
  • Ti preghiamo Signore per il nostro Papa Benedetto XVI, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa: sostienila con la forza del tuo Spirito perché manifesti al mondo il tuo amore e la tua pace.
  • Signore, tante volte di fronte alla violenza del male, non comprendiamo il tuo modo di agire in mezzo agli uomini. Vorremmo che tu intervenissi in modo immediato, anche duro alla maniera degli uomini. Aiutaci a comprendere che tu ti manifesti sempre nella dolcezza.
  • Ti preghiamo Signore per la fine di tutte le guerre, per la fine delle violenze che causano la morte di tanti innocenti. Aumenta Signore il numero di quelli che operano e camminano nella via della tua pace.
  • Ti preghiamo Signore per tutti quelli che soffrono, per le persone sole, per i malati, per chi è povero e dimenticato. Aiutaci ad essere pieni della tua umanità.