parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 13/01/08
Battesimo del Signore/A
   

Letture: Isaia 42,1-4.6-7; salmo 28; Atti 10,34-38; Matteo 3, 13-17


Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.

Dal Vangelo di Matteo capitolo 3, versetti da 13 a 17

13IGesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.

14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”.

15Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì.

16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.

17Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.

Gesu' si manifesta col gesto umile del battesimo

Gesù esce dal silenzio della vita a Nazaret

Riprendiamo il cammino dopo i giorni belli e santi del Natale, vogliamo continuare a seguire e a lasciarci coinvolgere nella storia iniziata dal bambino di Betlemme. Quel bambino è cresciuto nel silenzio di Nazaret fino all’età di trenta anni, quando ha lasciato la sua casa e i suoi parenti per manifestare agli uomini la sua identità rimasta nascosta.

Egli va incontro a Giovanni Battista, uomo di Dio, che sulle rive del Giordano invita gli uomini a cambiare vita perché l’atteso, colui che è mandato da Dio, sta per venire. L’immersione nelle acque del fiume Giordano esprimeva la volontà di purificarsi, di convertirsi, orientare la propria vita verso il Signore.

Gesù si manifesta nell’umiltà del gesto del battesimo

Giovanni è un uomo sobrio, attento alla voce del Signore, umile. E non pensava di incontrare nell’umiltà il Messia che doveva venire. “Annullò, abbassò se stesso – dice l’apostolo Paolo – prendendo natura di servo, diventando simile agli uomini, apparso in forma umana” (Filippesi 2,7).

La sorpresa, lo stupore di Giovanni è anche il nostro stupore, di fronte a questo inizio della vita pubblica di Gesù, la sua prima manifestazione pubblica. In realtà questo inizio è in continuità con l’inizio umile della nascita e con gli anni vissuti nel silenzio di Nazaret.

Ripensiamo al nostro battesimo ricevuto quando non eravamo nella condizione di comprendere quello che oggi possiamo ripensare e comprendere alla luce del battesimo di Gesù: scegliere di percorrere la via segnata e percorsa da lui.

La via che Dio ha tracciato per il suo Figlio

Nel seguire il cammino di Gesù, sin dagli inizi, noi conosciamo il percorso che Dio ha segnato per il suo Figlio, la strada che egli ha scelto per lui, per riconciliare gli uomini, per affrontare il male radicato nel nostro mondo.

Non grandi proclami nelle piazze, ma parole e gesti che fanno conoscere la bontà e la misericordia di Dio nostro padre. Giovanni vorrebbe rifiutarsi di compiere per Gesù il gesto di purificazione che gli uomini venivano a compiere da lui. Ma Gesù gli fa comprendere che questo rientra nel disegno che il Padre ha concepito per noi: “lascia fare – gli dice – poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”.

Fare sempre ciò che piace a Dio

Più volte gli interventi di Gesù riportati nei Vangeli ci fanno comprendere il senso di queste parole: “mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv. 4,34); “io faccio sempre ciò che gli piace” (Gv.8,29); “vi ho dato un esempio affinché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv. 13,15).

Questo mondo ha bisogno di cambiamenti; ne hanno bisogno quelli che subiscono ingiustizie, quelli che vivono nella povertà; ne hanno bisogno quelli che vivono nel benessere, che pur avendo tanti beni, non sono felici. Gesù vuole trasformare la nostra vita, rendere questo mondo più giusto; ma l’imposizione, i metodi violenti sono esclusi dalla sua azione.

Questo lo spiega molto chiaramente il profeta Isaia: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza, non verrà meno e non si abbatterà” (42, 1-4).

La rivoluzione interiore promossa dal Vangelo

La trasformazione del nostro mondo, della vita degli uomini può avvenire attraverso un lavoro lento di avvicinamento ai lontani, agli esclusi, frutto di una forza interiore di amore che trasforma e spinge ad agire. Il Signore viene a parlare al cuore degli uomini e tutti quelli che si lasciano coinvolgere da lui, ricevono la sua forza, quello dello Spirito di amore di Dio che fa operare per la giustizia, ma attraverso la via dell’amore.

Lo Spirito di amore che scende su Gesù mentre esce dall’acqua del Giordano è la forza con cui egli viene a operare in mezzo a noi. E la stessa forza viene comunicata ai discepoli di ogni tempo. La voce che viene dal cielo lo indica come colui che il Padre ci ha mandato perché lo accogliamo e riceviamo da lui la vita che fa rinascere. È una voce che non risuona nel chiasso e nella confusione delle tante voci; ma si sente nel silenzio della preghiera, della meditazione, stando in silenzio dinanzi al suo volto.

Abbiamo bisogno di comprendere ancora molte cose

Con molta umiltà anche Pietro che ha cominciato a seguire Gesù sin dall’inizio confessa che tante cose non le aveva ancora comprese, manifestazioni che egli giudicava come segni di debolezza, o esclusioni di persone che egli riteneva giuste: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga è a lui accetto” (Atti 10,34-35).

La nostra risposta avviene nella libertà di chi docile alla Parola che riceviamo, si lascia prendere per mano, si fa aiutare rifiutando la cultura individualistica tanto diffusa nei nostri paesi occidentali, scegliendo di vivere nella famiglia del Signore.

Le parole che il profeta scrive per indicare l’inviato di Dio sono anche per noi, se vogliamo essere partecipi in maniera concreta al sogno di Dio sugli uomini: “Io ti ho preso per mano, ti ho formato e stabilità come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre” (Isaia 42, 6-7).

Intenzioni di preghiera:

  • Ti ringraziamo o Signore per il dono del Battesimo che questa santa Liturgia ci ricorda e ti rendiamo grazie per averci accolti ed amati come figli. Fa che ogni giorno della nostra vita possiamo gioire del tuo amore per noi e come i cieli si sono aperti sul Giordano che ancora oggi si aprano sulla nostra vita e sulla vita del mondo.
  • Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa perché sia sempre capace di riconoscere ciò che lo Spirito opera nella storia e di annunciare la novità del tuo Vangelo.
  • Concedici, o Signore, di assumere con libertà e gioia la nostra condizione di discepoli tuoi, per mostrare ai nostri fratelli il tuo volto.
  • Al termine di questa settimana ti presentiamo o Signore le intenzioni che sono state affidate alla nostra preghiera: in particolare ti invochiamo per tutti malati, dona loro guarigione e salvezza.
  • O Signore noi ti preghiamo per la pace in ogni luogo dove non c’è pace. Veglia o Signore sul mondo intero.