parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 25/11/07
Festa di cristo Re dell'universo/C
   

Letture: 2Samuele 5,1-3; Salmo 121; Colossesi 1,12-20; Luca 23,35-43.


"In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso "

Dal Vangelo di Luca capitolo 23, versetti da 35 a 43

35In quel tempo il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”.

36Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: 37“Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. 38C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”.

40Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”.

42E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”.

43Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”.

un amore piu' forte del dolore e della morte

Il nostro tempo scandito dalla storia di Dio

Con questa trentaquattresima domenica si chiude l’anno liturgico. Esso non corrisponde all’anno civile perché segna e misura il tempo non secondo gli avvenimenti e le scadenze degli uomini, ma secondo la storia di Dio che entra nella storia degli uomini. E Dio entra nella nostra storia per cambiarla, per liberarci “dal potere delle tenebre” e “trasferirci nel regno del Figlio suo diletto”.

La liturgia di quest’ultima domenica ci fa contemplare Gesù nostro re e re di tutti gli uomini. Ma la pagina del Vangelo di oggi, che è come una foto che ci viene messa innanzi, è sconvolgente: Gesù condannato a morte e appeso alla croce, in mezzo a due delinquenti, mentre il popolo sta a guardare, alcuni capi lo insultano e tanti gli gridano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!”. Ma in questo quadro c’è qualcosa di imprevisto e molto bello su cui fermarci.

L’amore di Gesù è sconvolgente

Scrive san Giovanni Crisostomo in una sua omelia (De cruce et latrone,2): “in un giorno e in un’ora come quella della sua passione, egli aprì il paradiso e vi introdusse un ladro, nella casa che diventa casa di tutto il genere umano. Noi possiamo capire chi è il Signore, anche mentre sta sulla croce: insultato e coperto di sputi, riesce a cambiare l’animo di un ladro. Nessun re condurrebbe mai con sé in città un ladro o un servo. L’ha fatto Cristo, tornando nella sua patria”.

Come può essere re uno condannato a morte e messo in croce? Anche Pilato, il governatore che rappresentava in Palestina l’imperatore romano, quando si vede Gesù dinanzi, pieno di ferite e con le mani legate, gli chiede: “Tu sei re?”, e Gesù risponde: “Io sono re, ma il mio regno non è di questo mondo” (cfr. Gv.18,33-37). Gesù ci ha manifestato quanto e come Dio, il Padre suo, ci ha amati e ci ama; scrive l’evangelista Giovanni: “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv.13,1). Non a caso qui egli usa un verbo particolare per dire “amare” - avgapa,w (agapao) -, per farci comprendere che il modo di amare di Dio è altro dal nostro, un amore gratuito che continua anche mentre noi lo tradiamo, che non esclude nessuno, che arriva ad amare anche i nemici.

In un quadro di violenza splende forte l’amore

La pagina del vangelo di oggi ci presenta un quadro di violenza; ma in questo quadro di violenza l’amore permane, opera e si manifesta. Come non pensare alle tante manifestazioni di violenza nelle nostre città, contro i rom, contro gli stranieri, contro i più deboli? E come non pensare all’immagine di pace, di incontro sereno e gioioso della preghiera per la pace nella nostra città? Una immagine di uomini provenienti dai quattro angoli del mondo, sogno vero di una umanità riconciliata e pacificata.

Il nostro incontro con i più poveri, facendoci loro vicini, guardando i loro volti, a volte stando loro accanto in silenzio, altre volte compiendo piccoli gesti di aiuto e di affetto, ci aiutano ad entrare nel regno di amore e di pace che si è manifestato in Cristo Gesù. E la comunità ci ha presi per mano e con pazienza - in mezzo a nostre resistenze e incomprensioni - ci ha introdotti nella conoscenza e nella vita di questo regno di amore e di pace; un regno che nasce e cresce in mezzo agli uomini per mezzo di tutti quelli che si lasciano attrarre e contagiare da questo amore.

Ringraziamo con gioia il Signore

L’apostolo Paolo ci invita a ringraziare il Signore per la vita nuova e bella che ci ha fatto conoscere e ci fa vivere, consapevoli del dono grande che ci è stato fatto: “ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto” (Col.1,12-13).

Non possiamo e non vogliamo tenere per noi la Parola che ci ha nutriti e ci nutre, che ha cambiato e continua a cambiare la nostra vita; i sentimenti nuovi che il Signore ha messo nel nostro cuore, l’amicizia e l’amore con tanti che non avremmo mai immaginato di incontrare e conoscere da vicino. A noi il Signore non ha messo fra le mani una sola mina o un solo talento – come dice la parabola - ma tanti talenti, tanti doni: non possiamo tenerli riposti nel nostro cuore o nasconderli agli occhi degli altri, ma impiegarli con intelligenza, comunicando con gioia, in maniera larga, quello che il Signore ci ha fatto conoscere.

Comunicare con gioia la vita che viene dal Signore

“Il popolo stava a guardare” – scrive l’evangelista Luca – ma noi impariamo dal Signore un altro modo di guardare, non quello distaccato, da osservatori che non si coinvolgono, non si immischiano; al contrario si coinvolgono, si lasciano toccare il cuore e comunicano e agiscono spinti dall’amore che è stato riversato nei nostri cuori.

Dinanzi al Signore che parla e agisce con amore anche nell’ora dura della croce, noi ripetiamo a lui le parole rivolte dal popolo al re Davide: “Ecco, noi ci consideriamo come tue ossa e tua carne”. E con le parole della Sapienza con forza diciamo (cfr. Sap.15,2): Sì, o Signore, noi siamo tuoi; anche se deboli e peccatori noi siamo tuoi, a te apparteniamo, con te vogliamo crescere, con te vogliamo vivere, con te vogliamo pregare e operare per il tuo sogno di un mondo di pace.

“Tu ci hai messo in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce” (Col.1,12) e noi vogliamo essere luci di pace, operando con pazienza e tenacia per la riconciliazione degli uomini e dei popoli.

  • Intenzioni di preghiera:

  • Ti ringraziamo o Signore, Re dell’ universo, per averci nutrito lungo quest’anno della tua Parola. Tu che ti sei mostrato a noi crocifisso, povero esofferente e ci hai insegnato a non salvare noi stessi ma a cercare la vita nell’amore, nella pace, nel perdono, rendici capaci di testimoniarti come colui che è venuto nel mondo non per essere servito ma per servire.
  • O Signore che hai esaudito la preghiera del buon ladrone ascolta l’invocazione che sale da questi tuoi figli: perdonaci, liberaci dal male, donaci la tua salvezza.
  • Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la santa Chiesa, perché cresca nell’amore e annunci al mondo il tuo regno di pace.
  • (un bambino) Gesù, questa settimana abbiamo conosciuto la storia di Giuseppe. Anche in mezzo alle cattiverie, ai tradimenti, Giuseppe ha continuato a credere in te e a pregare. E tu non ti sei mai dimenticato di lui. Aiuta me e i miei compagni a pregare sempre, per comportarmi come Giuseppe.
  • (un adolescente) Gesù, noi viviamo i mesi della scuola, delle vacanze, delle feste. Tu vuoi cambiare i tempi della nostra vita e renderli più belli con la tua presenza e la tua storia. Aiutaci a far entrare la tua storia di amore nella nostra vita perché sia bella e aperta a tutti.
  • O Signore ti preghiamo: accogli le invocazioni che lungo questa settimana sono state a noi affidate, in particolare ti preghiamo allontana lo spettro della guerra e dona al mondo la pace. Tu che sei Signore della storia, rinnova tutta l’umanità nella giustizia e nella pace.
  • Cristo Gesù, re degli uomini e delle donne di ogni tempo, custodisci nel tuo amore tutti i nostri fratelli lontani, che ti hanno incontrato e riconosciuto come Signore della loro vita. Proteggi tutta la nostra Comunità, perché cammini con fiducia verso il tuo Regno e comunichi con gioia il Vangelo.