parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 07/10/07
domenica 27ª Tempo Ordinario /C
   

Letture: Abacuc 1, 2-3; 2, 2-4; Salmo 94; 2ªTimoteo, 1, 6-8.13-14; Luca 17, 5-10.


"Aumenta la nostra fede"

Dal Vangelo di Luca capitolo 17, versetti da 5 a 10

5Gli apostoli dissero al Signore: 6“Aumenta la nostra fede!”. Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?

8Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? 9Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?

10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.

gli umili non sono timidi, ma forti
di amore e di saggezza che viene da dio

I cristiani di fronte al male

Sentiamo molto attuali le parole di questo dialogo tra il profeta Abacuc e Dio, scritte circa 600 anni prima della venuta di Gesù: “Ho davanti rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese” (Ab. 1,3). Conosciamo quanto facilmente noi stessi siamo inclini alle liti, alle contese; quanto gli uomini fanno fatica a vivere in pace e a rispettarsi gli uni gli altri; in tante terre non c’è pace ma guerra che semina ogni giorno terrore e violenza.

I cristiani, coloro che seguono il Signore Gesù, anche se si riconoscono persone piccole e deboli di fronte a tanti problemi e bisogni, devono sapere di avere ricevuto da Dio un dono che non ci fa soccombere, non ci fa essere spettatori rassegnati, ma ci dà sapienza e forza per agire.

Chi ha fede può compiere miracoli

“Ti ricordo – scrive Paolo al suo discepolo Timoteo – di ravvivare il dono di Dio che è in te … Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza”. Con questa forza i credenti sono un lievito, un lievito di amore che penetra nelle pieghe di questo mondo, nei cuori induriti e li scioglie dalla loro durezza, che avvicina gli uomini e apre loro una via di pace.

Il nostro scetticismo deriva dalla mancanza di fede, dal nostro atteggiamento dinanzi a Dio simile a quello del fariseo che rivendicava i suoi meriti per le opere che aveva compiuto. Spesso anche noi accampiamo diritti dinanzi a Dio o nei confronti dei nostri fratelli nella comunità del Signore.

L’umile viene invaso dalla forza di amore di Dio

Dinanzi al Signore Gesù che – come scrive Paolo (Fil.2,7) – “spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo”, impariamo da lui a vivere con il suo stesso spirito di obbedienza, accogliendo le parole che in maniera accorata ha rivolto ai suoi discepoli, mentre erano impegnati in una discussione animata su chi fosse il più importante fra di loro (Mt. 20,25-28): “I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”.

“Signore, aumenta la nostra fede!” – chiedono gli apostoli a Gesù. Ma la fede non è qualcosa che si mette sul piatto di una bilancia per pesarla, è un atteggiamento del cuore di chi si riconosce umile servo dinanzi al Signore, così che egli possa agire in noi, riversando la forza del suo Spirito.

Dio agisce per mezzo degli umili

Solo gli umili sono in condizione di aprirsi a questa forza che viene da Lui. Il Signore è il Dio degli umili, egli “guarda verso l'umile ma al superbo volge lo sguardo da lontano” – dice il salmo (138,6); è davanti a questo Dio che Gesù ci vuole mettere rivolgendoci la parabola del padrone e del suo servitore.

L’umile permette al Signore di agire per mezzo nostro con la forza del suo amore. E la fede dell’umile diventa una forza capace di trasportare un albero nel mare – pensiamo alla forza delle alluvioni che sradicano gli alberi e li trascinano fino al mare.

Perché “la preghiera dell’umile penetra le nubi” (Siracide 35,17); per questo egli non è timido dinanzi agli uomini, lo Spirito che riceve dall’alto è “una forza di amore e di saggezza”. Il Signore che ama gli uomini e vuole salvarli, può tutto con coloro che si riconoscono davanti a lui come dei servi inutili, mentre non può nulla con coloro che sono pieni di se stessi e avanzano diritti dinanzi a Dio.

La Parola di Dio penetri in noi e ci trasformi

Gli uomini di fede non sono impotenti di fronte al male, alle divisioni, alle contese; la forza di Dio che opera in loro rende possibile ciò che agli uomini appare impossibile. Niente è impossibile a chi ha fede. Non c’è bisogno di una fede enorme per spostare un albero, cioè per compiere cose grandi; una fede molto piccola – come un granello di senapa – è già efficace, purché sia una fede autentica. Chi si fida totalmente di Dio, permette a Dio di manifestare la sua potenza.

Coloro che hanno cominciato a vivere il Vangelo, ad affidarsi alla forza di amore che da esso scaturisce, già sperimentano quello che il Signore ci ha annunciato. Infatti “la parola di Dio è viva, efficace” se lasciamo che essa penetri nel profondo della nostra anima e del nostro spirito, che scruti i sentimenti e i pensieri del nostro cuore e li trasformi radicalmente (cfr. Ebrei 4,12).

  • Intenzioni di preghiera:

  • O Signore ascolta la preghiera di questi tuoi figli che oggi chiami a partecipare alla tua mensa: donaci di vivere sempre la gioiosa fatica di servire il tuo Vangelo con umiltà e coraggio, affidandoci sempre a te e al tuo disegno di salvezza. Signore accresci la nostra fede!
  • O Signore noi ti preghiamo per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa perché sempre con spirito d’amore e di saggezza custodisca e trasmetta il buon deposito della fede.
  • O Signore noi ti ringraziamo per il dono della fede che abbiamo ricevuto dalle generazioni cristiane che ci hanno preceduto e particolarmente per la testimonianza sempre viva di San Francesco che questa settimana abbiamo ricordato. Aiutaci ad esserne degni.
  • O Signore ascolta questa sera le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate alla nostra preghiera: noi, ad una sola voce ti chiediamo di disarmare i disegni dei violenti. Fa risorgere il mondo intero perché l’odio, la violenza, il terrorismo, la guerra non incombano più sul suo destino.
  • O Signore che davanti al male del mondo ci inviti nella fede a non smettere mai di sperare e di attendere la tua pace, concedici di custodire con saggezza il dono della pace e fa’ che essa arrivi presto dove ancora c’è la guerra.