parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 30/09/07
domenica 26ª Tempo Ordinario /C
   

Letture: Amos 6,1.4-7; Salmo 145; 1 Timoteo 6,11-16; Luca 16,19-31.


"Se non ascoltano Mosè e i Profeti,
neanche se uno resuscitasse dai morti saranno persuasi "

Dal Vangelo di Luca capitolo 16, versetti da 19 a 31

19C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. 20Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.

22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.

25Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.

27E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento.

29Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. 30E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. 31Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi.

chi segue il signore, si fa vicino ai poveri

Lasciamoci istruire dal Signore

Siamo grati al Signore perché il nostro incontro con Lui nella santa liturgia è sempre un momento di intimità con lui, è la sua famiglia che si incontra con Lui e da Lui si lascia istruire. Egli parla al nostro cuore; se noi accogliamo quanto ci comunica, la nostra vita non rimane uguale, guardiamo il mondo attorno a noi con occhi e sentimenti diversi e ci comportiamo di conseguenza.

I poveri accanto a noi

Questo racconto del Vangelo di oggi ci mette dinanzi ad una situazione molto comune anche oggi: ci sono quelli che vivono nell’abbondanza e accanto a loro, molto vicino a loro, ci sono quelli che vivono di stenti. E si passa accanto a queste persone senza fermarsi, come se non li si vedesse, anche se stanno accanto alla nostra porta.

Molti dicono che questa è una realtà che c’è stata sempre, altri per giustificarsi dicono che chi è povero ha le sue colpe per trovarsi in quella situazione. Ma sappiamo quanto queste affermazioni siano false e ingiuste.

Ebbene, Gesù ci vuole comunicare che Dio predilige proprio quelli che il mondo disprezza, dimentica, trascura. E chi vuole vivere da cristiano, camminare col Signore, non può ignorare i poveri, ma è chiamato a dare almeno del suo superfluo a chi manca del necessario.

Del povero ci viene detto il nome, del ricco no

Nel racconto evangelico, Gesù ci ha taciuto il nome del ricco e ci ha detto il nome del povero. Eppure il nome del ricco andava di bocca in bocca, era conosciuto, ma Dio lo ha taciuto; il nome del povero era, invece, ignorato, passava sotto silenzio, ma Dio ce lo ha rivelato: “C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso … un mendicante di nome Lazzaro giaceva alla sua porta, coperto di piaghe”.

Il Vangelo mette al primo posto coloro che il mondo manda indietro. Gesù stesso in un altro passo del Vangelo (Matteo 25,31-46) si identifica con i poveri e ci dice che tutto quello che compiamo verso chi è affamato, assetato, straniero, nudo, malato, carcerato, lo abbiamo fatto a Lui stesso. Per Gesù i poveri sono i “miei fratelli più piccoli”.

Tante esperienze di questo vangelo vissuto

Anche oggi c’è un mondo ricco che è avaro nei confronti di un’altra parte del mondo molto povero: questo avviene nel rapporto fra il Nord e il Sud del mondo, come anche all’interno delle nostre città. Ma abbiamo in ogni parte del mondo e anche vicino a noi tante esperienze di vicinanza ai poveri, di amicizia con loro, di aiuto fraterno.

Sono esperienze che ci dicono in maniera chiara che tutti possono farsi vicino a chi è povero; ci sono tanti modi per fermarsi, aiutare, consolare: un piccolo aiuto materiale, un saluto, una visita, un gesto di amicizia.

Non possiamo vivere solo per noi stessi, dimentichi degli altri

L’immagine di quel ricco che banchettava lautamente è l’immagine di chi vive solo per se stesso, per soddisfare i suoi desideri, dimentico degli altri che vivono accanto a lui. È una immagine di una vita disumana, ingiusta nei confronti di chi non ha nulla.

Tutti dobbiamo morire. E infatti muore il povero Lazzaro e muore anche il ricco. Ma la vita non finisce con la morte. E Lazzaro nel seno di Abramo, accanto a Dio, mentre il ricco è in mezzo ai tormenti dell’inferno, ci dicono che c’è un legame stretto fra come abbiamo vissuto sulla terra e quello che avviene dopo.

La ricchezza usata per farsi amici dei poveri

La ricchezza non è qualcosa di cattivo in sé, ma l’uso che se ne fa può essere condannato quando si vive nella cupidigia di avere sempre di più si è avaro nell’aiutare gli altri che sono nel bisogno. Nella pagina evangelica di domenica scorsa Gesù ci esortava: “procuratevi amici con la disonesta ricchezza perché, quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne” (Luca 16,9). È “disonesta ricchezza” perché è distribuita in maniera ingiusta, fra chi ha troppo e chi ha troppo poco o nemmeno il necessario.

A volte il tuo superfluo può significare il necessario per chi è povero. E non si tratta solo di un po’ di elemosina. Il superfluo può indicare anche un’ora della tua settimana dedicata ad una persona sola, malata, anziana, senza nessuno; può essere anche il fermarti accanto ad uno che vive per strada e scambiare una parola con lui.

Apriamo il cuore alla parola del Vangelo

Il Vangelo dice che il povero Lazzaro, “coperto di piaghe, era bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco”; insomma le briciole di quella ricca mensa potevano essere qualcosa di importante e vitale per il povero Lazzaro. Ma nemmeno queste gli vengono date. Perché il cuore di quel ricco era chiuso, era avaro, pensava solo a sé.

Lasciamo che queste parole del Signore giungano al cuore, sciolgano la durezza del nostro cuore e ci aprano, ci avvicinino, ci facciano fermare accanto a chi invoca aiuto.

Intenzioni di preghiera:

  • Ti ringraziamo o Signore per il dono della tua Parola che ci richiama ogni giorno a non vivere indifferenti alla sofferenza di tanti uomini. Concedici di accogliere il tuo Vangelo che salva, con fede e prontamente.
  • Ti preghiamo o Signore aiuta ciascuno di noi a non dimenticare il povero Lazzaro che bussa oggi alla nostra porta perché ogni povero abbia un amico che lo consoli, che lo aiuti, che si ricordi che almeno una briciola del suo pane è per lui.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa perché sappia essere chiesa di tutti ma particolarmente dei poveri.
  • Accogli, o Signore, le invocazioni che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera. Tu che chiami per nome i tuoi poveri e ascolti il lamento di ogni uomo, asciuga le lacrime dei soli, degli ammalati, dei prigionieri, dei condannati a morte.
  • O Signore ad una sola voce noi ti invochiamo per il futuro del mondo, perché siano colmati gli abissi di odio, di violenza, di ingiustizia che separano i popoli e ti preghiamo per la Birmania che vive ore drammatiche.