parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 16/09/07
domenica 24ª Tempo Ordinario /C
   

Letture: Esodo 32, 7-11.13-14; Salmo 50; 1 Timoteo 1, 12-17; Luca 15, 1-32.


"Padre, ho peccato contro il cielo
e contro di te "

Dal Vangelo di Luca capitolo 15, versetti da 1 a 32

1Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”. 3Allora egli disse loro questa parabola:

4“Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? 5Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, 6va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. 7Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

8O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. 10Così, vi dico, c`è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”.

11Disse ancora: “Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.

14Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.

17Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.

21Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. 23Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.

25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.

31Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

Entriamo nella corrente di amore di Dio che unisce

Vivere ciascuno per sé non fa bene a nessuno

Facciamo fatica ad alzare lo sguardo da noi stessi e guardare quello che avviene nella nostra città, con lo sforzo di comprenderlo, nella nostra società, nel mondo occidentale. Non riusciamo nemmeno ad immaginare le condizioni di vita enormemente diverse che tanti paesi, con milioni di abitanti, vivono nel Sud del mondo, specialmente in Africa.

Ma questo vivere ripiegati su noi stessi, pensando solo alle nostre cose, produce conseguenze anche vicino a noi – nel quartiere, nella strada in cui abitiamo, nel nostro stesso palazzo - che non ci fanno vivere bene. La logica dell’ognuno per sé porta a vedere nell’altro un possibile antagonista, provoca isolamento dagli altri, diffidenza.

C’è una casa comune preparata dal Signore

Facciamo fatica a vedere una casa comune dove ci sia un posto per tutti, dove si possa vivere in pace, uniti, in armonia. Diciamo che questa è un’utopia, un sogno impossibile. Ma intanto il mondo così com’è non ci piace. Ci lamentiamo ma siamo rassegnati sul nostro futuro.

La santa liturgia, che ci raccoglie insieme la domenica, nella casa del Signore è già un segno concreto di una realtà diversa che si può vivere. Anzi è più che un segno, è già un fatto concreto. E dal Signore apprendiamo il suo sogno sulla nostra vita, sugli uomini, il suo comportamento nei nostri confronti.

La religione cristiana non consiste in delle cerimonie a cui si assiste, in dei riti di alcuni momenti della nostra vita; Gesù ci comunica la sua stessa vita, ci mette in condizione di fare le nostre scelte assieme a lui.

Le divisioni degli uomini percorrono la storia

Le divisioni nella società, la tendenza ad isolarsi dagli altri, ritenendosi migliori, non è qualcosa di oggi; la troviamo in ogni epoca della storia. Il Vangelo di oggi ci dice che anche nel mondo ebraico dei tempi di Gesù c’erano da una parte i farisei e gli scribi – persone credenti in Dio che si ritenevano migliori degli altri – dall’altra i pubblicani e i peccatori, gente disprezzata e da cui ci si teneva alla larga. In modi diversi anche oggi vediamo queste separazioni, questo disprezzo nei confronti di chi è diverso da noi, da cui si vuole stare lontani.

Il comportamento di Gesù rompe questo isolamento e queste divisioni: “si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano:”Costui riceve i peccatori e mangia con loro”. Il Signore ci comunica così, nei comportamenti del suo Figlio, il sogno per tutti gli uomini: fare di noi una sola famiglia, perché c’è bisogno di accogliere l’altro, di perdonare per sanare le ferite della divisione.

Il comportamento del figlio minore della parabola

Ma noi facilmente ci comportiamo come il figlio minore della parabola raccontata da Gesù: preferiamo prenderci la nostra parte di eredità e andare via, lontano dalla casa del Padre. Ma chi vive lontano dal Padre presto vede esaurirsi quello che si era preso, ed avviene a noi quello che Gesù dice con l’immagine della vite e dei tralci: “Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me” (Gv.15,4).

Pensate che cosa significava per un ebreo che non mangia carne di maiale e nemmeno li alleva, finire a fare la guardia ai porci e arrivare a desiderare le carrube che si davanoloro. Vivere per conto proprio, allontanandosi dalla casa del Padre, non ci apre ad un bel futuro. E così finiamo col desiderare un po’ di considerazione, che qualcuno si accorga di noi, si interessi a noi. Ma facilmente troviamo che gli altri, poiché pensano solo a se stessi, nemmeno loro si accorgono di noi.

Abbiamo una casa e un Padre che ci attende

La liturgia ci indica la casa verso cui tornare, perché quel Padre aspetta solo un gesto da parte nostra, ed è lui a correrci incontro. Ed è per noi la festa, la resurrezione: ricevere la veste bella e i calzari ai piedi, sono segni dell’essere diventati persone libere dai condizionamenti e schiavitù di questo mondo, essere diventati donne e uomini liberi. E non riceviamo un capretto, come reclama il figlio maggiore (nel racconto della parabola), ma Gesù stesso è il vitello grasso che offre la sua vita per noi.

Il comportamento del figlio maggiore ci dice che si può stare nella casa del Signore nell’abitudine, senza comprendere l’amore di quel Padre, perché prigionieri dei propri risentimenti e piccoli calcoli. Ma anche verso di lui il Padre esce e gli va incontro. Le rabbie che si portava dentro, i silenzi in cui rimuginava i presunti torti ricevuti, i riconoscimenti non ricevuti, non lo rendono capace di chiamare quel figlio “suo fratello” e di gioire assieme al Padre per il suo ritorno.

Siamo tutti chiamati a scoprire la bontà, la misericordia, la tenerezza del Signore verso di noi, a fare esperienza del suo amore gratuito e giungere a rendere grazie al Signore - come fa l’apostolo Paolo scrivendo al suo discepolo Timoteo – consapevole di essere stato liberato da una vita violenta, senza un futuro: “io per l’innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore, un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù” (1Tim.1, 13-14).
  • Intenzioni di preghiera:

  • O Signore noi ti ringraziamo perché, anche se peccatori, la nostra vita è stata abbracciata e trasformata dalla tua grazia: insegnaci, con cuore grato, a prendere parte alla tua gioia nel perdonare e a non ostacolare mai la tua bontà con i nostri pregiudizi e il nostro orgoglio.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa perché non manchi mai di testimoniare al mondo la strada impegnativa del perdono e della misericordia.
  • O Signore ricco di misericordia e di perdono, tu che non vuoi la morte del peccatore ma che si converta e viva, donaci con il tuo perdono un cuore nuovo, ricco di amore verso tutti.
  • Accogli o Signore le invocazioni che questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera: tu che ascolti il lamento di ogni uomo che soffre e non resti indifferente al dolore e al pianto, asciuga le lacrime dei poveri, dei piccoli, dei soli, degli ammalati, dei prigionieri.
  • O Signore, noi ti invochiamo ad una sola voce per il futuro del mondo, per la pace tra i popoli, per la solidarietà tra le genti.