parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 12/08/07
domenica 19ª Tempo Ordinario /C
   

Letture : Sapienza 18,3.6-9; Salmo 32; Ebrei 11,1-2.8-19; Luca 12,32-48.


"Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno"

Dal Vangelo di Luca capitolo 12,versetti da 32 a 48

32Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.

33Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. 34Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

35Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.

38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
39Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate».

41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
42Il Signore rispose: «Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.

45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

Vivere guidati dal fuoco della parola,
che ci accompagna

Il nostro cammino in questo grande mondo

Ognuno di noi, dalla nascita e per tutto il tempo della sua vita terrena, è come uno che compie un viaggio di cui gli sono sconosciute le tappe e il tempo dell’arrivo. Di più, nel nostro mondo di oggi, con tante voci provenienti dai luoghi più diversi, con tanti messaggi spesso contrastanti, in un mondo in cui è possibile conoscere quello che avviene nelle altre parti del globo, è ancora più facile sentirsi spaesati, confusi.

Ma per noi cristiani, la vita può essere diversa, noi possiamo vivere, avendo una bussola. Il Signore guida e accompagna il suo popolo, quali che siano le circostanze in cui si trova a vivere. Come fu per il popolo ebraico, nel tempo dell’uscita dall’Egitto e del suo pellegrinaggio nel deserto, in cammino verso la terra promessa.

Il Signore cammina innanzi a noi

Dice il libro dell’Esodo (13,21): “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte”. Sappiamo che chi ascolta la Parola di Dio e vive per essa, Dio è con lui e cammina con lui.

Per questo Gesù nel Vangelo ci dice: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno”. Se noi siamo con lui, se camminiamo assieme come popolo di Dio, con lui, non abbiamo da temere. Piuttosto siamo chiamati a vivere sempre pronti a seguire quanto il Signore ci fa conoscere, ad accoglierlo con prontezza quando si manifesta a noi attraverso i vari segni che egli ci mette innanzi.

C’è un mondo attorno a noi che non possiamo ignorare

Viviamo un tempo di grandi movimenti di persone, da un continente all’altro; viviamo la ricerca di identità da parte di tanti che si sono sentiti calpestati e umiliati nel tempo passato; sappiamo che quei beni che per noi sono cose che normalmente abbiamo – una casa fatta in pietra, l’acqua potabile, telefoni e automobile, televisione e computer, e tante altre cose – per centinaia di milioni di persone non è così: queste cose non ce l’hanno. Sono milioni di persone che vivono nel continente africano, da cui tanti partono per venire a vivere da noi; sono quelli che vivono nel grande continente asiatico, in India, in condizioni di grande povertà.

Di fronte a tutto questo noi cristiani siamo chiamati a non vivere ignorando questa realtà tanto diversa in cui molti nostri simili vivono. Non possiamo essere come quegli amministratori di cui ci parla Gesù nel Vangelo, che invece di prendersi cura degli altri, usando saggiamente quello che avevano ricevuto, pensavano solo “a mangiare, a bere e a ubriacarsi”.

Dice il Vangelo: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”; a noi che viviamo in Occidente, molto ci è stato dato, molto ci è stato affidato. Pensiamo alla possibilità che noi abbiamo di curarci, di poter comprare le medicine, di poter andare a scuola da piccoli, di poter istruire i nostri figli sin dalla tenera età.

Vivere accumulando beni che si acquistano vivendo il Vangelo

E poi la possibilità di ascoltare il Signore che ci parla attraverso il Vangelo, che ci riunisce nella santa liturgia, che ci chiama ad accumulare non tanto beni terreni, quanto beni che i ladri non possono rubare: l’amore che ci apre agli altri, l’accoglienza verso quelli che vengono da lontano, l’apertura alle voci del mondo, l’amicizia e la vicinanza concreta specialmente ai poveri.

La fede di Abramo di cui ci parla la lettera agli Ebrei, è la fede di un uomo che ascolta il Signore partendo per un luogo che non conosceva. Anche oggi il Signore ci parla di un cammino incontro agli altri; di attendere il domani operando per un mondo dove tanti poveri vengano risollevati, tante nazioni possano risorgere dalla loro miseria. Siamo chiamati ad operare nella fede per “una città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso”.

Dice Gesù: chi rimane in me, porterà molto frutto

Anche se ci sentiamo in pochi di fronte al vasto mondo, piccoli di fronte ai grandi problemi del nostro tempo, non dobbiamo temere, perché camminiamo col Signore che è nostra luce sul cammino. Abramo, per la sua fede fatta di ascolto umile e docile, è stato il padre di una numerosa discendenza, quella del popolo di Dio al quale anche noi apparteniamo. Pur essendo già anziano, da lui “nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia del mare”.

Chi ha fede non solo accoglie e crede in queste parole, ma spende ogni giorno la sua vita accumulando quei beni che il Signore dona a quelli che ripongono la sua fiducia in lui. Chi ama la parola di Dio e la vive acquista i beni di amore che vengono da Dio e li investe intorno a lui.

Intenzioni di preghiera:

  • Ti preghiamo Signore, perché di fronte ai grandi problemi del mondo di oggi, non viviamo spaventati o rinchiusi, ma forti della fede nella tua Parola, operiamo ogni giorno per accoglierti in quelli che soffrono e chiedono aiuto.
  • O Signore, aiutaci a spendere i beni che abbiamo ricevuto e che tu ci hai affidati, per rendere più giusta la nostra società, più umana e fraterna; fa’ che il nostro amore vicendevole sia come una luce che rischiara la vita di tanti.
  • Ti preghiamo Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché sappiano essere luce nel cammino degli uomini del nostro tempo.
  • Ti preghiamo Signore, accogli le invocazioni che salgono a te da ogni luogo, dove si soffre, dove si attende l’alba di un giorno migliore; ti preghiamo specialmente per i bambini dell’Africa che non possono ancora curare e per tutti quelli che aspettano la fine della guerra nel loro paese.
  • Aiuta Signore noi cristiani ad essere un segno di unione e di amore fraterno, che possa essere di aiuto per i tanti che vivono nella divisione e nello scontro. Rendici strumenti e operatori di comunione e di pace.