parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 29/07/07
domenica 17ª Tempo Ordinario /C
   
Letture: Genesi 18, 20-21. 23-32; Salmo 137; Colossesi 2, 12-14; Luca 11, 1-13


"Padre sia santificato il tuo nome"

Dal Vangelo di Luca capitolo 11,versetti da 1 a 13

1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».

2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».

5Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.

9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.

11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?

13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

chi È amico di dio, È anche amico degli uomini

La radice della nostra fede

Più volte i vangeli ci parlano di Gesù che si ritira a pregare. Spesso lo fa recandosi in luoghi solitari, lontano dai rumori, per potersi raccogliere; a volte lo fa al termine della giornata, altre volte passa tutta la notte in preghiera, oppure si alza molto presto al mattino per avere uno spazio tranquillo per la preghiera.

C’è una domanda che vogliamo farci subito dinanzi alla preghiera di Gesù: può un cristiano vivere senza pregare? E anche chi non è cristiano può fare a meno di alzare gli occhi da questa terra per rivolgerli verso il cielo?

Come il cibo è necessario per il nostro corpo, così la preghiera è necessaria per il nutrimento del nostro spirito. Chi prega diventa migliore perché entra in contatto con Dio; e la preghiera suscita energie di bene che aiutano gli uomini ad essere migliori. Abbiamo bisogno della preghiera come un pane spirituale, quotidiano.

La forza della preghiera

Ma come pregare? La risposta che Gesù dà ai discepoli, quando uno di loro esplicitamente gli chiede “Signore insegnaci a pregare, come anche Giovanni (Battista) ha insegnato ai suoi discepoli” – è una risposta che è diventata la preghiera di tutti i cristiani, il “Padre nostro”. I Vangeli ci hanno tramandato questa preghiera in due forme: una più breve con cinque domande – quella riportata da Luca nel vangelo di oggi – e una più lunga, con sette domande riportata da Matteo nel suo Vangelo – ed è quella che normalmente usiamo nella preghiera comune e in quella personale.

Ma questa preghiera non basta recitarla, occorre che facciamo nostre e viviamo le richieste che avanziamo. Non possiamo dire “Padre, sia santificato il tuo nome” e poi poco ci preoccupiamo di aiutare gli uomini a rivolgersi a Dio; dire “venga il tuo regno” e poi non lavorare per comunicare il Vangelo agli uomini del nostro tempo.

Possiamo e dobbiamo chiedere “dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano” e comprendere che tutto ci viene da Dio, anche se ciascuno deve non attenderlo passivamente ma lavorare e collaborare personalmente. Spesso l’uomo moderno si pensa autosufficiente, si sente lui l’artefice e il produttore di tutto. L’invocazione “dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano” ci riporta a quel rapporto filiale che facilmente dimentichiamo.

Quando diciamo “perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore”, siamo portati a prendere coscienza del nostro peccato, dei nostri errori; e il chiedere perdono al Signore indica da parte nostra il fare altrettanto verso quelli che hanno sbagliato nei nostri confronti. E così si sanano le divisioni, si calmano le lotte, si toglie terreno a ciò che facilmente spinge alla violenza.

E infine “non ci indurre in tentazione”, aiutaci – cioè - a non cadere nella tentazione: la tentazione di crederci autosufficienti, o pensare solo a noi stessi, o presumere di sé e disprezzare gli altri. È facile quando ci si sente forti o superiori, pesare su quelli che sono più deboli, lasciare il bisognoso abbandonato a se stesso.

Dialogare con Dio

Il comportamento di Abramo – di cui la Genesi ci presenta un altro tratto, dopo l’episodio raccontato domenica scorsa, di lui pronto ad accogliere – ci fa comprendere che egli è stato un uomo di preghiera. E la sua preghiera quotidiana e intensa lo porta a parlare con confidenza e familiarità con Dio.

Il suo intervento ripetuto e insistente verso il Signore, per salvare le città corrotte di Sodoma e Gomorra, manifesta chiaramente che chi dialoga con Dio non rimane indifferente, lontano, assente da quello che accade intorno a lui, ma si sente solidale e responsabile. E vediamo che quello che Gesù insegna ai suoi discepoli, Abramo già lo viveva: pregare senza stancarsi, pregare con insistenza – proprio come Abramo fece con Dio per intercedere nei confronti degli abitanti di quelle città.

I nuovi orizzonti

Dice Gesù: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. Chiedere non solo per sé, ma soprattutto per gli altri. Chiedere, pregare per la comunità, per i fratelli nella fede, per i paesi in guerra che attendono la pace da troppo tempo, pregare perché trovino accoglienza quelli che fuggono dai propri paesi in cerca di luoghi dove possano lavorare e vivere.

Anche oggi il Vangelo, la Parola del Signore ci illumina, ci accompagna, perché i nostri occhi possano vedere, il nostro cuore possa aprirsi e tanti possano trovare amicizia, comprensione, aiuto.

Intenzioni di preghiera:

  • O Signore, insegnaci a pregare, a partecipare del tuo modo di parlare al Padre, di stare alla sua presenza, di colloquiare con lui in modo confidente.
  • O Signore accogli la nostra preghiera di intercessione per tutte quelle città e i tanti paesi sconvolti dalla guerra e dall’ingiustizia, dalla fame e dalla violenza. Libera i cuori dal male e dona a tutti la pace.
  • Ti preghiamo Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la tua Chiesa perché cresca sempre più nell’ascolto della tua Parola e sappia viverla in mezzo agli uomini.
  • O Signore noi ti presentiamo le invocazioni che sono state affidate lungo questa settimana alla nostra preghiera: ti preghiamo particolarmente per coloro che sono malati e che cercano la guarigione: liberali dal male, dona loro il tuo conforto e la tua salvezza.
  • O Signore insegnaci a confidare sempre nel tuo amore e a non sottrarci alla comunicazione generosa del Vangelo. Guida la nostra Comunità e tutta la Chiesa, per le vie del mondo, preservala da ogni male, custodiscila nell’amore.