parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 15/01/06
2a Domenica del Tempo Ordinario/B
   
Letture: 1Samuele 3, 3-10.19; Salmo 39; 1ª Corinzi 6, 13-15.17-20; Giovanni 1, 35-42

 


"Venite e vedtrete "

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 1 versetti da 35 a 42

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”.

37E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbì (che significa maestro), dove abiti?”.

39Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)” 42e lo condusse da Gesù.

Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)”.

ascoltiamo la voce del signore

Chi cerca il Signore ne riconosce la voce

Il Vangelo ci porta sulle rive del Giordano. È trascorso solo un giorno dal suo battesimo e Gesù torna su quelle rive. Il Battista lo scorge tra la folla e “fissa lo sguardo” su di lui; e nel guardare quel volto comprende qualcosa del segreto di Gesù, ed esclama: “Ecco l’agnello di Dio”. Gli ebrei recandosi al tempio offrivano sacrifici di animali e l’agnello sacrificato a Dio esprimeva la richiesta di perdono rivolta al Signore. E con queste parole “Ecco l’agnello di Dio” Giovanni Battista ci dice: ecco colui che è venuto ad offrire la propria vita, colui che può salvare gli uomini e riconciliarli con Dio.

Fra quelli radunati attorno al Battista ci sono anche i due discepoli di cui parla il Vangelo: Andrea e l’altro che probabilmente era il giovane Giovanni. Due persone che dalla Galilea sono giunte fino al fiume Giordano spinte dal bisogno di perdono e dal desiderio di un mondo nuovo. Dalla Galilea al Giordano: lo stesso percorso che ha fatto anche Gesù.

Quelle poche parole dette dal Battista “Ecco l’agnello di Dio” vengono non solo ascoltate ma accolte nel proprio intimo, tanto che si staccano da lui e si mettono a seguire il giovane Gesù venuto da Nazareth. E Giovanni Battista non può che essere contento di questo. Ricordiamo che egli aveva detto di Gesù: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete … Egli deve crescere e io invece diminuire” (Giovanni 1,26;3,30).

C’è bisogno di qualcuno che indica e accompagna verso Gesù

Queste parole avevano fatto crescere nel cuore dei due discepoli l’amore e la passione per Gesù, il desiderio di incontrarlo e di conoscerlo. Anche oggi ci sono persone che cercano il perdono e la riconciliazione, che hanno il desiderio di una vita nuova. E c’è bisogno sempre di qualcuno che indica e accompagna verso Gesù. È un fatto che ogni credente riconosce vero nella sua storia spirituale: all’origine dell’incontro con il Signore c’è sempre una parola che viene prima e che tocca il cuore, c’è sempre una persona che indica e accompagna verso Gesù. E questa deve essere l’ambizione di ogni credente: aiutare tutti coloro che cercano, aiutarli a incontrare Gesù.

Non ci si converte da soli, cioè per sforzo autonomo o per iniziativa personale. La conversione, per sua natura, è sempre la risposta ad una chiamata. In tutta la Bibbia vediamo che è sempre così. Un esempio di questo ci viene presentato nella prima lettura con la chiamata di Samuele. Siamo attorno al 1030 a. C., quasi mille anni prima dell’incontro al Giordano fra Gesù e i due discepoli. Anche in questo caso, una parola sta all’origine della vocazione del giovane Samuele. “La lampada dell’arca non si era ancora spenta” – scrive l’autore – e il ragazzo si era addormentato come suo solito. Nel mezzo della notte sente una chiamata e si sveglia; ma non è il vecchio sacerdote Eli a chiamarlo. La voce continua a farsi sentire e alla fine Samuele, seguendo le indicazioni del vecchio sacerdote, risponde: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”.

Così comincia un cambiamento profondo della vita di Samuele con un nuovo destino davanti a sé. Per Andrea e Giovanni, chi indica loro il Signore è il Battista, perché è di Gesù che essi hanno bisogno, è Gesù che può dare senso alla loro vita. E si mettono a seguirlo, camminando dietro di lui, un po’ a distanza. E ad un certo punto Gesù si volta e chiede loro: “Che cercate?”. Anche qui vediamo che l’iniziativa parte da Dio: è Gesù che si volta e “guarda” i due discepoli.

Gesù ci conduce a un contatto diretto con Lui

Vorrei sottolineare il contatto diretto, immediato con Gesù, che emerge dal racconto: Giovanni “fissa lo sguardo su Gesù”; poi è Gesù che “si volta e vede” i due discepoli e li invita a “venire e vedere”; essi gli vanno dietro e “vedono dove abita”; e da ultimo il Maestro “fissa lo sguardo” su Pietro dandogli un nuovo nome, un nuovo destino.

“Vedere” vuol dire scendere nel cuore dell’altro e nello stesso tempo lasciarsi scrutare nel proprio; “vedere” è capire ed essere capiti. È vero che l’iniziativa viene da Dio, ma nel cuore dei due discepoli non c’è il vuoto, e neppure un tranquillo e avaro appagamento nelle cose di sempre. I due non erano restati nella Galilea, nella loro terra o nella loro città, a fare le cose di sempre: avevano nel cuore il desiderio di una vita nuova per loro e per gli altri. E questo desiderio si incontra con la domanda di Gesù: “Che cercate?”.

Ed essi rispondono “Rabbì (cioè Maestro), dove abiti?”. Il bisogno di un “Maestro” da seguire e di una “casa” dove vivere, è il cuore della loro ricerca. Ma è anche una domanda che sale dagli uomini e dalle donne di oggi; è raro infatti oggi incontrare “maestri” di vita, è difficile trovare chi ti vuol bene davvero; al contrario, è sempre più frequente sentirsi sradicati e senza una comunità vera che accoglie e accompagna.

Abbiamo bisogno di punti di riferimento

C’è assenza di “padri”, di “madri”, di punti di riferimento, di modelli di vita. Chi può indicarci, con le parole e soprattutto con l’esempio, ciò per cui vale la pena vivere? Da soli non ci si salva.

Tutti abbiamo bisogno di aiuto: Samuele fu aiutato dal sacerdote Eli, Andrea dal Battista e Pietro da suo fratello Andrea. Anche noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti e ci accompagni nel nostro percorso religioso ed umano. Alla richiesta dei due discepoli Gesù risponde: “venite e vedrete”. Egli non si dilunga in spiegazioni, egli non ha una filosofia da trasmettere ma una vita da comunicare; per questo propone la sua amicizia, l’incontro con lui. I due “andarono e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio”. Quei due discepoli, nella compagnia con Gesù, divennero suoi amici e la loro vita cambiò.

Una gioia profonda entrò in loro, avevano trovato colui che cercavano. E Andrea appena vede suo fratello Simone, gli fa sentire la gioia di quell’incontro e lo conduce da Gesù. In questo modo comincia l’esperienza della vita cristiana: vedendo e chiamando, vivendo e amando. E anche Simone riceve una nuova vocazione, nell’incontro con Gesù Simone diviene Pietro. Anche noi, incontrando Gesù riceviamo la vocazione ad essere “pietre vive” dell’edificio spirituale molto bello, che è la comunità cristiana.
  • Intenzioni di preghiera:

  • Signore Gesù, Agnello di Dio, preservaci dal male e perdonaci. Fa’ che come Giovanni Battista sappiamo indicarti agli uomini e alle donne come Colui che libera i cuori da ogni egoismo e li apre all’amore di Dio.
  • O Signore noi ti ringraziamo perché il tuo sguardo si è fissato su di noi, perché ci hai chiamati a seguirti e hai trasformato con il tuo amore la nostra vita. Aiutaci sempre a rendere a tutti una gioiosa testimonianza della nostra vocazione.
  • Ti preghiamo o Signore per la tua Santa Chiesa perchè sappia guidare ogni uomo verso la salvezza e sia segno di unità e di pace in questo mondo. Ti preghiamo ancora: sostieni il Papa Benedetto XVI e il nostro vescovo Michele.
  • Io ti prego per me e per tutti i bambini, perché possiamo conoscere presto l’amicizia bella con Gesù.
  • Accogli Signore le tante invocazioni che salgono a te da coloro che soffrono, in particolare ti preghiamo per tutti malati: dona loro guarigione e salvezza.
  • Ti preghiamo o Signore perché si affermi la giustizia e la pace tra le nazioni. Perché gli egoismi, le chiusure, gli interessi di parte cedano il passo alla misericordia e al senso del bene comune.
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