parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Prima domenica di Avvento /B
   

Letture: Isaia 63, 16-17.19; 64,1-7; Salmo 79; 1 Corinzi 1, 3-9; Marco 13, 33-37 .


"Lo dico a voi e lo dico a tutti: State attenti, vegliate "

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 25 versetti da 31 a 46

33Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.

34È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.

35Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, 36perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati.

37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!”.

Attendiamo il Signore,
ciascuno svolgendo il suo compito

Un altro anno di grazia del Signore

Inizia oggi un nuovo anno liturgico, un anno cioè in cui dentro i nostri ritmi, impegni, preoccupazioni, lasciamo che il Signore entri e ci accompagni con la sua parola, entri nei vari aspetti della nostra vita e li trasformi, li illumini con la sua luce e li riscaldi col suo amore.

L’anno liturgico vissuto col Signore è anche un tempo in cui siamo aiutati a prendere coscienza che non siamo soli, che non siamo chiamati a vivere ciascuno per conto suo, ma dentro un popolo, il popolo santo di Dio, formati da tutti quelli che vivono nell’ascolto di quanto il Signore comunica loro, guidandoli dentro i piccoli e grandi eventi della storia.

E l’anno della Chiesa inizia con questo tempo detto di Avvento, di attesa di qualcuno che sta per venire; è il tempo dell’attesa del Natale del Signore. Anticamente questo tempo di attesa, a somiglianza del tempo di Quaresima in preparazione alla Pasqua, durava anch’esso quaranta giorni. Ora è limitato alle quattro settimane che precedono il Natale.

E in questa prima domenica di Avvento, il Vangelo ci dice di stare attenti e vegliare per essere pronti in ogni momento ad accogliere il Signore quando verrà. Sono parole del Vangelo di Marco, che ci accompagnerà lungo tutto questo anno.

Viviamo l’attesa di un mondo migliore, più umano

Davanti a quello che avviene nel nostro mondo di oggi, in luoghi a noi vicini e in terre lontane come quelle del grande continente africano o quelle dell’Estremo Oriente, noi viviamo nell’attesa non solo del ritorno del Signore alla fine dei tempi, ma anche nell’attesa che ogni giorno di più si manifesti la presenza del Signore.

In mezzo al male delle guerre, della fame in cui si trovano a vivere uomini e donne in varie nazioni dell’Africa, mentre tanti soffrono nelle carceri, alcuni nel braccio della morte in attesa dell’esecuzione della condanna a morte, il Signore si manifesta in tanti modi ed in tanti luoghi.

Si manifesta con la sua luce e il calore del suo amore ovunque si compiono gesti di amicizia, di vicinanza affettuosa, di aiuto, nei confronti di chi soffre, di chi è povero e non ha i mezzi per affrontare la sua difficile condizione di vita. Sono luoghi in cui si manifesta il vero modo umano di vivere, dove si ritorna a sperare, a credere nella vita. Sono luci che si accendono nelle carceri, negli ospizi per anziani, nei luoghi dove si è scatenata la forza del terremoto, nei luoghi dove si muore di AIDS. E sono tante queste luci. Sono luci che si sono accese anche nel cuore di tanti che si sono lasciati illuminare dal Vangelo: adulti, giovani, anziani.

C’è ancora la pena di morte in molti paesi, ma in questi ultimi anni è stata abolita o sospesa dove vigeva da tempo. E tanti che prima erano indifferenti a questa situazione, stanno prendendo coscienza che la pena di morte non aiuta questo mondo a diventare migliore. Dove vige la pena capitale, non diminuiscono i delitti, anzi aumentano.

Attendiamo il Signore mettendo in pratica la sua Parola

C’è allora da comprendere ciascuno personalmente la pagina evangelica proclamata dal Vangelo di Marco: “State attenti, vegliate, come quando un padrone di casa è partito per un viaggio e ha dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare”. I servi di cui parla il Vangelo indicano i discepoli del Signore, coloro che vivono nell’ascolto della sua parola.

L’attesa dei discepoli che aspettano il ritorno del Signore, non è una attesa passiva, inerte; perché il Signore a ciascuno ha affidato un compito perché dentro le situazioni concrete di questo mondo venga su in maniera sempre più chiara e incisiva la costruzione di una grande casa, la casa di Dio, costruita non con pietre materiali, ma da pietre vive, da tutti quelli che si lasciano guidare dal Signore.

Noi siamo questo tempio santo di Dio che si vede ed è tangibile ovunque ci sono discepoli del Signore che operano secondo il compito che il Signore ha loro affidato. C’è un compito per chi è ancora bambino, come per chi è anziano o adulto. Il compito è quello lavorare per la venuta del Signore, per la sua manifestazione in questo mondo. E si lavora pregando, stando vicino a chi è in difficoltà facendo giungere il nostro aiuto a chi è lontano, nel braccio della morte. E questo richiede che ci lasciamo sciogliere tanta durezza che c’è nel nostro cuore, una durezza fatta di rassegnazione, di malanimo, di abitudini al nostro modo di vivere.

Possa il Signore sciogliere la durezza del nostro cuore

Nella pagina di Isaia (cap. 63,16-17) c’è una domanda al Signore, che è anche una preghiera perché non continuiamo a vivere vagando dietro tante cose che non soddisfano l’uomo: “Tu sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?”

Ringraziamo il Signore per questo tempo di attesa, perché diventiamo vigili e attenti a quello che accade intorno a noi e perché, nutriti dalla sua parola, possiamo vedere che la nostra vita diventa sempre più simile a quella del Signore, bella e luminosa della luce e dell’amore suo. Facciamo nostre le parole del profeta e diciamo al Signore: “Tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma, tutti noi siamo opera della tue mani” (Isaia 64, 7).

Intenzioni di preghiera:

  • Signore con gratitudine accogliamo il Vangelo dell’Avvento che ci chiama alla vigilanza: liberaci dalla preoccupazione per noi stessi, dal sonno dell’egoismo e insegnaci ad attenderti con amore.
  • Signore Gesù, squarcia i cieli e scendi incontro al tuo popolo che ti invoca: fa’ che le ferite della guerra, della fame e dell’abbandono di cui soffrono molti Paesi possano essere guarite e che la pace venga presto in ogni angolo della terra.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto XVI, per il nostro vescovo Michele e per la Chiesa di questa città. Guarda e accompagna tutti gli uomini e le donne che in questo tempo si volgono a te con fiducia e si aprono all’ascolto della tua Parola.
  • Signore, ti domandiamo di donarci in questo tempo d’avvento, nell’attesa umile e fiduciosa e nella preghiera incessante, la conversione del cuore.
  • (bambino) Gesù, io ti prego perché venga la pace in tutti i paesi dove c’è la guerra. Aiuta gli uomini a fare la pace.
  • (adolescente) Signore Gesù, io ti prego per me e per tutti noi adolescenti: aiutaci a crescere con sentimenti di pace, insegnaci ad aiutarci gli uni gli altri e a non farci mai del male.
  • (giovane) Signore, tu affidi anche a noi giovani un compito, perché lavoriamo per un mondo migliore di quello di oggi. Aiutaci a sciogliere la durezza del nostro cuore, a non pensare solo a noi stessi, ma aiutare quelli che stanno male.
  • Ti preghiamo o Signore: ascolta il lamento di chi è condannato a morte. Calma la sua angoscia con la tua presenza e a noi concedi di non stancarci mai di difendere ed amare la vita di ogni uomo come tu la ami.
  • Ti preghiamo o Signore per tutti coloro che in questi giorni così freddi si sono trovati senza casa e senza riparo: per chi è sfrattato, per chi subisce sgombri, per chi vive per strada. Tu che sei vero riparo per la vita di ogni uomo, insegnaci a vivere la compassione e l’amicizia per questi fratelli più poveri.
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