parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 02/10/05
Domenica 27ª Tempo Ordinario /A
   

Letture: Isaia 5, 1-7; Salmo 79; Filippesi 4, 6-9; Matteo 21, 33-43.


Un padrone piantò una vigna
e la affidò a dei vignaioli

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 21 versetti da 33 a 43

33Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola:

C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò. 34Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto.

35Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. 36Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! 38Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. 39E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero.

40Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?”. 41Gli rispondono: “Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo”.

42E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?43Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.

usare bene quanto il signore ci ha affidato

La storia dei cattivi contadini

Gesù parla a tutti, ai piccoli e ai grandi, ai capi del popolo e ai capi religiosi, alle persone colte e a quelle meno colte. Ma la sua parola è sempre chiara, semplice, così che tutti la possano comprendere. Comprendere la parola di Gesù significa comprendere quello che è buono per la nostra vita e per questo mondo.

Molto spesso Gesù parlava raccontando delle storie prese dalla vita quotidiana, che tutti potevano capire. Sono dette parabole. E oggi Gesù ci parla attraverso una di queste storie, la parabola dei vignaioli cattivi.

La storia è questa: c’è un ricco signore padrone di un grande campo; lo attrezza con viti che producessero uva, lo protegge con una siepe da tutti i lati per difenderlo dall’ingresso di animali e dai ladri, vi costruisce dentro un frantoio per macinare l’uva e fare il vino, vi costruisce anche una torre così che dall’alto si possa vedere chi arriva da lontano. Poi affida il campo a dai contadini perché lo coltivino.

Che cosa avviene quando giunge il tempo del raccolto? Lo abbiamo sentito: i contadini all’arrivo dei servi mandati dal proprietario per ritirare i frutti, li maltrattano, li prendono a sassate, li uccidono. E questo si ripete anche una seconda volta. Quando per la terza volta il proprietario del campo invia suo figlio, i contadini lo uccidono pensando così di eliminare l’erede e diventare essi padroni del campo.

Noi non siamo padroni di quello che abbiamo, ma amministratori

Comprendiamo tutti quanto è cattivo il comportamento dei contadini. Anche i primi ascoltatori ai quali Gesù si rivolge con questa storia, lo comprendono e sanno che a quei contadini sarà tolto il campo e sarà dato ad altri che al tempo del raccolto consegneranno i frutti.

Ma attraverso questa storia il Signore Gesù vuole parlare oggi a ciascuno di noi. Egli ci vuole ricordare che non siamo i padroni di questa terra, della vita che abbiamo, siamo solo amministratori di qualcosa che non è nostro, che egli ci ha dato. Ed attende da noi i frutti al tempo opportuno.

Il nostro modo di usare il tempo, di gestire le forze che abbiamo, la vita che abbiamo, diventa facilmente il modo di chi si sente padrone di quello che ha. Facilmente diventiamo avari di quello che abbiamo nei confronti di quelli che non hanno. Quale merito hai se tu sei sano e un altro è malato? Se tu sei giovane ed un altro è anziano?

L’apostolo Paolo scrivendo ai cristiani di Corinto dice: “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?” (1 Corinzi 4,7). Perciò aiutare chi è nel bisogno è dare qualcosa che non è mio, ma qualcosa che ho ricevuto a chi in questo momento è in difficoltà.

È importante l’elemosina

Non rifiutiamo l’elemosina a chi ce la chiede. Se non possiamo fare tante cose per gli altri, almeno ci sia nella vita di ogni giorno un gesto di elemosina. Leggiamo nel libro di Tobia: “La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi: se hai molto, dà molto; se poco, non esitare a dare secondo quel poco. Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l'elemosina libera dalla morte e salva dall'andare tra le tenebre. Per tutti quelli che la compiono, l'elemosina è un dono prezioso davanti all'Altissimo” (Tobia 4, 8-11).

Il Signore attende da noi dei frutti, come il padrone della parabola li attendeva da quei contadini della vigna. Quello che abbiamo ricevuto il Signore ce lo ha dato perché possiamo produrre frutti di pace, di misericordia, di comprensione. Perché di questo ha bisogno il nostro mondo.

Intenzioni di preghiera

  • Anche a noi il Signore ha mandato il suo Figlio Gesù. Noi lo accogliamo accogliendo il Vangelo, le sue parole che riceviamo ogni domenica nella santa liturgia, facendole nostre e mettendole in pratica. Questo il Signore della nostra vita ci chiede, riconoscendoci non padroni di quello che abbiamo ma amministratori, buoni amministratori che possono fare cose belle e buone con quello che hanno ricevuto.
  • Signore, Padre buono, che non ti stanchi della nostra lentezza nel portare frutto, aiutaci a coltivare nella preghiera e nell’ascolto della tua Parola la terra del nostro cuore per rispondere al tuo amore paziente e misericordioso.
  • Ti preghiamo o Signore per tutti quei popoli angustiati dal male della guerra e della divisione. Tu che sei pieno d’amore per gli uomini dona la pace, fa trovare le vie della concordia e della riconciliazione.
  • Ti preghiamo o Signore per la Chiesa, vigna che tu hai piantato e che non cessi di coltivare con amore, perché ovunque nel mondo possa portare frutti abbondanti di carità e di misericordia e il Vangelo sia proclamato in ogni luogo. Sostieni il papa Benedetto XVI e il nostro vescovo Michele.
  • Ti preghiamo o Signore per tutti coloro a cui hai affidato la cura della tua vigna e la speranza del tuo Regno e per ciascuno di noi, perché restiamo uniti a te come tralci alla vite. Aiutaci tutti a produrre i frutti attesi.
  • Ti preghiamo o Signore per chi è debole, svantaggiato, disabile, perché nessuno resti ai margini della famiglia umana. Ti ringraziamo per la fede, la gioia, l’impegno di tanti fratelli più piccoli, più deboli perché malati, anziani, disabili. che ci testimoniano come nella tua vigna nessuno è senza frutto. Benedici la nostra amicizia con loro.

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