parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 16/01/05
Domenica 2ª - Tempo Ordinario /A
   

Letture: Isaia 49,3.5-6; salmo 39; 1 Corinzi 1,1-3; Giovanni 1, 29-34.


"Ho visto lo Spirito scendere come
una colomba e posarsi su di lui "

Dal Vangelo di Giovanni, capitolo 1 versetti da 29 a 34

29Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! 30Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele".

32Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. 34E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio".

l'incontro con gesu':
un incontro che ci cambia la vita

Giovanni Battista: un uomo spirituale

Lasciamoci accompagnare dalla Parola di Dio che ci guida nel corso dell’anno. A noi che facilmente viviamo distratti perché presi dalle nostre cose, la liturgia di oggi presenta di nuovo la figura di Giovanni Battista.

Giovanni è un uomo che si è concentrato sulle cose essenziali, su quelle che contano per sempre, non per un momento o per un breve periodo della nostra vita. Giovanni è un uomo che riconosce il Signore che passa in mezzo agli uomini. Perché è un uomo spirituale, un uomo che prega e che ascolta e medita la Parola di Dio.

A noi gente distratta Giovanni indica colui che passa in mezzo a noi e che “toglie il peccato del mondo”. Noi che crediamo di conoscere tutto, non sappiamo riconoscere colui che viene in mezzo a noi “mite e mansueto”.

Dio ci scandalizza!

Sin dalla nascita a Betlemme Dio ci scandalizza: un Dio che si fa uomo? E poi ancora di più: un Dio piccolo e debole che si presenta bambino fragile posto in una mangiatoia? E Gesù che passa sulla riva del fiume Giordano, non viene riconosciuto da coloro che sono abituati a guardare i potenti, i ricchi, quelli che si impongono.

E Giovanni ce lo indica mentre passa dicendo: “Ecco l’agnello di Dio”, ecco l’inviato di Dio che viene a noi nelle vesti di un uomo mite e umile, che ci può lasciare distratti. Noi che ci diciamo cristiani, non conosciamo colui che sta in mezzo a noi. E c’è qualcuno che ce lo indica. La voce di Giovanni Battista continua a risuonare oggi nella Chiesa e nel mondo attraverso i suoi profeti. Come risuonava nelle prime comunità cristiane, all’inizio della Chiesa, per mezzo dell’apostolo Paolo, Pietro, Giacomo, Giovanni.

Quella voce e quella mano che ci indica Gesù, ci indica colui che ci apre la strada verso Dio: ci vuole ricondurre all’incontro con Dio, ci vuole riunire nella famiglia degli amici di Dio. Paolo scrivendo alla comunità di Corinto dice: “io, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio a voi, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo”.

Chiamati ad essere santi

Non ci sembri troppo alta e troppo lontana da noi questa parola – “chiamati ad essere santi” – perché essere santi significa aprirci al futuro di Dio, un futuro di orizzonti più larghi. È vero, quell’uomo che passa in mezzo a noi, noi non lo conosciamo. Ma se ci rendiamo conto di non conoscerlo, allora cominciamo a comprendere qualcosa. Aprendo la Parola di Dio cominciamo a sentire, a vedere qualcosa di Dio. Proprio nel momento in cui noi diciamo “non ci capisco niente”, solo allora cominciamo a capire.

Noi crediamo di sapere tante cose. Viviamo in questo nostro mondo televisivo, fintamente universale, in cui tutto scorre e niente si incontra. Si vede tutto e siamo irrilevanti. E l’irrilevanza diventa un’abitudine all’indifferenza, un senso del distacco. L’irrilevanza è una scuola dell’egoismo. Quando uno sente di non poter fare, di non poter contare, si rassegna al proprio egoismo. E alla fine ci si sente deboli, bisognosi, vittime. E gli altri sono lontani.

Ma quella mano di Giovanni Battista che ci indica il Signore è la mano di un uomo spirituale, che si nutre della Parola di Dio e con gli occhi della fede riconosce Gesù che passa. Non mi stancherò mai di ripetere che la Parola di Dio va presa ogni giorno fra le nostre mani.

Una luce fra le nostre mani nel buio del male

Nel buio di questo mondo, dinanzi all’abisso del male – pensiamo alla forza del male come si è manifestata in maniera tragica il 26 dicembre 2004 – la Parola di Dio è la luce che ci guida nel buio, che ci indica la strada da seguire.

Non viviamo come mercanti, come persone che guadagnano e spendono, comprano e consumano. La vita non si può ridurre solo a guadagnare e consumare.

Giovanni che indica Gesù come l’agnello di Dio, il mite, il pacificatore, ha dato inizio a tanti incontri con colui che ci cambia la vita. Incontrare Gesù significa cambiare la vita, cominciare a vedere cose che non vedevo prima, cominciare a capire, allargare gli orizzonti della mente e del cuore.

Anche a noi oggi Giovanni, col braccio teso, indica Gesù che passa. Non lasciamo che ci passi accanto, mentre restiamo distratti. Andiamogli dietro, come fecero Andrea e Giovanni. E poi Simone e Filippo, i primi di una lunga catena di incontri. E la vita sarà un’altra.

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