parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 03/10/04
domenica 27ª Tempo Ordinario - anno C
 

Letture: Abacuc 1, 2-3; 2, 2-4; Salmo 94; 2ªTimoteo, 1, 6-8.13-14; Luca 17, 5-10.

 
"Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e gettato nel mare, ed esso vi ascolterebbe "

Dal Vangelo di Luca,
capitolo 17, da 5 a 10.

5Gli apostoli dissero al Signore: 6“Aumenta la nostra fede!”. Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? 8Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? 9Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?

10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.

Una fede che parte
dal rapporto di gesu' col padre suo

Vivere per la fede

Le parole del profeta Abacuc sono un grido che egli innalza al Signore dinanzi alla violenza e alle ingiustizie che egli vede nel mondo del suo tempo. Al profeta sembra che il Signore non ascolti, non venga in aiuto e resti spettatore dell’oppressione:

Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: “Violenza!” e non soccorri? Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese.

Ma il Signore risponde al grido del profeta invitandolo a vivere per la fede:

Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto,mentre il giusto vivrà per la sua fede.

Che significa “il giusto vivrà per la sua fede”? È quello che Gesù spiega quando i suoi discepoli dinanzi alla loro impotenza nel guarire i malati che venivano loro presentati, gli chiedono: “Aumenta la nostra fede!”. Come se fosse un problema di quantità!

“Se aveste fede quanto un granellino di senapa, - dice Gesù - potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe”. Non c’è bisogno di una fede enorme, ma di una fede autentica.

Che cosa significa avere fede

Fede in Dio significa fidarsi totalmente di lui, in qualunque situazione o condizione, nella malattia, nei momenti di gioia, nei momenti di difficoltà. Fede è affidarsi completamente a Dio, proprio come leggiamo nel salmo: “Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia” (130,2).

Quando ci fidiamo totalmente di Dio, egli può agire in noi, manifestare la sua potenza e la sua misericordia. Spesso nei momenti difficili a noi capita di dubitare di Dio, di sentirsi dimenticati da lui, di vacillare nella nostra fiducia in Lui. Avere fede è affidarsi ogni giorno al Signore, vivere con Lui.

“Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? – si chiede Paolo - Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … Io sono persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8,35-39).

Quando scrive al suo discepolo Timoteo, Paolo è in carcere per la predicazione del Vangelo, in un tempo in cui la maggioranza delle persone era pagana e l’imperatore romano non approvava la nuova religione cristiana.

La fede dell’apostolo Paolo

Eppure Paolo non è sfiduciato, non si lamenta; anzi, egli incoraggia il suo amico Timoteo a ravvivare la sua fede, ad essere più coraggioso nel parlare del Vangelo agli altri. “Io sono in carcere per il Signore nostro Gesù- dice – non ti vergognare di me e soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio”.

Avere fede è comportarsi come Gesù durante la sua vita terrena e anche nelle ore della sua passione. Prima di essere arrestato, processato e condannato a morte, egli ha paura, vorrebbe fuggire: “Padre allontana da me questo calice”. Ma poi subito aggiunge: “no, Padre, non la mia ma la tua volontà sia fatta”.

E tante volte stando in mezzo alla gente Gesù aveva detto: Io non sono venuto per fare la mia volontà ma la volontà del Padre mio che mi ha mandato. Ecco che significa vivere per la fede. Vivere abbandonandosi con fiducia nelle braccia di Dio.

Il nostro rapporto con Dio libero da calcoli

Facilmente noi vogliamo aprire con Dio un conto di dare e avere: io ho fatto per te questo e tu devi ricompensarmi; io ho fatto queste opere di bene, quindi tu mi devi fare quello che ti chiedo.

Gesù critica questa mentalità. Essere fedeli a Dio non ci fa acquisire dei diritti dinanzi a lui. In noi c’è la tentazione del do ut des: io ti do questo e tu mi devi dare quello … Gesù prendendo spunto da una situazione sociale del suo tempo, il rapporto tra padrone e schiavo, reagisce contro questo atteggiamento umano che ci fa avanzare pretese dinanzi a Dio.

Dinanzi a Dio, i credenti possono solo dire: siamo servi inutili, anche quando avessero compiuto tutte le esigenze divine.

Impariamo l’umile obbedienza dinanzi alle esigenze di Dio, fidandoci di Lui come Gesù che sulla croce, dopo una frase di chi si sente abbandonato – “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato” – dice poi: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. E il Padre non permette che Gesù rimanga nella tomba per sempre, ma lo risuscita il terzo giorno.

Questa è la nostra fede, questa è la fede che il Signore ci chiama a vivere nella vita di ogni giorno, dinanzi alle piccole o grandi difficoltà nostre e di questo mondo.
e-mail: