parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 19/09/04
domenica 25ª Tempo Ordinario - anno C
 

Letture :Amos 8, 4-7; Salmo 112; 1Timoteo 2,1-8; Luca 16,1-13.

 
"Nessuno può servire a due padroni.
Non potete servire a Dio e a mammona "

Dal Vangelo di Luca,
capitolo 16, da 1 a 13.

1 Gesù diceva ai suoi discepoli: “C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2 Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. 3 L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. 4 So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. 5 Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: 6 Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. 7 Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. 1 Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

9 Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.

10 Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.

11 Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? 12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

13 Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona”.

CHE COSA POSSIAMO FARE NOI CRISTIANI
IN QUESTO TEMPO DIFFICILE?

La strana lode per un amministratore disonesto

Nel racconto evangelico di oggi, Gesù ci presenta un amministratore di un ricco padrone che viene licenziato per cattiva amministrazione. È il fallimento della sua vita. Messo alle strette, egli utilizza il poco tempo a disposizione mettendo in ordine i conti prima di consegnarli, per garantirsi l'avvenire: falsifica le cifre sulle cambiali. Rimettendo ai debitori parte di quanto dovevano al suo padrone, egli si crea amici e complici. Contro ogni attesa, questo amministratore viene lodato!

Ma ciò che Gesù elogia non è la disonestà dell'amministratore quanto la sua accortezza. Ed è ciò che Gesù propone come esempio a tutti noi: quell'uomo ha saputo tirarsi fuori da una brutta situazione, ha saputo reagire efficacemente, mettere a profitto il tempo che gli rimaneva per far fronte alla difficoltà, assicurarsi il futuro.

Di fronte a un impazzimento del mondo, ad un avvitamento nella violenza, alle notizie che ogni giorno occupano le prime pagine dei mezzi di comunicazione, tanti sono confusi, preoccupati, spaventati. Altri sono rassegnati o preferiscono voltare la loro attenzione altrove.

Come reagire alla difficile situazione presente

Con questo racconto il Signore ci chiama a farci accorti ed agire con la stessa decisione dell'amministratore di fronte alla situazione che abbiamo davanti, a capire l'importanza del tempo che abbiamo ancora e mettere in gioco tutto per rispondere alla situazione in cui ci troviamo immersi.

La via che Gesù ci fa vedere è quella dell'amicizia. Lo scontro non porta da nessuna parte, la politica della forza genera il fallimento della convivenza umana. Come tirarci fuori da una società che sembra imbarbarirsi ogni giorno di più? “Procuratevi amici con la iniqua ricchezza” – dice Gesù. Gesù chiama la ricchezza “iniqua”, ingiusta, perché è una ricchezza che non ci appartiene. Il creato e tutti i suoi beni appartengono a Dio solo, come leggiamo nel salmo: “Del Signore è la terra e quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti” (241). A noi i beni sono solo affidati.

Quando l'uomo si appropria dei beni e li accumula per sé, comportandosi come se Dio non rimanesse il padrone assoluto dei beni di cui egli ha ricevuto solo l'amministrazione, la ricchezza diventa iniqua, ingiusta. E così pochi finiscono per possedere tanto e tanti per possedere poco, alcuni nemmeno il necessario per vivere, se allarghiamo lo sguardo oltre il nostro paese e il nostro continente.

Una fame insaziabile di beni che genera ingiustizie

Ed è questa fame di beni, di voglia di avere sempre di più che scatena le guerre e genera lotte, disuguaglianze; genera morte non solo lì dove si combatte, ma anche nei paesi dove si vive al di sotto della soglia della povertà.

La ricchezza non è cattiva in se stessa, ma c'è il pericolo di innamorarsi di essa. Allora essa diventa un padrone esigente al pari di Dio: richiede tutto l'impegno, tutte le forze e tutto l'interesse dell'uomo. Per questo Gesù dice: “Non potete servire a due padroni: o si odierà l'uno e si amerà l'altro, oppure ci si affezionerà all'uno e si disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona” .

Per questo occorre fare una scelta. Per noi credenti, solo Dio deve essere amato “con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze e con tutta la mente” (Luca 10,27). Noi cristiani sentiamo in questo tempo la grande responsabilità di scegliere la via di Gesù, di pregare insistentemente come faceva Lui col Padre suo, perché il suo amore generi in noi sentimenti di amicizia verso tutti, ci faccia esperti di amicizia da imparare a coniugare ogni giorno, nella quotidianità, verso tutti.

Piccole scelte nel quotidiano che generano grandi cose

Dice Gesù: “Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto” . Tanti piccoli gesti, parole, comportamenti, nel nostro quotidiano possono essere l'espressione di questa nostra fedeltà nel poco: un gesto di attenzione gratuito, un ascolto attento e paziente verso chi si rivolge a noi, uno sguardo pieno di comprensione, una parola amica detta con affetto. Sono piccole cose ma comunicano qualcosa dell'amore e della misericordia di Dio.

Questa è la via del Vangelo. Noi crediamo che questa via può tirare fuori l'uomo e questo mondo impazzito, fuori da un vicolo cieco in cui la violenza e la scelta di mostrare i muscoli irrimediabilmente ci caccia. Noi cristiani abbiamo il potere di rendere migliore questo mondo.

La nostra preghiera salga insistente al Signore: per la nostra conversione all'amore di Dio al di sopra di tutto, per la convivenza pacifica degli uomini, per il dialogo e la comprensione, perché i capi delle nazioni le guidino nella giustizia e nel rispetto della vita umana.

 

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