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parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 08/08/04
domenica 19ª Tempo Ordinario - anno C
 

Letture : Sapienza 18,3.6-9; Salmo 32; Ebrei 11,1-2.8-19; Luca 12,32-48.

 
"Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno"

Dal Vangelo di Luca,
capitolo 12, da 32 a 48.

32Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.

33Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. 34Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

35Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.

38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
39Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate».

41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
42Il Signore rispose: «Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.

45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

UNA VITA ORIENTATA AI BENI DEL CIELO

Lasciare che sia il Signore a guidare la nostra vita, notte e giorno

Riceviamo anche oggi la Parola di Dio mentre viviamo la nostra vita di ogni giorno in mezzo a tanti avvenimenti vicini e lontani che ci colpiscono, ci influenzano, tante volte finiscono per orientare la nostra vita secondo il comportamento della maggioranza.

C'è bisogno di radicare la nostra identità di cristiani in maniera sempre più salda nel Vangelo, nella Scrittura, perché la concezione del mondo sulla vita, sul denaro, sull'uso dei beni, sul futuro si discosta molto da quanto ci dice il Signore e molte volte va in direzione opposta.

Il libro della Sapienza (18,3-9) ci mostra l'antico popolo di Israele che lasciando la terra d'Egitto dove viveva sotto le leggi del faraone, intraprende un lungo viaggio per luoghi a lui sconosciuti verso una terra nuova promessa da Dio. E Dio lo guida notte e giorno in una terra piena di pericoli e in cui era facile smarrirsi, egli cammina con loro di notte e di giorno indicando il cammino: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte” (Esodo 13,21).

Il Signore Gesù dona la sua forza ai poveri discepoli

Oggi il popolo dei credenti continua a camminare lasciandosi guidare notte e giorno dalla Parola di Dio. “Non temere piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno” – dice Gesù ai suoi discepoli (Luca 12,32). A volte è facile sentirsi diversi in mezzo agli altri, pensare di essere impotenti di fronte al corso delle cose, venire presi dalla proprie cose rinchiudendosi in se stessi, disinteressandosi di tutto quello che accade intorno a noi.

E invece più ci radichiamo nella fede, nella vita che è orientata verso il futuro di Dio e più vediamo che la forza del Signore è ci sostiene, dona al nostro cuore sentimenti che ci aprono, ci avvicinano ai nostri fratelli, specie a quelli più trascurati. E vediamo anche che tanti – a volte smarriti, delusi da quello in cui avevano riposto le loro speranze - cercano in noi punti di riferimento per la propria vita.

Vedere discepoli del Signore che mettono in pratica la sua parola colpisce, fa riflettere, spinge a interrogarsi. “Vendete ciò che avete e datelo in elemosina, - dice Gesù ai discepoli di ogni tempo - fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli” .

È possibile vivere liberi dalla prigionia delle cose materiali

Vivere senza fare dei beni materiali, del danaro, la prima ragione di vivere; spendere una parte importante del proprio tempo accanto ai poveri, alle persone deboli e prendersi cura di loro; creare rapporti di amicizia in modo largo, comunicando quello che si vive, senza secondi fini o interessi nascosti. Vivere tutto questo è possibile. E dona gioia, serenità, rende la propria umanità ricca dei sentimenti del Signore; libera dall'ansia di una vita che rincorre sempre qualcosa di nuovo che non soddisfa. L'amicizia con i poveri arricchisce, rende saggi, purifica il cuore, costituisce quelle “borse che non invecchiano” , quel tesoro che rimane per sempre.

Il figlio della parabola raccontata da Gesù (Luca 15,11-32), quando si allontana dalla casa del Padre suo, finché possiede i soldi ricevuti come eredità, vede tanta gente attorno a sé, crede di avere tanti amici. Solo quando finiscono i soldi e rimane solo, si accorge che quello che aveva era un bene transitorio, che si era consumato.

Così accade di pensare anche a noi quando siamo nel pieno delle nostre forze fisiche, quando viviamo nel benessere e ci sembra che non ci manchi nulla. Nel momento della debolezza, della malattia, della difficoltà, ci accorgiamo di quanto certi beni sono passeggeri. Il Signore ci chiama ad amministrare quanto abbiamo ricevuto, perché venga speso per il bene di tutti.

Essere sempre pronti ad accogliere il Signore che viene

Bisogna vivere – dice il Vangelo – sempre pronti ad accogliere il Signore quando si presenta a noi in momenti inaspettati, nella veste di un povero, di una persona messa da parte che chiede aiuto, di un malato o straniero o anziano rimasto solo, nelle vesti di un figlio che si era smarrito e chiede di essere aiutato a tornare nella casa del Padre: “Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro”.

Sono tanti quelli fra noi che fanno l'esperienza di gente che ci si avvicina, attirata da una vita vissuta secondo il Vangelo, da persone che vede gioiose e serene, ricche di amicizie e di affetto. Sono tanti quelli che ad un certo punto della vita – a volte sono giovani, oppure adulti, oppure anziani – cominciano a riflettere sulla propria vita, si mettono a cercare. E c'è bisogno di persone pronte ad accogliere, ad ascoltare, a comprendere, a rispondere alle loro domande.

Dice l'apostolo Paolo: “Noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili eterne” (2 Corinzi 4,18). È questa la testimonianza che gli uomini che vivono di fede, possono dare stando in mezzo agli altri. E attirare tanti per la forza che ci viene dallo Spirito di Dio.

Ci conceda il Signore di camminare sulla terra col cuore e la mente rivolta a Lui, che ci parla, ci istruisce, ci guida.
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