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parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 18/07/04
domenica 16ª Tempo Ordinario - anno C
 

Letture: Genesi 18,1-10; Salmo 14; Colossesi 1,24-28; Luca 10,38-42.

Memoria di san Sergio di Radonez', della Chiesa russa, fondatore della Lavra della SS.ma Trinità, presso Mosca. Ricordo del pastore evangelico Paol Schneider morto nel lager nazista di Buchenwald il 18 luglio 1939.

 
Abramo accoglie tre forestieri,
alle querce di Mamre

Dal Vangelo di Luca,
capitolo 10, da 38 a 42.

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.

39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40Marta invece era tutta presa dai molti servizi.

Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti".

41Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42ma una sola è la cosa di cui c`è bisogno.

Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".

GLI "AMICI DI DIO" APRONO IL LORO CUORE AGLI ALTRI

Le radici dell'accoglienza di Abramo

Il libro della Genesi, al capitolo 18, ci racconta di Abramo che nell'ora più calda della giornata - potremmo dire nell'ora della siesta - accoglie prontamente alcuni forestieri in viaggio, stanchi e sotto il sole; prepara velocemente un pasto per loro, dopo averli fatti rinfrancare e riposare.

Da dove gli viene questa prontezza ad accogliere, in un momento in cui normalmente si preferirebbe essere lasciati in pace?

Noi tendiamo a dare risposte all'interno di un'ottica terrena, naturale: “doveva essere una brava persona”; oppure: “era buono di carattere, espansivo e accogliente ...”

Dobbiamo invece sapere che Abramo viene chiamato "padre di tutti i credenti" e che aveva un rapporto molto diretto e intimo con Dio; gli parlava a tu per tu; per lui la preghiera era un dialogo con il suo amico, Dio. Infatti uno degli altri titoli riferiti a lui è: "Abramo, l'amico di Dio".

La chiamata di Abramo e la sua risposta

Ricordiamo ancora che Abramo è colui che non solo dialoga con Dio nella preghiera, ma ascolta quanto Dio li fa conoscere e muove la sua vita secondo questa Parola che Dio gli rivolge. Abramo è colui che, quando Dio gli dice:

"Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione" (Genesi 12,1-2)

mette in pratica queste parole, cambia i piani della sua vita e inizia un lungo viaggio lasciandosi guidare dal Signore.

Un rapporto fiducioso, un dialogo filiale con Dio

La pronta accoglienza di Abramo nei confronti di quei tre forestieri non nasce da un gesto momentaneo di generosità, ma si radica in un rapporto filiale con Dio, in un dialogo fiducioso che lo fa essere pronto ad accogliere quanto il Signore gli dice. E proprio di qui viene la sua prontezza ad accogliere quei pellegrini.

Ma Abramo che aveva creduto alle parole del Signore, sino al momento di questo incontro con i tre pellegrini, non ha visto nulla realizzarsi di quanto gli era stato promesso. Eppure questo non ha diminuito la sua fiducia e non ha indurito il suo cuore nei confronti degli altri.

A noi, quando siamo provati da varie vicende negative della vita, capita facilmente di diventare più duri, più chiusi nei confronti degli altri.

Ma Abramo sperimenta che vivere fidandosi del Signore - anche se con tempi spesse volte diversi da quelli che noi desideriamo - produce frutti che restano per la vita.

Investire nella preghiera

Stare in ascolto di Dio, stare ai piedi del Signore, spendere tempo per la preghiera, non è vivere passivamente, essere addormentati nei confronti degli altri. Mentre dialoghiamo col Signore, egli ci comunica i suoi sentimenti, ci cambia poco a poco il cuore. Così si diventa e si vive da "amici di Dio".

Quante situazioni dolorose e disumane ci raggiungono ogni giorno! Quante persone - specialmente nell'emisfero Sud del mondo - vivono mancando del necessario vitale, in situazioni di carenze igieniche, sanitarie, senza istruzione!

Il dialogo con Dio ci rende capaci di ascoltare queste voci e suscita in noi capacità creative, ci dà una intelligenza per rispondere a queste grida di aiuto. Grida che non vengono solo da lontano, ma anche da vicino, da persone che vivono nel nostro paese, nella nostra città.

Ai piedi del Signore diventiamo “creature nuove”

Stare ai piedi del Signore come faceva la sorella di Lazzaro e di Marta, Maria - quando Gesù si fermava in quella casa ospitale di Betania, sulla via di Gerusalemme - questa non è inoperosità, non è perdere tempo rispetto - come si dice - alle tante cose da fare.

Stare ai piedi del Signore è rinascere nel cuore, è ricevere qualcosa della tenerezza di Dio per gli uomini; è imparare ad accogliere, come Abramo, persone che altrimenti ci lascerebbero indifferenti.

E facendo così, impariamo come Maria di Betania, a preoccuparci sempre di più di quello che è veramente necessario nella nostra vita. E avere anche la gioia di vedere che le parole del Signore veramente ci fanno rinascere e rendono migliore noi e questo mondo.

L'apostolo Paolo, nella pagina della lettera ai Colossesi (1,24-28) ci invita a comunicare questo “mistero di amore” che ci è stato rivelato, perché di questa vita aperta e accogliente vengano resi partecipi un numero sempre più grande di persone.
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