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parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione dell' 11/07/04
domenica 15ª Tempo Ordinario - anno C
 

Letture: Deuteronomio 30,10-14; Salmo 18; Colossesi 1,15-20; Luca 10,25-37.

Memoria di san Benedetto (547) padre dei monaci d'Occidente e loro guida
con la regola che porta il suo nome.

 
Un samaritano gli si fece vicino,
gli fasciò le ferite ...

Dal Vangelo di Luca,
capitolo 10, da 25 a 37.

25 Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”. 26 Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”. 27 Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. 28 E Gesù: “Hai risposto bene; fa questo e vivrai”.

29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».

30 Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.

33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.

36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. 37 Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Và e anche tu fa lo stesso”.

Alla scuola della compassione del Signore

Come vivere il comandamento dell'amore?

Potremmo tradurre così la domanda che un dottore della Legge – cioè un uomo esperto nello studio della Bibbia – rivolge a Gesù: Come devo vivere per essere un buon cristiano?

La risposta è facile trovarla nella Bibbia stessa. Il comandamento dell'amore verso Dio e verso il prossimo riassume tutto l'insegnamento che Dio ci ha dato. Ma come vivere concretamente questo insegnamento? Che significa amare gli altri in questo tempo?

La risposta di Gesù non è di tipo dottrinale, teorico, ma concreto, partendo da situazioni che si verificavano in quel tempo. Un uomo, mentre è in viaggio viene rapinato, malmenato e abbandonato ai bordi della strada. Passano persone per la stessa strada e di questi uno solo si ferma; lo soccorre, lo porta al posto più vicino dove possa riprendersi e poi continua il suo viaggio.

Per Gesù è importante colui che si ferma accanto all'uomo mezzo morto

L'uomo che si ferma – un samaritano – non era fra le persone ben viste a quel tempo; era giudicato come una persona che non seguiva il vero insegnamento di Dio, una persona da cui tenersi alla larga. Le altre due persone che pure passano per la stessa strada accanto a quell'uomo ferito – un sacerdote e un levita – sono persone religiose, di quelli stimati e onorati; ma questi non si fermano, pur avendolo visto. Anzi lo scansano.

E Gesù conclude il racconto di quest'episodio additando nella persona che si ferma e si prende cura di quell'uomo mezzo morto, come l'esempio da seguire, da imitare: “Va' e anche tu fa lo stesso”.

Viaggiare oggi è molto più facile che ai tempi di Gesù; come pure accorgersi, vedere quello che accade accanto a noi è più facile. Oltre alla possibilità di una maggiore mobilità, ci sono tanti altri modo per vedere e conoscere, per via dei tanti mezzi di comunicazione disponibili: giornali, radio, televisione.

Non solo vedere con gli occhi, ma vedere col cuore

Ma il problema non è quello di vedere. I due uomini religiosi – il sacerdote e il levita – vedono quell'uomo mezzo morto. Il problema è quello di fermarsi. Perché i primi due del racconto evangelico non si fermano e solo il terzo si ferma?

Il Vangelo parlando del samaritano dice: “passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione” . È qui il punto. È un problema di cuore. Più volte i vangeli, parlando di Gesù davanti alle folle, davanti ai malati, davanti a un lebbroso, usano questa espressione: “ne sentì compassione” . E il samaritano è colui che “ne ebbe compassione” .

L'uomo a contatto con Dio si intenerisce nel cuore, si commuove sulle sofferenze degli altri, si fa attento alle voci di chi chiede aiuto. E si ferma.

La fede cristiana non consiste in formule religiose che si ripetono, nell'assistenza passiva a dei riti; essere cristiani significa incontrare Dio – nella preghiera, nella liturgia, nella lettura e riflessione sulla parola di Dio – e da questo incontro lasciarsi trasformare nell'intimo e cominciare ad operare nella propria vita quotidiana con questo sentimento di tenerezza di Dio. Un sentimento che ci coinvolge e ci fa fermare accanto a chi è in difficoltà. Non perché siamo in grado di risolvere tutti i problemi di quella persona; ma per fare quel poco che è nelle nostre possibilità, un poco che nel caso dell'uomo ferito e abbandonato, significa salvargli la vita.

Non si tratta di fare tutto e da soli. Il samaritano si ferma, gli fascia le ferite e poi lo conduce al più vicino albergo facendogli compagnia nella notte. Poi il giorno seguente riprende il suo cammino e c'è qualcun altro che continuerà a pensare a quell'uomo.

Il Signore è il medico del nostro cuore

Noi abbiamo bisogno di Dio perché egli ci cura dalla malattia dell'indifferenza, dell'egoismo che ci indurisce il cuore. Dice il libro del Siracide: “Il Signore è pieno di compassione e di misericordia” (2,11); e più avanti leggiamo: “La compassione dell'uomo è per il suo vicino, la compassione del Signore è per ogni essere vivente” (18,12).

Il rapporto con Dio allarga e approfondisce i nostri sentimenti: dall'affetto per quelli della nostra famiglia, per i nostri figli, Dio ci conduce ad una compassione, una tenerezza che si allarga sempre più per camminare verso la larghezza e la profondità dei suoi stessi sentimenti.

Dal Signore, mite e compassionevole, impariamo a vivere in maniera più umana e solidale con i nostri simili. Ai piedi di Gesù, come Maria, la sorella di Marta, si cresce in umanità, compassione, tenerezza per tutti gli uomini.
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