parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 12/10/03
domenica 28ª tempo ordinario - anno B
 

Letture: Sapienza 7, 7-11; Salmo 89; Ebrei 4, 12-13; Marco 10, 17-30.

 

La parola di Dio è viva, efficace

Dal Vangelo di Marco, capitolo 10, versetti da 17 a 30

17Mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».

20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». 22Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.

23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». 24I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com`è difficile entrare nel regno di Dio! 25E` più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». 27Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».

28Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c`è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, 30che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.

la sapienza che il Signore dona

Andare oltre una vita che ci lascia insoddisfatti

Anche oggi ci mettiamo in ascolto del Signore, lasciando che la sua parola ci penetri dentro, faccia luce nelle pieghe più nascoste del nostro animo e del nostro cuore e ci doni la sua intelligenza, la sua sapienza di fronte alla nostra vita, a come la spendiamo; e di fronte a questo mondo troppo rassegnato alla realtà così come si presenta.

Il Vangelo ci presenta un uomo animato da buona volontà e da sincera ammirazione verso Gesù, che insoddisfatto della vita che conduceva, chiede a lui come fare per avere una vita piena, felice. Egli vive onestamente, rispettando i comandamenti, ma sente il desiderio di qualcosa che lo faccia andare oltre, che gli permetta di vincere la sua insoddisfazione.

Sembra di vedere in quest’uomo che si inginocchia davanti a Gesù l’immagine di tanti uomini e donne di buona volontà, che sentono spesso dentro di sé il desiderio di una vita diversa, ma che poi finiscono per fermarsi come l’uomo del Vangelo, rassegnati alla realtà presente.

Figli di una società ricca

In realtà noi non solo viviamo in una società ricca, ma abbiamo acquisito la mentalità di chi vive dipendente da tante cose, alcune utili e tante altre inutili. C’è un attaccamento alle cose, ai beni, una fame che è diventata insaziabile e che genera insoddisfazione.

Siamo insoddisfatti e per questo cerchiamo di avere di più. Ma il possesso di altre cose non elimina la nostra insoddisfazione. Lo sguardo tenero di Gesù su quest’uomo – “Gesù fissatolo lo amò” - è lo sguardo suo su ciascuno di noi, lo sguardo di chi desidera liberarci da questa schiavitù, insoddisfazione. Ma la via è quella della liberazione dalla dipendenza pesante delle cose.

C’è come una prigionia che ci fa pensare solo a noi stessi, nonostante tante volte abbiamo degli impeti di generosità, dei desideri di uscir fuori da quello che viviamo abitualmente. Questa prigionia finisce col farci accettare il mondo così com’è, con le sue guerre, le violenze, l’ingiustizia di tanti che non hanno il necessario per vivere, per curarsi.

“Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!” (Marco 10 23) – dice Gesù. E noi siamo ricchi, anche il più povero fra noi è ricco di fronte a tanti paesi dell’Africa dove manca tutto, dove le possibilità di sopravvivere sono scarse, dove tanti bambini muoiono nei primi anni di vita. Chi pensa troppo a sé finisce col non vedere e pensare a questa folla di miseri e poveri che grida.

La via della libertà

Ma c’è una via che possiamo cominciare a percorrere e che passa per l’ascolto della Parola del Signore. L’ascolto genera la fede e la fede rende possibile quello che appare difficile o impossibile.

Quello che accomuna i primi discepoli del Signore - il ricco Matteo o Zaccheo il pubblicano e i poveri pescatori della Galilea o Simone lo zelota che cercava il cambiamento nella ribellione ai soldati romani che occupavano la Palestina - è l’aver ascoltato la parola del maestro.

La Parola del Vangelo penetra nell’intimo di ciascuno, “fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito” (dice la lettera agli Ebrei – 4,12) “e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”. Essa ci libera dall’orgoglio, dai pensieri violenti, dall’amore per noi stessi che crea solitudine, ci fa contrapporre agli altri e non ci fa avere veri amici.

Il Vangelo accolto nella nostra vita, giorno dopo giorno, ci rende fratelli, ci dona una famiglia, ci rende umili, ci rende capaci di ascoltare gli altri e non solo noi stessi, ci fa entrare in quella vita che quell’uomo del Vangelo cercava.

Ognuno può scegliere per sé e per gli altri un futuro diverso

Qui ognuno di noi si trova a scegliere: di restare con le proprie cose e andarcene per la propria strada, come quell’uomo del Vangelo che se ne andò afflitto; oppure come tutti quelli che hanno scelto di ascoltare e accogliere le parole del Signore.

Gli ascoltatori della Parola del Signore diventano nel mondo di oggi donne e uomini che vivono secondo una cultura che vince le divisioni, accorcia le distanze, accoglie gli esclusi e allarga gli spazi di pace, sottraendoli a quelli della guerra, dello scontro, del protagonismo che umilia gi altri.

La Parola del Signore ci dona una sapienza, una intelligenza della vita di fronte a Dio e di fronte agli altri. Con essa vengono a noi e agli altri i beni della fraternità, della comprensione, di una vita più attenta gli uni agli altri, più umana, più solidale.

Invochiamo dal Signore la sua sapienza, più preziosa di ogni ricchezza terrena, della stessa salute e della bellezza. Essa diventa la madre di tutti i beni, un tesoro inesauribile di umanità, di amicizia fra gli uomini.