parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 20/07/03
domenica 16ª tempo ordinario - anno B
 

Letture: Geremia 23, 1-6; Salmo 22; Efesini 2, 13-18; Marco 6, 30-34.

"Venite in disparte e riposatevi"

dal Vangelo di Marco, capitolo 6, versetti 30-34.

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.

31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò».

Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. 32Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.

33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.

34Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

L'INCONTRO COL SIGNORE RENDE LA NOSTRA VITA FECONDA

Il nostro incontro settimanale col Signore

L'incontro col Signore che viviamo ogni settimana, riuniti attorno a Lui, è l'incontro del Signore con i suoi discepoli. Anche oggi, come è accaduto tante volte in Galilea con i suoi primi discepoli, incontrarsi col Signore significa ascoltare quanto egli ci dice, viverlo nella settimana che abbiamo davanti e tornare per raccontargli quanto abbiamo fatto di quello che Egli ci ha detto, riferirgli ciò che abbiamo cercato di comunicare agli altri; e ricevere nuove indicazioni per il tempo che viene.

La pagina del Vangelo di domenica scorsa ci parlava di Gesù che manda i suoi discepoli, due a due, in mezzo alla gente, senza mezzi ma solo con la forza che viene da lui. E ora questi discepoli tornano per raccontargli e stare assieme con Lui. Per noi l'incontro col Signore nella liturgia di oggi - e ogni volta che ci ritroviamo nella santa Liturgia - è ritrovarsi familiarmente con lui per ascoltare e raccontare.

Impariamo a raccontare al Signore come viviamo il Vangelo

Che cosa abbiamo vissuto in questa settimana di quanto ci ha detto il Signore? Abbiamo incontrato i nostri fratelli più poveri? Ci siamo fatti loro vicini? Abbiamo accolto le loro domande? Siamo andati a cercare quelli che il Signore ci ha affidato? Abbiamo cercato di comunicare agli altri, nelle varie circostanze un senso della vita così come lo andiamo conoscendo attraverso il Vangelo?

Non riduciamo il nostro incontro col Signore e il nostro dialogo con Lui solamente a quelle che sono state le nostre preoccupazioni di questa settimana, le difficoltà incontrate in famiglia o sul lavoro. Certamente al Signore noi presentiamo tutto, anche le nostre situazioni personali, le più piccole o più comuni. Ricordiamo anche che il Signore ha detto: "Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Matteo 6,33).

Anche oggi c'è una grande folla che cerca il Signore

Ma mentre stiamo col Signore, accade anche a noi quanto accadde quel giorno a Cafarnao: mentre Gesù e i discepoli salgono in barca e attraversando il lago di Galilea si dirigono dall'altra parte della riva, c'è tanta gente che cerca Gesù. E a piedi lo precede e si fa trovare sulla riva opposta del lago al momento dello sbarco.

Nella santa Liturgia sentiamo risuonare le domande che provengono da tanti che sono in cerca di qualcuno che li ascolti, li comprenda, li aiuti, li accompagni. Sentiamo le voci che provengono da tanti paesi dell'Africa dove ancora non c'è pace, come in Liberia e in tante altre nazioni. Sentiamo le richieste di aiuto provenienti da bambini che in quel continente non hanno medicine, non hanno i mezzi per nutrirsi del cibo necessario alla loro crescita.

E poi sentiamo le voci più vicine a noi provenienti dai poveri delle nostre città, dagli anziani rimasti soli, da quelli che vivono negli istituti in mezzo a tante difficoltà … da quelli che vivono per strada …

La commozione di Gesù ci aiuta a guarire dalla nostra indifferenza

Quando Gesù scende dalla barca e vede tanta gente ad attenderlo "si commuove per loro, perché sono come pecore senza pastore e si mette ad insegnare loro molte cose". Così leggiamo nel Vangelo di Marco (6,34). E la nostra frequentazione col Signore ci porta gradualmente ad avere i suoi sentimenti, ci comunica la commozione per tanti che cercano il Signore.

Il Signore è colui che accorcia le distanze fra noi e gli altri, fra noi e i poveri. Egli vede i tanti muri creati dalla nostra indifferenza, dalla solitudine in cui tanti vengono lasciati. Egli viene a creare amicizia fra noi e gli altri, a "rendere vicini quelli che prima erano lontani" (cfr. Efesini 2,13), a fare la pace. Egli è la nostra pace e ci rende solidali gli uni con gli altri, permettendoci di "presentarci, gli uni gli altri, al Padre in un solo Spirito" (Efesini 2,18).

Usiamo questo tempo d'estate per cercare più frequentemente il Signore, stare ai suoi piedi come Maria, la sorella di Marta (cfr. Luca 10,38-42), prendendo in mano ogni giorno la Scrittura, leggendola e meditandola.

Conosceremo sempre più l'amore del Signore per gli uomini, la cura che egli ha per ciascuno e l'opera sua per riunire gli uomini, instillare in loro sentimenti di comunione e di pace. Impareremo a diventare più attenti gli uni agli altri, specialmente a quelli che sono più deboli; e sperimenteremo la bontà e la dolcezza dei sentimenti del Signore, della sua commozione e della sua misericordia.