parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 13/07/03
domenica 15ª tempo ordinario - anno B
 

Letture: Amos 7,12-15; Salmo 84; Efesini 1,3-14; Marco 6, 7-13.

"Li mandò a due a due"

dal Vangelo di Marco, capitolo 6, versetti 7-13.

7Allora Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi.

8E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.

10E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. 11Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro".

12E partiti, predicavano che la gente si convertisse, 13 scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

IL SIGNORE CI APRE AL MONDO INTERO

È bello seguire il Signore!

Come cambia e come diventa bella la nostra vita se ci mettiamo a seguire il Signore che ci chiama!

Amos, un ebreo vissuto ai tempi del re di Israele Geroboamo II (787-747 prima di Cristo), ci racconta della sua chiamata a seguire il Signore ed è molto consapevole di quanto la sua vita sia profondamente cambiata: "non ero profeta, né figlio di profeta; ero un pastore e raccoglitore di sicomori; il Signore mi prese di dietro al bestiame e il Signore mi disse: Va', profetizza al mio popolo…" (Amos 7,14-15).

L'apostolo Paolo scrivendo ai cristiani di Efeso, invita la comunità a ringraziare il Signore "che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale … ci ha scelti per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità … la sua grazia egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza" (Efesini 1,3-8).

Gesù stesso, quando vede i discepoli tornare dalla missione per cui erano stati inviati, pieno di gioia, "esultò nello Spirito Santo e disse: Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli" (Luca 10,21).

I discepoli del Signore non confidano nei propri mezzi

Infatti egli aveva mandato i suoi amici più intimi, i dodici apostoli, senza mezzi, senza istruzione particolare, per comunicare il suo Vangelo e portare la guarigione ai malati, la liberazione agli oppressi e ai prigionieri: "incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche" (Marco 6,7-9).

La forza dei discepoli, la forza della Chiesa, non dipende dalle proprie capacità, dalla ricchezza dei mezzi a disposizione. La forza dei discepoli è solo nel Signore e l'unico bagaglio è il Vangelo. L'unica tunica di cui vestirsi è la misericordia. L'unico bastone su cui poggiarsi è la carità.

I Padri della Chiesa, con grande sapienza, ricordano che Gesù mandò i discepoli due a due perché l'amore vicendevole fosse la loro prima predicazione. Del resto, se non ci si vuole bene, quale valore hanno le nostre parole?

Immaginiamo la scena di Gesù che chiama i discepoli due a due. Mentre sfilano davanti a lui, ricevono il nome della contrada in cui recarsi e il potere di cacciare i demoni. Le indicazioni che dà loro sono per persone che devono stare in viaggio. Il loro corredo sarà dei più modesti, come viaggiatori che non devono essere impacciati da nulla. Sandali ai piedi e bastone del pellegrino indicano anche a noi oggi che il discepolo di Gesù non è mai un sedentario, uno che vive per se stesso, chiuso nei propri recinti abituali.

Gesù ci apre al mondo

Noi, come discepoli del Signore, viviamo per andare incontro agli uomini ovunque essi siano, per comunicare loro il Vangelo e per guarire le loro infermità. Si apre davanti a quei primi discepoli - come ai discepoli di ogni tempo - una missione che non ha confini e ci chiede di andare sempre oltre.

La parola di Gesù, del suo vangelo, ci apre il cuore al mondo, ci dona lo sguardo di Gesù che si commuove sulla folla che non ha riferimenti e guide. Il Vangelo ci rende appassionati per gli uomini, senza escludere nessuno, desiderosi di comunicare il senso della vita come ce la fa conoscere il Signore.

Per questo gli anziani soli ci interessano; ci interessano i giovani, gli stranieri, le persone di altre religioni, gli uomini che cercano di rendere migliore questo mondo; ci interessa la sofferenza dei paesi che stanno in guerra, la condizione di quelli che vivono senza medicine per curarsi. Il Vangelo ci dà il respiro di Gesù, il respiro di Dio.

Per questo è importante che ogni giorno ci nutriamo del Vangelo, sperimentando la sua forza e sentendo che è possibile vivere senza l'ossessione del possesso delle cose, dell'abbondanza dei mezzi, come ci dice il Signore:

"per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? …

Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Matteo 6,25-33).