parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 02/02/03
4ª domenica Tempo Ordinario - anno B Presentazione del Signore
 

Letture: Malachia 3,1-4; Salmo 23; Ebrei 2,14-18; Luca 2,22-40.


"Ora lascia, o Signore,
che il tuo servo vada in pace"

dal Vangelo di Luca, capitolo 2, versetti 22-40.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c`era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d`Israele; 26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, 28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; 30perché i miei occhi han visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli, 32luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C`era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

L'INCONTRO GIOIOSO DI GIOVANI E ANZIANI
ATTORNO AL SIGNORE

Una processione che si rinnova ancora oggi

Celebriamo oggi la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, quaranta giorni dopo la sua nascita. È una delle poche feste che si celebra alla stessa data nelle Chiese di Oriente e di Occidente.

A Gerusalemme una processione per le strade della città ricorda il viaggio di Maria e Giuseppe che con Gesù da poco nato vanno da Betlemme a Gerusalemme. In alcune chiese ancora oggi la liturgia inizia con una piccola processione che ricorda questo viaggio. La luce che viene consegnata nelle nostre mani ci unisce a Simeone e Anna, che accolgono il Bambino, "luce che illumina le genti", come canta il vecchio Simeone.

Noi ci uniamo oggi a quelle quattro persone, Maria e Giuseppe, Simeone ed Anna, che parteciparono per la prima volta alla processione di oggi, andando verso il Tempio.

Se scegliamo veramente per il Signore
conosciamo una rinascita del nostro essere

Già da questo primo incontro, attraverso le parole del vecchio Simeone, possiamo comprendere qualcosa del futuro di Gesù: "Egli sarà rovina e risurrezione per molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori" (Luca 2,34-35). Egli è l'atteso dei popoli e sarà "come il fuoco del fonditore e la liscivia dei lavandai. Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento" (Malachia 3,2-3).

Questo vuol dire che davanti al Signore Gesù ognuno è chiamato a scegliere: accogliere o rifiutare la salvezza che egli viene a portare. E chi si mette a camminare con lui, seguendo il suo Vangelo, sperimenterà la purificazione profonda del suo essere, la rinascita umana e spirituale che viene da Lui. Ogni discepolo del Signore conosce la gioia di un rinnovamento della mente e del cuore: veramente egli ci affinerà come avviene per l'oro e l'argento quando viene lavorato.

Come vivere la vecchiaia

La figura di questi due anziani, Simeone ed Anna, che vanno incontro al Signore, ci mostra un altro modo di essere vecchi, rispetto a quello che vediamo nella nostra società odierna.

In una società in cui quello che solo conta è la forza e la ricchezza, la vecchiaia viene vista e vissuta come un naufragio, una disgrazia, un tempo più da subire tristemente che da vivere con speranza. E noi vediamo sempre di più in questa società donne e uomini anziani, che pensano con rassegnazione e tristezza al loro futuro.

La preghiera che sale dal cuore del vecchio Simeone, mentre prende tra le sue braccia il bambino, "Ora lascia Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola", è un canto pieno di consolazione e di pace.

Questo canto di Simeone ed Anna agli uomini moderni può apparire inconcepibile e incomprensibile. Essi sembrano uscire dal coro affollato di gente triste e angosciata e dire a tutti: È bello essere anziani! La vecchiaia si può vivere con pienezza e con gioia. Essi ci annunziano la buona notizia del Vangelo, ci dicono che quel bambino che non è forte né ricco, anzi debole e povero, può consolare, può rallegrare e rendere persino operosa la vecchiaia.

È vero che con gli anni si affievoliscono le forze, e quello che ieri facevamo normalmente ci diventa oggi più complicato e difficile. Ma nel Signore Gesù, nel suo Vangelo noi, anche se anziani, troviamo una nuova compagnia, una nuova energia, un senso per la stessa vecchiaia.

Incontri che purificano e rinnovano

Penso all'incontro del gruppo di anziani che ogni settimana si ritrova attorno al Vangelo, per purificarsi da quella mentalità del mondo che davanti al venir meno delle forze rende tristi, fa sentire inutili e fa temere per il futuro. Quel piccolo libro dei Vangeli, preso fra le mani e nel cuore, letto e meditato con cura, opera ancora oggi miracoli. Esso fa uscire fuori le proprie angosce e paure, crea amicizie nuove, fa nascere alla fiducia, dona gioia e consolazione.

La fragilità non è una condanna quando si incontra con l'amore e la forza di Dio.

È questo quello che poco a poco comprendono quei giovani e adulti che spinti dal Vangelo hanno cominciato a visitare ogni settimana gli amici anziani che vivono negli ospizi e rimangono soli nelle loro case: questo incontro che chiamerei "santo incontro" fra giovani e anziani, fra adulti e vecchi, dona un senso nuovo alla nostra e alla loro vita, ci rende solidali e insieme ci apre alla forza di amore del Signore, ci purifica e ci rinnova, ci apre alla mitezza e alla misericordia, ci riconcilia gli uni con gli altri.