parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 04/05/03
3ª domenica di Pasqua - anno B
 

Letture: Atti 3,13-15.17-19; Salmo 4; 1 Giovanni 2,1-5; Luca 24,35-48.

Gesù appare ai discepoli

dal Vangelo di Luca, capitolo 24, versetti 19-31.

19L35Di ritorno da Emmaus, i discepoli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 37Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.

38Ma egli disse: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho".

40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?". 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

44Poi disse: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi".

45Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: 46"Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni".

I CRISTIANI SONO I TESTIMONI DELL'AMORE E DELLA PACE

Da Gerusalemme al mondo intero: annunziare il vangelo della pace

Il racconto evangelico di oggi si colloca ancora a Gerusalemme, la città del cenacolo, della passione e morte di Gesù, ma anche la città dove egli è risorto dalla tomba e la città da dove sono partiti i discepoli per portare il Vangelo al mondo intero.

I discepoli sono riuniti, stanno insieme. È il primo giorno della settimana, il nuovo giorno, che i cristiani cominceranno poi a chiamare "domenica", giorno del Signore.

Varie notizie si sono susseguite in poco tempo nel giorno di Pasqua. Le donne che trovano il sepolcro vuoto, Maria di Magdala che vede il Signore risorto, due discepoli che lo hanno incontrato lungo la strada da Gerusalemme ad Emmaus. Gli Undici sono frastornati, incerti. Forse anche per questo preferiscono stare assieme.

E Gesù ancora una volta è lui ad andare loro incontro. E il saluto è ancora: "Pace a voi!". Quella pace che è il segno di Dio, il nome di Dio. Pace che noi cerchiamo ancora troppo poco e viviamo non ancora pienamente. Gesù aveva detto: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Matteo 5,9).

Chi opera per la pace è figlio di Dio

Gesù, figlio di Dio, è la pace, porta pace e invita alla pace. E i suoi discepoli non possono essere e fare altrimenti. Il papa, mettendo piede in Spagna nel suo ultimo viaggio in quella terra, ha detto rivolto ai giovani, esprimendo la sua primaria preoccupazione:

"Voi sapete bene quanto mi preoccupa la pace nel mondo. La spirale della violenza, il terrorismo e la guerra provoca ancora ai nostri giorni, odio e morte. La pace - lo sappiamo - è prima di tutto un dono che viene dall'alto, che dobbiamo chiedere con insistenza e che dobbiamo costruire con tutti per mezzo di una profonda conversione interiore. Per questo vi chiedo di coinvolgervi nell'essere operatori e artefici di pace. Rispondete alla violenza cieca e all'odio disumano con l'affascinante potere dell'amore".

È l'amore che muove il Signore Gesù incontro ai discepoli. È l'amore che muove i discepoli di Gesù incontro agli uomini. Gesù, mosso dall'amore, si mette a dialogare con questi discepoli stupiti e spaventati, che sono ancora increduli. Dialoga con i loro dubbi, comprende le loro difficoltà, aiuta a sciogliere resistenze e incertezze.

Guardare le ferite nel corpo del Signore, i poveri di oggi

E poi mostra quelle ferite alle mani e ai piedi: sono i segni della sua passione, del dolore, ma anche dell'amore che non si è fermato davanti al processo e alla condanna a morte. Invita a guardare e a toccare quelle ferite.

Il corpo ferito del Signore si manifesta oggi nei tanti uomini e donne feriti nel corpo e nell'anima. Sono i poveri che ci circondano, sono le tante vittime della ingiustizia, dell'abbandono. Gesù ripete a noi oggi: "Toccatemi e guardate". C'è bisogno di toccare, vedere da vicini questi uomini doloranti e feriti, che sono il corpo del Signore. Per questo Gesù aveva detto: "ogni volta che aiutate una di queste persone, voi l'avete fatto a me" (Matteo 25,40).

E non sono pochi quelli che pur dicendosi cristiani, non vogliono toccare e vedere da vicino questi uomini doloranti … Chi si avvicina loro viene toccato nel cuore e aiutato a convertirsi a una vita vissuta secondo "il dare" e non secondo "l'avere".

Il nostro incontro col Signore, la domenica

Gesù si mette a mangiare con i discepoli, per sciogliere ogni dubbio, per stare familiarmente con loro. È l'esperienza della liturgia, se la viviamo nella dimensione di un incontro bello col Signore: che sta con noi, ci parla, ci nutre con la sua Parola e col suo Corpo offerto a noi.

I discepoli avevano ancora bisogno di comprendere il senso delle Scritture, da Abramo a Mosè, a quello che avevano detto i Profeti sulle sofferenze che il Messia avrebbe dovuto soffrire. E Gesù si mette con amore e con pazienza a spiegare loro le Scritture:

"Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: "Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni"…" (Luca 24,45-48).

Leggere, rileggere e meditare le Scritture

Le pagine della Scrittura che ci vengono offerte nella liturgia festiva vanno rilette, meditate, per lasciarci aiutare anche noi nella comprensione della via di Dio, via di pace, di donazione, via del dare, tanto diversa da quella logica del mondo che ci spinge soprattutto ad avere, a possedere sempre di più.

Leggendo la pagina degli Atti proposta per questa domenica, sembra di vedere che Pietro ha fatto tesoro di queste spiegazioni affettuose del Signore. Egli dopo la Pentecoste comincia a parlare al popolo e dice:

"Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato …voi … avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni … Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza …Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati" (Atti 3,13-19).

Se abbiamo nel cuore ancora dubbi, confusione, se ci poniamo domande come quella ricordata dal salmista: "Molti dicono: Chi ci farà vedere il bene?", troviamo la risposta ancora nelle parole del salmo:

"Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto… In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare" (dal salmo 4).