parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 27/04/03
2ª domenica di Pasqua - anno B
 

Letture: Atti 4, 32-35; Salmo 117; 1ª Giovanni 5, 1-6; Giovanni 20, 19-31.

Gesù e l'apostolo Tommaso

dal Vangelo di Giovanni, capitolo 20, versetti 19-31.

19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch`io mando voi".

22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; 23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c`era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 27Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". 28Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".

30Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

LA FORZA DEL RISORTO È COMUNICATA A NOI

La Pasqua: dono a ciascuno perché rinnoviamo il cuore e la vita

Abbiamo celebrato un'altra Pasqua. Ogni Pasqua è un dono sempre nuovo a ciascuno di noi perché rinnoviamo il nostro cuore e la nostra vita. Un dono fatto a tutta la Chiesa, alla nostra comunità, perché in questo mondo lacerato dalle guerre e dalle violenze, noi come discepoli riuniti dal suo amore, diventiamo luoghi della compassione e dell'amore, luoghi della solidarietà e della pace.

Quell'uomo Gesù che abbiamo visto come uno sconfitto nei giorni della passione, della sua morte in croce e della deposizione nel sepolcro, non è rimasto prigioniero della tomba. Egli è il Signore della vita, la vita che non finisce. E questa vita egli viene a donarci.

Dopo essere apparso a quelle povere donne che erano andate al sepolcro per compiere un gesto di compassione sul suo corpo, egli si mostra ai discepoli. Ai discepoli che sono impauriti e per questo chiusi nel luogo dove tante volte si erano riuniti con il loro maestro, a questi discepoli Gesù si mostra. È lui che li va a cercare, si ferma in mezzo a loro e dice: "Pace a voi".

La pace di Gesù nasce dal suo amore per noi

Ci sarebbe stato da rimproverarli per la loro infedeltà, per averlo lasciato solo nelle ore della Passione. Ma Gesù è pieno di compassione e di amore per loro e per questo la prima parola che dice è: "Pace! Pace a voi!".

Mostra loro le mani e il costato con i segni delle ferite, a ricordare loro le ferite che segnano la vita di tanti. Le sue parole e il segno delle ferite ci fanno comprendere il suo cuore, ci chiamano a percorrere la via del suo amore.

Quanti luoghi dimenticati dagli uomini dove c'è gente ferita nel corpo e nello spirito, gente ferita dalla guerra, dalla violenza, dall'ingiustizia, dalla solitudine, dalla dimenticanza! Gesù si fa vicino a questi luoghi dimenticati chiede ai discepoli di fare altrettanto. Egli dice ai discepoli: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".

Quella pace che il Signore dà a noi, noi riceviamo il compito di darla agli altri. Come Gesù si è avvicinato a noi dandoci il suo amore e quello del Padre suo, così noi siamo inviati agli altri come persone che portano pace, riconciliazione; e manifestano la compassione e l'amore del Signore.

Mandati dal Signore a stabilire la pace fra gli uomini

In un mondo segnato dalla sfiducia, dalla preoccupazione, dal pensare solo a se stessi, per salvare la propria vita, Gesù manda anche noi con la forza del suo amore e della compassione per stabilire la pace fra gli uomini.

C'è bisogno di comunicare il Vangelo della vita a tutti, è urgente comunicare il Vangelo del risorto, annunciare al mondo la sua vittoria, la vittoria della vita sulla morte.

Non dubitiamo, non restiamo diffidenti. Quando quei primi discepoli, a Tommaso che non era con loro, dicono di aver visto il Signore, egli non crede, non si fida. Vuole credere solo a quello che egli vede e tocca.

E ancora una volta vediamo quanto è grande la pazienza e l'amore del Signore. Quando otto giorni dopo Gesù si manifesta di nuovo ai discepoli, questa volta c'è anche Tommaso. E Gesù gli si fa incontro, e mette a nudo la sua diffidenza e incredulità. E lo vince con l'amore, andando incontro alla sua debolezza.

La domenica è il giorno del nostro incontro col Signore

Ogni volta che noi celebriamo la santa liturgia, ogni settimana, quel giorno è memoria del giorno di Pasqua. Da quel primo incontro dei discepoli con Gesù, il primo giorno della settimana, e poi otto giorni dopo, da questo è nato l'incontro dei credenti nel giorno che abbiamo cominciato a chiamare la domenica.

La domenica è il giorno dell'incontro col risorto, che si fa ogni volta incontro a noi, ci parla, si fa vicino e ci aiuta a sciogliere la nostra incredulità e i nostri dubbi. Fidiamoci, impariamo ad accogliere le parole del Signore. Andiamo e portiamo a tutti la parola di vita del Vangelo, l'annuncio che questo mondo può cambiare, la guerra può essere eliminata, gli odi si possono cancellare, la violenza può essere bandita, i poveri vengono amati e non più umiliati e i bambini possono crescere nella pace. Questo è il dono della Pasqua che il Signore di nuovo fa a noi. C'è fretta, c'è bisogno di correre. Non restiamo fermi nelle nostre abitudini, non continuiamo a seguire la nostra testardaggine, non restiamo ancora bloccati nelle nostre durezze.

Questo mondo ha bisogno di cristiani veri, che si aiutano, che vivono uniti, che vanno d'accordo, che si fanno vicino ai poveri e li liberano dalla loro oppressione e solitudine.

La forza dei discepoli, dei veri cristiani, nel mondo di oggi

La forza del Vangelo, le parole di Gesù di riconciliazione e di pace fanno di noi una comunità, una famiglia vera di discepoli che manifestano al mondo che si può vivere in pace, che si può vivere la fraternità. "Quelli che erano venuti alla fece avevano un cuore solo e un'anima sola - leggiamo negli Atti degli Apostoli - e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune".

Questo mondo ci predica il vangelo dell'amore per se stessi, dell'accumulo di tante cose, che non danno felicità ma piuttosto dividono, creano gelosie, generano a volte violenze, creano ingiustizie e povertà. I poveri nella nostra società sono il segno di questa frattura, di questo rinchiudersi ciascuno in se stesso e nelle proprie preoccupazioni.

Se accogliamo le parole del Signore, la forza del suo Spirito viene in noi, ci rende capaci di unire, rendere fratelli, vincere le divisioni e comunicare amore. Lo Spirito ci insegna una nuova lingua, quella dell'amore, che è la lingua del cuore, che è la lingua del Signore Gesù.

Se crediamo alle sue parole e le accogliamo, le facciamo nostre, noi possiamo vincere il mondo. La nostra fede - dice l'apostolo Giovanni - vince il mondo; chi crede in Gesù figlio di Dio e signore della vita, vince questo mondo, il male di questo mondo con le sue divisioni e semina pace.

Quella pace che il Signore dona a noi, noi la doniamo agli altri. Questo mondo ne ha bisogno.