parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 20/04/03
Pasqua di Resurrezione - anno B
 

Letture: Atti 10, 34.37-43; Salmo 117; Colossesi 3,1-4; Marco 16, 1-8a.

Gesù risorto dona vita nuova

dal Vangelo di Marco, capitolo 16, versetti 1-8a.

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.

2Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. 3Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall`ingresso del sepolcro?».

4Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. 5Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d`una veste bianca, ed ebbero paura.

6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura!

Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E` risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l`avevano deposto.

7Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto».

8Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento.

LA VITA NASCE DA UNA TOMBA

L'annuncio della resurrezione.

Ancora una volta è risuonato il Vangelo della resurrezione. L'angelo del Signore lo grida al mondo intero, lo ripete ad ogni comunità raccolta per questa Pasqua, in tante parti del mondo.

Siamo riuniti per gioire assieme della resurrezione del Signore e rafforzare la nostra comunione d'amore. La Pasqua torna, e torna come un dono sempre nuovo, un dono a ciascuno di noi perché rinnoviamo il nostro cuore e la nostra vita; perché in questo mondo lacerato dalle guerre e dalle violenze, ciascuno di noi, ovunque sia diventi testimone della compassione e dell'amore, testimone della solidarietà e della pace.

Il Vangelo della resurrezione parla di tre donne che si recano al sepolcro all'alba del primo giorno della settimana. Esse hanno seguito Gesù dalla Galilea, sono rimaste con lui nei tre anni della vita pubblica. Non l'hanno mai lasciato e sono state con lui sotto la croce.

Ora, dopo la sua morte, mentre tutto ormai sembra finito dietro quella pietra pesante che chiude la tomba, quelle donne vogliono fare un ultimo atto di compassione verso il corpo ormai senza vita del loro maestro.

Non cedono alla paura, come i discepoli, i quali sono fuggiti subito e poi si sono ritirati nei loro luoghi appartati. Loro invece, tre povere e deboli donne, non possono separarsi dal loro maestro che le ha capite, le ha amate come nessun altro. Esse si sono lasciate travolgere dall'amore di Gesù, hanno appreso il linguaggio del cuore, che è il linguaggio di Gesù.

Il linguaggio del cuore

Queste povere donne si fanno vincere dal linguaggio dell'amore, della compassione, che le porta a non abbandonare il Signore, neppure ora che è morto. Maria di Magdala voleva ancora fare quello che aveva compiuto alcuni giorni prima, ungendo il capo di Gesù di unguento prezioso. Voleva ancora compiere un gesto di compassione sul corpo del suo maestro, sebbene fosse senza vita.

Ognuno di noi, ogni comunità, si può paragonare a quelle donne e al giovane discepolo che stavano sotto la croce. Ogni comunità è un popolo di donne, un popolo di piccoli.

Ci siamo ritrovati più volte, nei giorni di questa santa settimana, per stare accanto al Signore, per capire il suo cuore, per apprendere ad amare. Lo abbiamo accolto festanti con le palme, ma poi ci siamo trovati con lui nella sua passione, sin sotto la croce. E poi, come quelle donne, siamo accorsi al sepolcro. Ci siamo fermati davanti al suo sepolcro. La Pasqua inizia sempre davanti alla tomba, davanti alle tombe.

Una nuova vita.

Quelle donne sono preoccupate: come avrebbero potuto togliere la pietra che chiudeva il sepolcro per ungere il corpo morto di Gesù? Anch'esse pensano che tutto è terminato. Non sanno che Gesù, come si è comportato con loro da vivo, si sarebbe comportato anche da morto. Gesù, neppure da morto pensò a se stesso.

Dopo la sua morte Gesù "discese agli inferi", come professiamo nel Credo. Scende negli inferi per liberare tutti coloro che lo hanno preceduto, da Adamo fino a Giovanni Battista. E a tutti ha detto: "Oggi sarete con me in paradiso". Li ha presi sulle sue spalle e li ha condotti nel regno che in quel giorno apre le sue porte a tutti.

Ma Gesù continua a scendere negli inferi di questo nostro mondo, continua a scendere nei luoghi dimenticati dagli uomini, là dove la vita è come sotto terra, là dove gli uomini e le donne sono schiacciati dal male, dalla guerra, dalla violenza, dall'ingiustizia, dalla fame, dalla solitudine, dalla dimenticanza, dall'attesa della condanna a morte.

Gesù è sceso nelle città irakene, è sceso nelle fosse piene di cadaveri, è sceso tra i morti sotto le macerie, è sceso a consolare il pianto delle vedove e degli orfani.

E anche noi, partecipi della compassione di Gesù, oggi vogliamo essere vicini a questo popolo che, già martoriato da anni di embargo, ha dovuto subire anche una guerra.

La risurrezione parte dalla tomba di Gesù, parte dalle tante tombe degli uomini, dai tanti luoghi di dolore e di afflizione. Se non sentiamo la preoccupazione - la stessa di quelle donne - di togliere la pietra pesante che schiaccia i più deboli, se non entriamo, come fecero quelle donne, - così scrive il Vangelo di Marco - dentro il sepolcro, dentro le ferite che il male procura agli uomini, non potremo comprendere cos'è la risurrezione, e neppure capire - e quindi gioire - dell'annuncio di questa Pasqua.

Ogni comunità di discepoli, è come quelle tre donne.

Cercare Gesù senza paura

Anche a noi l'angelo vestito di bianco che ha rotolato via la pietra dal sepolcro, dice: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui.. ..Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto".

I discepoli avevano dimenticato le parole di Gesù, che tante volte aveva detto loro che sarebbe risorto dai morti. I discepoli lo avevano dimenticato, così come tante volte anche noi dimentichiamo la Parola di Dio, presi come siamo dal nostro orgoglio e dalle nostre abitudini ristrette e pigre, dalla preoccupazione per noi stessi.

Nei giorni di questa settimana santa la Parola di Dio ci è stata data con ricchezza ed abbondanza. Ed è stato riversato nei nostri cuori un tesoro prezioso di sapienza evangelica ed umana che ci permette di essere, in questo mondo, testimoni sapienti di misericordia, operatori attenti di pace, uomini e donne generosi nella compassione.

L'annuncio della risurrezione di Gesù ci riempie di gioia, quella gioia che viene in noi in questo giorno. Ma la Pasqua, non è un fatto privato che si ferma a tre povere donne, o che si chiude nelle mura di questa chiesa, nella nostra comunità.

L'annuncio della Pasqua è per il mondo intero, e giunge come quel terremoto di risurrezione di cui parlano i Vangeli. Viene annunciato a noi e a tutte le comunità sparse nel mondo, perché lo comunichiamo in ogni paese, in ogni città e fino ai confini della terra.

Il sogno bello del Vangelo

Il Signore Gesù ci coinvolge nel mistero della risurrezione, ch'è un mistero universale, un mistero che abbraccia l'intera creazione. Tutti siamo chiamati a preparare un mondo nuovo, dove la guerra non ci sia più, gli odi siano cancellati, la violenza bandita, i poveri amati e non più umiliati, e i bambini possano crescere nella pace. È il grande sogno della risurrezione che in questa Pasqua ci viene ancora una volta consegnato. La fede nel risorto ce lo fa vivere fin da ora e ci fa sperare per tutti: la tombe potranno essere aperte!

In questa Pasqua noi celebriamo la tomba che si apre e la vita che risorge. Non possiamo più indugiare. "Ora andate!", dice l'angelo alle donne. Sì, c'è fretta.

C'è come una corsa da vincere: da una parte c'è l'affermarsi delle guerra e della violenza e dall'altra la forza debole dell'amore e della compassione. Quelle donne, ancora una volta, ci stanno dinnanzi indicandoci nella forza debole dell'amore e della compassione la via per stabilire la pace. Seguiamo queste donne!

Quelle donne, anche se piene di timore e di spavento, hanno compreso che Gesù non è morto e che rimarrà con loro per sempre: vanno a dirlo agli altri discepoli. È urgente comunicare il Vangelo a tutti. È un piccolo gruppetto di donne che inizia.

Esse accolgono la voce dell'angelo che le invita ad annunciare al mondo la vittoria della vita sulla morte, e la portano ai discepoli.

Alla voce di queste donne si uniscono le voci di tante comunità, quelle più grandi, quelle più piccole, riunite come noi in questa Pasqua. E tutti assieme, come a formare una unica grande voce, diciamo, in ogni parte della terra, che la morte non ha più potere sulla vita, che le tombe di questo mondo non sono più chiuse per sempre! Il Signore è risorto.

Non dubitiamo, non restiamo diffidenti; fidiamoci, seguiamo le donne, che in fretta vanno da coloro che hanno bisogno della risurrezione. Impariamo da queste donne, a correre, a non restare fermi nelle nostre abitudini, a non seguire la nostra testardaggine, a non restare bloccati nelle nostre durezze.

E poi, non dimentichiamo il segreto di questo giorno, non sprechiamo il segreto di questa settimana santa, non sviliamo il grande dono che abbiamo ricevuto.

Custodiamolo gelosamente nel cuore, spargiamolo come seme di risurrezione e di vita ovunque il Signore ci invia, nelle diverse Galilee, nelle diverse periferie di questo mondo. Lì, anche noi lo vedremo, come egli ha detto.

La luce di Cristo risorto, il suo amore e la sua compassione siano con tutti noi. ora e sempre.

Alleluja, Alleluia, Alleluja.