parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 08/09/02
Domenica 23ª del tempo Ordinario - anno A
 

Letture: Ezechiele 33, 7-9; Salmo 94; Romani 13, 8-10; Matteo 18, 15-20.


L'incontro interreligioso di Palermo

dal Vangelo di Matteo, capitolo 18 versetti 15-20.

15Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.

17Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all`assemblea; e se non ascolterà neanche l`assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.

18In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.

19In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».

LAVORIAMO PER RIANNODARE I PREZIOSI ANELLI
DELLA CATENA DI AMORE

L'amore fra gli uomini può crescere

Ho avuto la grazia di partecipare nei giorni scorsi all'incontro di dialogo e di preghiera dei capi religiosi di tutte le grandi religioni, tenutosi a Palermo, promosso dalla Comunità di sant'Egidio. Si percepiva chiaramente un clima di famiglia e di fiducia reciproca che è andato crescendo di anno in anno, dopo il primo incontro di Assisi voluto da papa Giovanni Paolo II.

È stata una nuova Pentecoste, una discesa dello Spirito nel cuore di tanti, che ha permesso di comprendersi, di avvicinarsi gli uni agli altri, pur nella differenza delle tradizioni religiose, delle varie culture e lingue con cui ci si esprimeva.

Sono stati giorni in cui si è vissuta l'esperienza di un amore vicendevole, di apertura gli uni agli altri, in un clima di amicizia e di accoglienza. È stato possibile parlare tra fratelli che vogliono ritrovarsi insieme.

Con questa immagine negli occhi e nel cuore, le parole di Paolo nella seconda lettura di oggi fanno comprendere meglio quello che è accaduto in quei giorni: "Fratelli, non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge" (Romani 13, 8). Era l'amore, la premura gli uni per gli altri, a prevalere su ogni altra preoccupazione.

La responsabilità del cristiano verso gli altri uomini

Le parole che risuonano nella liturgia di oggi sono un invito forte alla responsabilità di ciascuno di noi, di ogni amico e discepolo del Signore, a farsi carico degli altri, a non lasciar correre la vita di questo mondo con le sue divisioni, lotte, scontri, guerre.

Il discepolo del Signore deve sentirsi responsabile per ogni fratello. Occorre fare ripetuti tentativi per riconquistare il fratello, come ci spiega la pagina evangelica di Matteo (18, 15-18).

Quanto facilmente noi ci rassegniamo alla realtà esistente, ai fratelli che vivono separati da noi, alla vita dura di tanti privati dei diritti fondamentali di vita; tutto questo senza aver tentato e ritentato le vie del dialogo, della ricerca e dell'avvicinamento paziente e insistente di chi è lontano.

"Tutto quello che legherete sulla terra - dice Gesù nel Vangelo - sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo" (Matteo 18, 18). Noi preferiamo tante volte lasciare le cose come stanno, le persone legate, prigioniere di situazioni incancrenitesi nel tempo, perché sono situazioni induritesi con gli anni, a volte con i secoli. E riteniamo impossibile creare rapporti nuovi, sciogliere le catene di tante incomprensioni e di tante schiavitù.

Due grandi leve nelle mani dei discepoli: il comandamento dell'amore e la preghiera

Il comandamento dell'amore e la forza della preghiera sono le due grandi leve che abbiamo nelle nostre mani, di cui possiamo sperimentarne l'efficacia, quanto più le usiamo. Dice infatti il Signore: "se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Matteo 18, 19-20). E a Palermo eravamo in tanti, oltre seimila persone, che in luoghi diversi si sono incontrati, hanno dialogato, hanno pregato per la pace, per la comprensione fra gli uomini, per il rafforzarsi del dialogo, dell'incontro per conoscersi e rispettarsi.

Sono vere le parole del Signore: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto" (Matteo cap. 7, 7-8). L'autorità della parola della comunità dei discepoli è l'autorità della sua preghiera. Una comunità che prega, che ascolta le parole del Signore, è una comunità che opera con la forza dello Spirito, che tocca i cuori e li trasforma.

Con la preghiera il Signore si fa presente nella comunità, è in mezzo a noi e ci riveste della sua forza. L'apostolo Paolo ci dice: "rivestitevi del Signore Gesù Cristo" (Romani 13,14) e non seguite la mentalità rassegnata di questo mondo, che ci inculca la preoccupazione solo per noi stessi.

Rendiamo grazie al Signore per quanto opera per mezzo dei suoi discepoli, accostiamoci a lui, sciogliamo ogni durezza del nostro cuore davanti alle opere che egli compie in mezzo a noi. Non viviamo come persone assonnate, appesantite dalle proprie cose. Il Signore affida ai discepoli di ogni tempo lo stesso compito che affidò al suo profeta Ezechiele: "io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia" (Ezechiele 33, 7).

La sentinella è colui che sta in alto, che vede lontano e che avvisa gli altri. Ricorre in questi giorni l'anniversario del terribile atto terroristico dell'11 settembre. E noi raggiunti dalla parola del Signore siamo chiamati ad ammonire i nostri fratelli che ogni conflitto, ogni odio, ogni scontro non si risolve con altri scontri, con altre stragi, con altro sangue.

"I preziosi anelli della catena di amore"

Cade in questi giorni anche in altro anniversario, quello dell'apertura del Concilio Vaticano II, voluto da papa Giovanni XXIII. Nel radiomessaggio dell'11 settembre 1962 rivolto a tutti i cristiani egli invita a prepararsi alla nuova stagione che sta per aprirsi, a riannodare "i preziosi anelli della catena di amore, che già fin dai primi secoli dell'era cristiana la grazia del Signore aveva distesa sui vari paesi di Europa e del mondo allora conosciuto … e che per varie circostanze parvero in seguito rallentarsi e di fatto furono spezzati".

Questi anelli si stanno riannodando, un lungo cammino di avvicinamento tra le chiese cristiane e di dialogo con le altre religioni, si è compiuto in questi anni. E noi tutti siamo chiamati a tessere in tutte le situazioni in cui ci troviamo a vivere, la paziente tela dei rapporti umani con tanti fili di amore, di gesti di attenzione, di accoglienza, di preoccupazione fraterna per chi è lontano.