parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 11/08/02
Domenica 19ª del tempo Ordinario - anno A
 

Letture: 1Re 19, 9.11-13; Salmo 84; Romani 9,1-5; Matteo 14, 22-33.


Signore, salvami!

dal Vangelo di Matteo, capitolo 14 versetti 22-33.

22Dopo che la folla si fu saziata, subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.

24La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. 25Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. 26I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E` un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura".

28Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". 29Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma per la violenza del vento, s`impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". 31E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!".

GRATITUDINE AL SIGNORE E FIDUCIA NELLA SUA FORZA

Gesù ci ricorda che tutto viene dal Signore

L'episodio della pagina evangelica odierna segue quello della moltiplicazione dei pani di domenica scorsa. Vediamo Gesù che da un lato ordina ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra sponda del lago, dall'altra congeda la folla perché possa tornare alle proprie case dopo essersi nutrita del pane e dei pesci benedetti dal Signore.

Alla fine Gesù sceglie di rimanere solo per tutta la notte: sale su un monte - probabilmente è il monte delle Beatitudini - e resta per ore a pregare.

Ringrazia il Padre suo di quanto ha operato per tutta quella gente e per i malati che si trascinava appresso; prega perché quella folla non dimentichi il suo Dio e la misericordia che ha sperimentato; prega per i suoi discepoli che devono raggiungere l'altra sponda per incontrare con lui altra gente e che ora, dopo poche centinaia di metri, sono nella barca agitata dalle onde, col vento contrario.

Ciascuno mediti su come vive nella casa del Signore

Ognuno di noi rifletta sul posto che occupa nella casa del Signore: sia che faccia parte di quella folla nutrita dal Signore, perché non ritorni ala vita di prima dimenticando la forza che viene dal Signore e che guida e sostiene la nostra vita; e se si sente chiamato dal Signore a far parte della famiglia dei discepoli, non si fermi davanti alle difficoltà, non si abbatta, ma con la forza e la presenza del Signore conduca la barca per raggiungere altre persone che aspettano.

La Chiesa, la comunità dei discepoli - simboleggiata da quella barca agitata dalle onde - non è fatta per camminare da sola, con le sole proprie forze; assieme al Signore può superare il vento contrario e camminare secondo la parola ascoltata.

Gesù che prega a lungo per tutta la notte ci insegna in chi confidare e come muoverci in mezzo alle difficoltà del nostro mondo.

Come dice il salmo: "Beato l'uomo che … si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte … il Signore veglia sul cammino dei giusti" (Salmo 1).

Davanti ai venti contrari che soffiano in questa stagione

Oggi ci sono i venti contrari che soffiano in direzione opposta a quella del Vangelo: uno spirito di contesa, di rivalità, di scontro, in cui si finisce per diffondere sospetti, diffidenza, chiusure e facilmente si arriva alle discriminazioni.

Il Signore non lascia soli i discepoli in difficoltà in mezzo al lago. Nel clima agitato in cui si trovano, davanti alla forza del vento che li blocca, pensano più a moltiplicare i loro sforzi, contando sulle proprie forze che fidare della forza che viene dal loro Signore.

Forse nell'agitazione di quelle ore hanno dimenticato di pregare, invocare il Signore. Quando lo vedono venire verso di loro camminando sul mare, pensano a un fantasma, hanno ancora più paura e si mettono a gridare. Pensiamo all'agitazione e confusione di certi momenti in cui ci sembra che andare contro vento sia una battaglia persa. Siamo troppo presi da noi stessi.

La parola amica del Signore, che salva

La parola di Gesù viene a scuoterci, è una parola amica che ci libera dallo spavento e dice anche a noi, come ai discepoli: "Coraggio, sono io, non abbiate paura".

Non si tratta di accettare quando il Signore ci dice come una buona parola che ci calma e ci rassicura. È piuttosto un invito a crescere nella fede in lui e nella sua Parola.

Pietro, nel vedere il Signore si fa avanti chiedendo a Gesù di andare verso di lui, camminando come lui sulle acque. È un atto di coraggio. Ma in lui c'è anche il dubbio, la sua fede è ancora piccola. Davanti alla violenza del vento ha paura e comincia ad affondare. Allora grida a Gesù: "Signore, salvami!". Gesù prima lo tira fuori e poi lo rimprovera per la sua poca fede.

Quando Gesù assieme a Pietro sale sulla barca, la furia del vento cessa e provoca una professione di fede dei discepoli: "Tu sei veramente il Figlio di Dio".

Crescere nella fede mentre viviamo tante esperienze di vita assieme al Signore

Quante volte abbiamo sperimentato la forza della Parola del Signore e l'efficacia della sua presenza nella nostra vita. Ma queste esperienze devono fortificare la nostra fede e spingerci a riprendere il cammino con la barca del Signore, incontro ad altre persone che aspettano.

Nella preghiera costante noi riconosciamo che tutto quello che abbiamo viene dal Signore ed è lui a condurci con la sua barca verso nuove sponde. Elia, dopo vicende che lo hanno abbattuto, lo hanno fatto sentire solo (vedi 1° libro dei Re, capp. 18 e 19), viene invitato dal Signore a vivere un momento di intimità con lui, simboleggiato nel mormorio di un vento leggero.

L'apostolo Paolo, discepolo del Signore, che ha affrontato la forza di tanti venti contrari, animato - come Elia - dallo stesso zelo per la casa del Signore e per il Vangelo che gli è stato affidato, darebbe tutto pur di attirare al Signore i suoi fratelli ebrei che non hanno riconosciuto Gesù come l'inviato di Dio: "vorrei essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne" (Romani 9,3).

Chiediamo al Signore di riconoscerlo nella nostra vita e vivere secondo la chiamata che ciascuno di noi ha ricevuto.