parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 23/06/02
Domenica 12ª del tempo Ordinario - anno A
 
Letture: Geremia 20, 10-13; Salmo 68; Romani 5, 12-15; Matteo 10, 26-33.

"Quello che ascoltate all'orecchio
ditelo sui tetti"

dal Vangelo di Matteo, capitolo 10 versetti 26-33.

26Gesù disse ai suoi discepoli: Non temete gli uomini, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato.

27Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.

29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. 30Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; 31non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!

32Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

QUELLO CHE ABBIAMO CONOSCIUTO COMUNICHIAMOLO CON GIOIA A TUTTI

I momenti di crescita nella comunità

Poco per volta il Signore ci sta facendo comprendere che il "discepolo" di Gesù, il cristiano, per poter vivere la sua adesione a Lui, ha bisogno di una famiglia, di una comunità dentro cui crescere, dove ascoltare e meditare la Parola e trovare il sostegno e il conforto dei fratelli.

In molti modi vediamo che questo va diventando una esperienza sempre più diffusa. La stessa parrocchia, che deve essere sempre una casa aperta a tutti, ha bisogno di un gruppo di testimoni che vivono l'esperienza viva del Vangelo in mezzo agli altri, la cui maggioranza è costituita spesso da persone che avvicinano la Chiesa solo in alcuni momenti e conoscono poco o nulla del Vangelo e del Signore Gesù.

Vivere la propria fede circondati dall'esempio e dall'aiuto di fratelli con cui si prega, ci si confronta, si cammina insieme, rende più facile prendere le distanze dalla mentalità corrente, non lasciandosi assimilare a quello che pensano e dicono un po' tutti.

Uscire all'aperto, nel mondo

I momenti in cui la comunità si riunisce, si confronta, corrispondono ai momenti in cui Gesù si raccoglieva con quelli che lo seguivano da vicino, il gruppo dei discepoli, parlando loro apertamente dei segreti del Padre suo.

Ma tutto quello che i discepoli ricevono non deve rimanere come un tesoro nascosto, chiuso. Gesù invita a comunicare a tutti quanto essi hanno udito e conosciuto: "quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti" (Matteo 10, 27). Quello che essi hanno cominciato a vivere deve entrare nel mondo che li circonda.

E come quei primi discepoli non si tirarono indietro di fronte all'invito del Signore, anche noi siamo chiamati a fare altrettanto oggi. Il grido di san Paolo risuona ancora fra noi: "Guai a me se non predicassi il Vangelo!" (1 Corinzi 9,16). Non ci fermino ostacoli, paura di incomprensioni o di rifiuti, perché sono tanti che aspettano la parola del Signore, diversa dalle tante parole degli uomini.

Molti sono quelli che non ancora conoscono il Vangelo

Sono molti - afferma papa Giovanni Paolo II - che "non conoscono realmente Gesù Cristo e molti di loro vivono in Paesi con antiche radici cristiane, dove interi gruppi di battezzati hanno perso il senso vivo della fede o non si considerano più membri della Chiesa, conducendo una vita lontana dal Signore e dal Suo Vangelo (cfr Redemptoris missio, n. 33)

Il profeta Geremia, di cui leggiamo una pagina nella liturgia odierna (Geremia 20,10-13), si è trovato a svolgere il suo ministero profetico in una situazione politica estremamente incerta e in anni di grande instabilità sociale. Egli sente il peso di essere un profeta "scomodo", perseguitato dalla classe politica e dai sacerdoti del Tempio, come un traditore. Eppure egli non cessa di far risuonare la parola del Signore perché "egli è al mio fianco … a Lui ho affidato la mia causa".

Il Signore è vicino e accompagna i discepoli nel mondo

Chiunque spende la sua vita per il vangelo riceve le consolazioni del Signore. Sappiamo però che non è stato e non sarà mai semplice per la comunità cristiana predicare il Vangelo della croce e della resurrezione. La legge dell'amore solo per se stessi si insinua in ogni cuore, anche in quello dei discepoli. È allora che si smette di annunciare il Vangelo, la testimonianza diventa fiacca e i cristiani finiscono di essere sale della terra e luce del mondo (vedi Matteo 5, 13-16), o smettono di essere - come dice l'antica lettera a Diogneto - "come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani" (Lettera a Diogneto, VI).

Oggi il Vangelo ci esorta a non avere paura di seguire il Signore e di testimoniarlo con la vita. Il Signore sostiene e accompagna la comunità dei discepoli. Per far comprendere fino a qual punto arriva la conoscenza e la cura che Egli ha dei discepoli ci dice: "Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!" (Matteo 10, 29-31). Questa attenzione del Padre per le piccole cose ci aiuta a comprendere la sollecitudine, l'attenzione amorevole che egli ha per ciascuno dei suoi discepoli.

Nutriamoci ogni giorno del Vangelo, comunichiamolo nei vari luoghi dove ci troviamo a vivere soprattutto col nostro modo di porci con tutti, manifestando quello che il Signore ci ha fatto comprendere. Il Signore è con noi e ci sostiene. Il pastore evangelico D. Bonhoeffer, morto martire nei campi nazisti, commentando questo brano concludeva: "Siamo nelle mani di Dio. Quindi, non abbiate timore!"