Domenica 5ª di Pasqua
13 maggio 2001
Letture bibliche: Atti 14, 21-27; Salmo 144; Apocalisse 21, 1-5; Giovanni 13, 31-33.34-35.

Giovanni capitolo 13, versetti 31-33.34-35

31Quando Giuda fu uscito, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.

32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi.

34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".


Gesù lava i piedi ai discepoli

DALLA PASQUA EMANA UN FUOCO DI AMORE

L'amore
di Dio
si manifesta pienamente nella Pasqua

Il tempo liturgico della Pasqua ci aiuta a ritornare su quello che abbiamo vissuto nei giorni santi della grande Settimana, perché lo comprendiamo e lo viviamo più pienamente.
Il Vangelo di oggi ci riporta alla sera di quel primo giovedì santo, quando Gesù, prima delle ore della sua passione, si alza da tavola e si mette a lavare i piedi ai suoi discepoli. E anche a Giuda Gesù lava i piedi, anche davanti a lui si abbassa facendosi servo.
Pensiamo alla nostra resistenza davanti all'abbassamento. Spesso ci fermiamo davanti a cose molto piccole, pur di non abbassarci davanti agli altri. Tante volte abbiamo bisogno di aiuto, ma ci vergogniamo di chiedere, ci da fastidio umiliarci a chiedere, anche quando siamo davanti a persone nostri fratelli nella fede, che pregano e operano con noi.
Quando, alla fine della cena Giuda esce per preparare l'arresto di Gesù, questi si rivolge agli altri discepoli e dice: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui" (Giovanni 13,31). Davanti alle ore della Passione e della Croce Gesù parla di gloria sua e del Padre suo: la luce di amore che promana dalla Croce costituisce la gloria di Gesù e del Padre suo.
Nei giorni della Pasqua si manifesta in tutta la sua pienezza l'amore senza limiti del Signore per la nostra vita, per la nostra storia e la vita di questo mondo. A partire dalla Pasqua tutti i credenti sono chiamati a partecipare alla vita stessa di Dio. Gesù aveva detto: "Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me" (Giovanni 12, 32).
La croce, la manifestazione più grande dell'amore esagerato di Dio per noi, ci trascina in questo movimento di comunione con Dio. Il nostro cuore, povero di amore, ha bisogno di questo amore sconfinato per essere ravvivato, perché pulsi secondo gli stessi battiti del Signore Gesù.
"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Giovanni 13, 34).

Nella liturgia risplende l'amore del Signore

La liturgia della domenica è memoria viva della Pasqua, è incontro di amore col Signore. Tante liturgie nelle nostre chiese, celebrate in fretta, partecipando con abitudine e distrattamente, sono un soffocare, umiliare e disattendere questo amore smisurato del Signore per noi.
C'è bisogno che le nostre liturgie festive siano curate sempre di più, siano belle e gioiose, col canto, con la partecipazione viva di tutti noi. Quando Giovanni scrive le parole dell'Apocalisse: "Vidi un nuovo cielo e una nuova terra … vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo", egli vive in esilio, relegato nell'isola di Patmos. Ma il suo cuore e la sua mente sono rivolti al Signore, alle comunità di tutti quelli che hanno accolto la predicazione del Vangelo. E li vede tutti insieme come in una grande liturgia, immagine bella della famiglia del Signore.
Quando ci ritroviamo insieme la domenica, non per caso, non in una chiesa qualsiasi, ma nella nostra chiesa insieme ai nostri fratelli con cui leggiamo il vangelo, assieme ai quali incontriamo i nostri fratelli poveri, anziani, piccoli, noi vediamo materializzarsi quasi questa nuova città che viene da Dio. Vediamo i cieli aperti sulla nostra vita che tante volte ci rende curvi.
La liturgia è invito a guardare il Signore, ad alzare il capo e cantare al Signore assieme ai nostri fratelli per tutto quello che egli ci ha fatto conoscere e vivere.
Questo incontro di amore, che è la santa liturgia, depone nel nostro cuore quel fuoco che brucia di passione per gli uomini. Nella liturgia noi veniamo trasfigurati da questo fuoco di amore di Dio che non si consuma, che non smette di comunicarsi a noi, che non finisce.

Chiamati ad amare con lo stesso amore con cui il Signore ci ama

Possiamo allora intendere le parole del Vangelo che Gesù rivolge a tutti noi: "come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Vivere per noi cristiani, discepoli del Signore, è amare. "Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio - ripete l'apostolo Giovanni - Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore" (1ª Giovanni 4,7-8).
Lasciamo che l'amore del Signore ci pervada intimamente; ogni volta che partecipiamo alla santa liturgia nel giorno del Signore, sia un abbeverarci a questa fonte inesauribile di amore, a questo pozzo di vita.
I fatti di violenza che sconvolgono tante terre e tanti paesi non ci deprimono, non ci abbattono; piuttosto ci spronano a cercare ogni giorno il Signore e a vivere amando, in questo mondo povero di amore. Noi cristiani abbiamo ricevuto dal Signore il potere di servire, di asciugare le lacrime dagli occhi di quelli che sono afflitti; dal Signore impariamo ad ascoltare, a farci vicini, a portare la notizia della liberazione che egli è per ogni uomo.


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