2ª domenica - tempo di Quaresima
11 marzo 2001
 
pagine bibliche del giorno:Genesi 15, 5-12.17-18; Salmo 26; Filippesi 3,17 - 4,1; Luca 9, 28-36
Vangelo festivo
11 mar 01








dal Vangelo di Luca, capitolo 9, versetti 28-36.

Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.


"Gesù prese con sè
Pietro, Giacomo e Giovanni
e salì sul monte a pregare.
E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto"
UN VOLTO NUOVO PER QUESTO MONDO
Il volto
del Signore

Ci inoltriamo nel tempo di Quaresima, camminando assieme al Signore verso la sua Pasqua.

Gesù ci insegna a vincere la tentazione di cedere alla "religione" del consumismo, dell'esibizione, della soddisfazione. Con la forza della parola di Dio anche noi possiamo vincere la tentazione. Tante difficoltà, tanti fatti dolorosi, tante violenze, possono generare in noi rassegnazione, pessimismo.

Nel Vangelo di oggi vediamo Gesù che sale sul monte a pregare. Ma mentre tante volte ha scelto di ritirarsi da solo in disparte, questa volta prende con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e con loro sale sul monte.

Sul monte, assieme al Signore, ci viene svelato il suo vero volto, la forza nascosta in quell'uomo che si ferma e si china accanto ad ogni uomo e ad ogni donna.

Stando in basso, soli con noi stessi, il mondo sembra spingerci al pessimismo, all'accettazione di una realtà anche se non ci piace.

Mentre pregava - ci dice il Vangelo - il volto di Gesù "cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia…". Quell'uomo Gesù con cui i discepoli stanno insieme ogni giorno, nella sua umanità che appare normale, nasconde una forza, una luce che è per questo mondo, che illumina e salva questo mondo dal caos, dalle tenebre della divisione, delle guerre, della violenza. Quell'uomo che essi vedono ogni giorno è il Figlio di Dio.

Il Signore
ci conduce
per mano

Il Signore che oggi continua a riunirci, ci parla, ci prende per mano e ci conduce ad uscire fuori da noi stessi, educandoci col suo amore paziente, è lo stesso Signore che i tre discepoli vedono trasfigurato sul monte. Mosè ed Elia indicano le Scritture Sante - la Legge e i Profeti - e Gesù si pone in continuità con tutta la storia di amore verso l'uomo iniziata fin dalla creazione del mondo.

Questa storia di amore la vediamo manifestarsi anche oggi nella nostra comunità, nella Chiesa, nei tanti miracoli di consolazione che toccano il cuore di tanti e portano guarigione, amicizia, rinascita, fraternità.

Ognuno di noi è chiamato a vivere sul monte accanto al Signore, in questa prima Quaresima del nuovo secolo. Quando ci mettiamo ai piedi del Signore nella santa Liturgia, quando prendiamo il vangelo fra le mani, vediamo che da quel piccolo libro emana una luce, come quella che vedono i discepoli sul monte.

Il peso
che grava
sui nostri occhi

Forse era notte quando essi salgono con Gesù sul monte. Il sonno pesa sui loro occhi, come pesano su di noi le abitudini ai soliti pensieri, una presenza distratta, una superficialità nell'ascoltare il Vangelo. Pietro e gli altri vedono Gesù trasformato e Mosè ed Elia accanto a lui, ma non riescono a comprendere.

La nube che li avvolge fa loro paura. Ma la nube è segno dolce della presenza buona del Signore, che accompagna il popolo di Dio in cammino nel deserto verso una terra nuova, che ci ha accompagnato in questi anni ad aprirci agli altri, a guardare al mondo con simpatia e a comunicare con forza il Vangelo.

Credere
con Abramo

Il Signore ci parla, ci dice di ascoltare il Figlio suo, perché la promessa fatta ad Abramo possa continuare a realizzarsi nel nostro tempo. Abramo sembrava lasciarsi vincere dalla rassegnazione a un mondo senza futuro (Genesi cap.15). E il Signore gli parla, lo conduce fuori dai suoi pensieri tristi e gli dice: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza". E Abramo ha ascoltato, ha creduto, è diventato l'amico di Dio, padre di tutti i credenti.

I cristiani, davanti al secolo che si affaccia, hanno un compito grande, non dimentichiamolo: lavorare per un mondo nuovo, radicati - come Abramo - nella fiducia che il Signore viene a cambiare questo mondo.

Convertirci
all'amore

 

 

 

 

 


"Convertitevi e credete al Vangelo". C'è l'urgenza di convertirci davanti al volto del Signore trasfigurato. In quel volto vediamo l'immagine del mondo nuovo che è già iniziato con Gesù, che abbiamo cominciato a vivere anche noi. Questo mondo continua a venire per mezzo di quelli che si fanno suoi discepoli ora, in questo tempo.

In quel volto vediamo dolcezza e comprensione, amore, generosità verso chi ha bisogno, vediamo il seme del mondo nuovo.

Quel volto pieno di amore ci attira, ci spinge alla conversione, ci aiuta a vincere la rassegnazione, rafforza i legami di fraternità. In quel volto non c'è orgoglio, superbia, arroganza, antipatia: c'è mitezza, bontà, amore paziente.

Accogliamo l'invito che ci è stato rivolto all'inizio della Quaresima, convertiamoci all'amore che emana da quel volto mite. Lasciamoci interrogare da quel volto che manifesta la forza di Dio, la forza del Vangelo. Con questa forza cambiano i cuori, cambiano i nostri volti, cresce la vicinanza e l'affetto verso quelli che non hanno amore ma solitudine e sofferenza.

L'apostolo Paolo ha avuto la sua vita sconvolta da quel volto e da quella voce. Egli ci dice oggi con voce forte: "fatevi miei imitatori e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi… Fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore" (Filippesi 3,17; 4,1).

Siano fissi i nostri occhi al Signore, con lui giungeremo rinnovati alla santa Pasqua.