5ª domenica - tempo ordinario
4 febbraio 2001
 

Vangelo festivo
4 feb 01

dal Vangelo di Luca, capitolo 5, versetti 1-11

Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genesaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.



Gesù disse a Simone: "Non temere;
d'ora in poi sarai pescatore di uomini"
Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
CHIAMATI AD USCIRE DAL "QUOTIDIANO VIVERE"
una vita
incontro
agli altri

Gesù non sta fermo. Dalla sinagoga di Nazaret (vangelo di domenica scorsa) lo troviamo ora sulla riva del lago di Galilea. Egli si è messo a percorrere in lungo e in largo tutto il paese dei Giudei. E man mano cresce il numero delle persone che si mettono ad ascoltarlo. Non solo, quindi, gli ascoltatori delle sinagoghe, ma la folla numerosa e ben disposta ad ascoltarlo.

Come credenti, come discepoli del Signore, Gesù come ci viene descritto dal Vangelo diventa il nostro modello e il nostro modo di essere chiesa, una chiesa che si apre sempre di più al mondo.

Attorno a Gesù si viene costituendo poco a poco il gruppo dei discepoli, la futura comunità cristiana, che lo segue nel suo cammino incontro alla gente.

In questo contesto e in questa esperienza ognuno è chiamato ad inserirsi, pensando alla comunità in cui è stato chiamato a vivere.

Il Signore non ci chiama ad essere un buon gruppo di amici, che vogliono star bene, fermi attorno a lui. Il Vangelo di oggi ci dice che molte sono le persone disposte ad ascoltare la Parola di Dio predicata con franchezza.

Disponibili
a quanto
il Signore
ci dice

All'inizio troviamo Gesù circondato da una grande folla sulla riva del lago mentre dei pescatori, stanchi e avviliti, rimettono a posto i ferri del mestiere. Hanno ormeggiato le barche e stanno lavando le reti dopo una pesca infruttuosa di tutta una notte.

Pensiamo alla nostra vita, con le nostre barche, il nostro lavoro, la fatica e a volte i frutti che non sono venuti … e i pensieri che ci vengono …

Gesù sale sulla barca di Pietro per poter parlare meglio alla folla. Quella barca si scosta un poco da terra e aiuta Gesù a parlare più agevolmente a tutti. Noi con la nostra vita possiamo essere strumento del Signore che raggiunge gli altri e parla loro.

Ma dopo questa piccola disponibilità di Pietro, il Signore gli fa un invito inaspettato: "scostati verso il largo, dove il mare è profondo e calate le vostre reti per la pesca". Non si pesca di giorno e poi, dopo una notte di duro lavoro senza aver preso nulla, non sarebbe proprio il caso.

il Signore
ci sorprende
sempre

Molte volte le nostre esperienze, specialmente quando sono negative, producono scoraggiamento e spingono a fermarsi.

E qui ci sentiamo affettuosamente chiamati dal Signore a riprendere e a lavorare con lui.

Quanta fiducia riponiamo ancora in noi stessi, nelle nostre forze, nelle nostre capacità, nelle nostre esperienze, e quanto ancora dobbiamo scoprire la bellezza e la ricchezza del vivere affidandoci al Signore!

Pietro fa qualche resistenza - "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla" - ma poi sceglie di affidarsi, di rischiare, lui che ha già visto la forza della parola del Signore mentre parlava alla folla: "sulla tua parola calerò le reti".

Beato Pietro che si è fidato e ha rischiato! Beati noi se, davanti alla Parola ci fidiamo e rischiamo mettendo in gioco le nostre conoscenze, la nostra reputazione, per appoggiarci solo sulla Parola del Signore nostro!

Credere
nella forza
della Parola
del Signore

La pesca è abbondante, le reti sono sul punto di rompersi, occorre l'aiuto dei soci dell'altra barca. E le due barche rischiano di affondare per la quantità dei pesci.

Più volte, nella nostra vita di discepoli, abbiamo sperimentato la forza divina della parola di Gesù: al momento siamo rimasti stupiti e contenti, ma poi siamo ritornati al nostro quotidiano vivere …

Fermiamoci sulla reazione di Pietro: "Signore, allontanati da me, perché sono un uomo peccatore". Non leggiamo queste parole in chiave moralistica, come la confessione di una vita peccaminosa. Credo che Pietro voglia esprimere con questa espressione la percezione della sua distanza da Dio.

La nostra distanza da Dio è tanto grande, mentre lui è tanto vicino a noi …

Il compito che a ciascuno è affidato, nella comunità dei discepoli, nella chiesa di cui facciamo parte, non riposa sulle nostre qualità personali; i risultati del lavoro della Chiesa per avvicinare gli uomini a Dio e lasciarsi da lui cambiare, non dipendono dalle nostre capacità umane.

Questo deve farci comprendere l'episodio della pesca fatta sulla parola del Signore e la reazione bella di Pietro. L'episodio segna un inizio nuovo per la vita di Simon Pietro. E questo è il vero miracolo del racconto: "tu devi prendere uomini vivi, non più pesci", tu hai il compito di riportare gli uomini alla vita, la vita vera, la vita umana, la vita piena …

un cammino di conversione
per ciascuno

Il brano si conclude con le parole "giunte le barche a terra, lasciando ogni cosa, lo seguirono".

Non ci spaventiamo, non si tratta di prendere queste parole alla lettera: "lasciare tutto" si riferisce al complesso processo della conversione nostra al Signore, un processo che si svolge nel tempo, mano a mano che vediamo, comprendiamo e scegliamo di porci sempre più pienamente al servizio del Signore.

Riscopriamo oggi la gioia di far parte della Chiesa del Signore. Da lui tutto trae origine, coraggio e fecondità.


Vangelo festivo