3ª domenica - tempo ordinario /c - 21 gennaio 2001
la libertà che viene dal Vangelo

san Gennaro all'Olmo
Napoli
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dal vangelo di Luca cap. 1, vv.1-4; cap. 4, vv.14-21

Poiché molti hanno posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi".


interno di una sinagoga

Le sinagoghe ebraiche erano orientate verso Gerusalemme, centro della spiritualità d'Israele.

Non sostituivano il tempio, poiché in esse non si offrivano sacrifici (sinagoga=riunione, assemblea).

Tuttavia divennero sempre più importanti, sopratutto dopo l'anno 70 d.C. quando il tempio fu ditrutto.

in questi luoghi di culto, in cui si pregava e si meditava la Bibbia, si mantenne viva la fede degli Ebrei.

 
 

L'evangelista Luca ci accompagnerà con il suo Vangelo, lungo le domeniche di quest'anno, e ci aiuterà a conoscere quanto ha detto e fatto il Signore Gesù. Nella parte iniziale del suo Vangelo egli ci dice che con grande cura ha lavorato per far conoscere l'opera di amore che Gesù ha svolto a favore degli uomini, particolarmente di quelli più bisognosi.

E noi non solo oggi, ma nel tempo che viene, vogliamo avere grande cura di questa parola, ascoltarla con attenzione, portarcela nel cuore, perché possa far frutti, faccia crescere in noi i sentimenti di amore verso tutti.

Dopo aver ricevuto il battesimo al Giordano, Luca ci racconta che Gesù ritorna in Galilea, nella sua Nazaret dove era cresciuto rimanendovi fino all'età di trent'anni.
Tante volte era andato nella sinagoga, il luogo dove gli ebrei si raccoglievano nel giorno di festa per pregare insieme, ascoltare la Parola del Signore e la spiegazione che ne veniva data.
Ora ci ritorna: è il giorno della festa e durante la preghiera si alza lui per leggere.
Nel rotolo di Isaia che gli viene dato è scritto: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore".

Gesù applica a sé queste parole e dice: "oggi si è adempiuta questa scrittura che voi stessi avete udita con le vostre orecchie".
Lo Spirito è sceso su di lui al Giordano; questo Spirito di amore egli vuole comunicare alle donne e agli uomini di tutti i tempi. Questa forza di amore egli la manifesta in tutti i suoi incontri, nelle parole e nei gesti che egli compie. E la manifesta a noi quando ci riuniamo nel giorno del Signore: Egli ci parla; e mentre ascoltiamo le sue parole, discende in noi la forza buona del suo Spirito.
Di qui comincia quel cambiamento interiore se ciascuno di noi si rende disponibile a lasciarsi trasformare.

Il Vangelo di Gesù è notizia gioiosa per ciascuno; ci dice che è possibile rinascere; porta gioia a chi è povero, liberazione per chi è prigioniero, è cieco, è oppresso.
Questa parola proclamata da Gesù ci fa vedere i volti gioiosi di tanti poveri che sono stati accolti come amici, come fratelli, sedendo alla stessa tavola con noi.
È proprio Luca a riportarci le parole di Gesù: "quando dai un banchetto invita poveri, storpi, ciechi, zoppi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti" (Luca 14, vv.13-14). Molti di noi hanno conosciuto questa beatitudine e hanno provato una grande gioia insieme a questi nostri fratelli più poveri.

Il Vangelo realizza ciò che proclama: chi accoglie il Vangelo sente venire in lui questa forza buona che avvicina gli uni agli altri, invita a smettere l'abito interiore dell'autosufficienza, dell'arroganza e rende accoglienti, pazienti; ci apre gli occhi e ci fa vedere non solo il nostro mondo, il Nord del mondo, dove si vive più a lungo, dove si può mangiare, ci si può curare; ci fa vedere anche il mondo degli oppressi, di quelli che vivono in paesi dove non ci sono medicine, dove non sempre c'è da mangiare.
Paesi dove la durata media della vita è la metà della nostra, di chi vive in Italia, in Europa, nell'America del Nord.
È un mondo che tanti, come accecati, non vedono.
È il mondo di tanti paesi dell'Africa, dell'America Latina, del Salvador, colpito in questi giorni dalla forza devastatrice di un forte terremoto.

Quest'anno cominciato da poco, sarà per noi un anno di grazia, se cammineremo con la parola del Vangelo.
Saremo liberati da tanti crucci, dalla prigionia di noi stessi, che ci fa sentire facilmente insoddisfatti; ci farà alzare il capo, acuirà la vista e renderà attenti i nostri orecchi al grido del povero, del misero, dell'oppresso.
Se accogliamo il Vangelo, se ne facciamo il compagno fedele nelle nostre letture e riflessioni, saremo anche noi annunciatori di liberazione per tanti altri. Perché la Parola del Vangelo realizza quello che dice.

"Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza" (Neemia 8,10).

I cristiani hanno questa forza del Signore.
Con essa possono osare, possono sognare per questo mondo, possono operare per la liberazione e la gioia degli uomini.

 
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