parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
mons. Romero martire
per il Vangelo
24 marzo 1980: ucciso all'altare, al momento dell'offertorio
 

Il 24 marzo, domenica delle palme, coincide quest'anno con il giorno dell'uccisione di mons. Romero, arcivescovo di San Salvador, avvenuta il 24 marzo 1980, mentre all'altare sta per offrire il pane e il vino al Signore.

Si è trovato a vivere in un periodo di forti contrapposizioni nel suo paese

fra la classe ricca appoggiata dai militari e i guerriglieri di sinistra che reclamavano diritti per il popolo in miseria.

In questa difficile situazione, Mons. Romero ha scelto di annunciare il Vangelo in maniera semplice e diretta, stare dalla parte dei poveri, ma nel contempo dialogare con tutti perché si sentiva il pastore di tutto il suo popolo.

Erano fatti pressoché quotidiani sequestri di persone, uccisioni di catechisti, sparizioni di persone. In questo clima si assisteva a violenza da ambedue le parti.

Mons. Romero ha rifiutato sempre ogni violenza, da qualunque parte provenisse. La scelta di stare dalla parte dei più deboli e poveri è stata trasformata o vista da alcuni come scelta politica di sinistra o come accettazione di metodi violenti.

Mons. Romero afferma pubblicamente in una sua omelia radiotrasmessa:
"Stiamo con quelli che subiscono torture. Il Signore dia loro la forza e che sappiano perdonare. La violenza, da qualunque parte viene si trasforma in oltraggio, è riprovata da Dio nostro signore, non la può benedire".

E ancora in un'altra omelia:
"La Chiesa ci provoca perché predica questo regno di amore, di libertà che inizia dalla libertà dal peccato. Altrimenti viene la violenza e la violenza come ha detto il papa non è ne evangelica ne cristiana. Il cristianesimo non giustifica mai la violenza.
C'è una violenza istituzionalizzata e una violenza di risposta. Gesù non approva né la prima né la seconda violenza. Il Figlio dell'uomo non è venuto a perdere ma a salvare.
La violenza cui ci chiama il Signore è quella su noi stessi: il distacco da tutto. La violenza da fare a se stessi è quella di non essere mai contenti in mezzo alle mediocrità della vita. È la violenza per superarsi, per essere migliori".

Annunciare il Vangelo, tutto il Vangelo, è la sua preoccupazione di pastore:
"Io credo che abbiamo mutilato molto il Vangelo. Abbiamo cercato di farci un vangelo molto comodo, senza coinvolgere la nostra vita. Un Vangelo solo di devozione. Un Vangelo che contenta solo noi stessi.

È necessario che comprendiamo questo invito di Cristo: Chi vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso. Rinneghi se stesso, le sue comodità, le sue opinioni personali e segua unicamente il pensiero di Cristo, che ci può portare alla morte, ma che sicuramente ci porterà anche alla resurrezione".

Ricordiamo in questo giorno tutti quelli che per essere fedeli al Vangelo sono diventati martiri per il Vangelo.