parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
A 40 anni
dal Concilio Vaticano II
un Concilio che ha segnato per la Chiesa una svolta che è ancora in atto
 

papa Giovanni XXIII

Sono passati 40 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II voluto da papa Giovanni XXIII. Un papa che a 77 anni pensa al futuro della Chiesa, convoca i vescovi di tutto il mondo perché si incontrino, dialoghino e cerchino le vie per aprirsi a tutti gli uomini.

Anche se c'erano stati vari concili "ecumenici", possiamo dire che questa volta veramente i vescovi provenivano da tutti i continenti.

E poi la presenza al Concilio di rappresentanti delle altre Chiese cristiane come osservatori e quella di laici come uditori, voluta proprio da papa Giovanni, indicava un clima e un atteggiamento nuovo che si preparava per tutta la Chiesa.

Il Concilio si è aperto l'11 ottobre 1962 e dopo 4 sessioni, si è chiuso l'8 dicembre 1965, portato avanti dopo la prima sessione, da papa Paolo VI.

Vari documenti sono stati prodotti dal Concilio con cui tutti hanno dovuto cominciare a misurarsi. Ne ricordiamo alcuni:
quello sulla Chiesa (Lumen gentium),
sui rapporti della Chiesa col mondo contemporaneo (Gaudium et spes),
quello sulla vita liturgica della Chiesa (Sacrosanctum Concilium),
quello sulla centralità della Parola di Dio (Dei Verbum),
quello sui rapporti con le altre altre chiese cristiane (Unitatis redintegratio),
quello sui rapporti con le altre religioni non cristiane (Nostra Aetate).

Se guardiamo alla Chiesa di oggi, con la celebrazione della santa Liturgia


i Vescovi in san Pietro

e dei sacramenti nella lingua parlata e non più in latino; ai rapporti che si sono venuti creando fra le chiese cristiane separate; al dialogo nato con le altre religioni; al lavoro per la pace; alla preoccupazione per i poveri in maniera fedele e personale; al dialogo stesso all'interno della Chiesa, prima pressocchè inesistente; e soprattutto alla crescente importanza della Scrittura nella vita dei cristiani - quando fino alla metà del secolo scorso era sconsigliata se non proibita …- un grande cammino è stato compiuto.

Anche se c'è tanta strada che ancora si può percorrere.


processione di apertura

Alla luce della costituzione sui rapporti tra la Chiesa e il mondo (Gaudium et spes) e dei coraggiosi viaggi del papa attuale in tutte le parti del mondo, si sente la necessità di ripensare al modo di essere Chiesa, ripensare e reinventare la vita della parrocchia, accogliendo l'apporto e la nuova linfa venuta dai vari movimenti e comunità sorti proprio dal Concilio Vaticano II.

Davanti al mondo dei cristiani di Occidente che sta riducendo i suoi rapporti con la Chiesa ai "momenti" sacramentali, c'è bisogno di una attenta riflessione e di una creatività da parte di tanti che vivono in prima persona l'ansia del Signore per il bene degli uomini.

Forse c'è bisogno di ripartire dal modello "pastorale" di Gesù che durante i tre anni della vita pubblica ha percorso le strade della Palestina, andando nei luoghi dove la gente si incontrava, entrando nelle case, avvicinandosi a tutti, anche ai cosiddetti lontani e "da tenere lontano". Diventare cioè una Chiesa che esce sempre di più fuori dal tempio per incontrare e parlare alla gente lì dove vive, dove la si incontra

più facilmente.

Il Concilio è stato un grande dono dello Spirito a tutta la Chiesa e a ciascuno di noi. C'è bisogno di rileggere o leggere i documenti del Concilio e continuare per la strada intrapresa con coraggio, fedeltà e anche fantasia.