parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
19 settembre
Festa di san Gennaro
notizie su san Gennaro,
le sue reliquie e la liquefazione del sangue
 


Gennaro e le bestie selvagge

Anche se le più antiche notizie su san Gennaro, dal punto di vista storico non sono sicure, il culto verso di lui è attestato in Campania sin dal secolo V.

Le tradizioni tramandateci ci parlano di Gennaro vescovo di Benevento, martirizzato sotto Diocleziano verso il 305 assieme ad altri compagni.

Egli si era recato da Benevento a Miseno per confortare il diacono Sossio in prigione. Ma viene catturato dal governatore e condannato ad essere dato in pasto agli orsi nell'arena.

Lo spettacolo non ha luogo e Gennaro viene successivamente decapitato.

Un secolo dopo il martirio le sue reliquie vengono trasportate nelle catacombe di Capodimonte, dette oggi "di san Gennaro".

Dal 472 Gennaro cominciò ad assumere il ruolo di patrono della città. Il 5 novembre 472 molti napoletani si rifugiarono vicino al suo sepolcro durante una spaventosa eruzione del Vesuvio. E quando il vulcano si risvegliò di nuovo nel 512, fu lo stesso vescovo santo Stefano I a dare il via alle preghiere propiziatorie. Un testo dell'alto Medioevo attribuisce al santo partenopeo l'arresto miracoloso dell'eruzione del Vesuvio.

È proprio in questo stesso periodo che, accanto alla basilica costantiniana di santa Restituta, viene costruita una chiesa sulla quale sarebbe stato poi eretto, alla fine del XIII secolo, il Duomo.


le due ampolle col sangue

I resti di san Gennaro rimasero nella città fino al 1156 quando vennero traslati nel santuario di Montevergine dove restarono per più di tre secoli.

Frattanto viene scoperta una nuova reliquia. La prima attestazione del sangue e della sua liquefazione è del 17 agosto 1389, in un momento molto drammatico della storia di Napoli, al tempo delle lotte dinastiche angioine e dello scisma avignonese, mentre infieriva una forte carestia.

Da Montevergine il corpo fu traslato nel Duomo di Napoli nel 1497. Da allora le varie feste liturgiche del santo furono sempre legate all'esposizione del busto e delle ampolline del sangue e al fenomeno della liquefazione, che con regolarità straordinaria si ripete nelle date fisse e talvolta anche in altre circostanze, annotate fedelmente dal '500 dai Diari dei cerimonieri del Duomo.

Oltre alla festa principale del 19 settembre ebbe importanza la festa primaverile celebrata il sabato precedente la prima domenica di maggio per ricordare la traslazione delle reliquie da Montevergine.

Il sangue miracoloso assurse ad emblema e simbolo della protezione di san Gennaro su Napoli. Si creò un legame fra santo e città.

Il contenuto delle due ampolle, conservate in un'artistica doppia teca, rispettivamente di età angioina e di età barocca, appare ordinariamente come una massa solida di colore rosso scuro. Nella circostanza del "miracolo" il grumo si scioglie parzialmente o totalmente. In alcune occasione esso non si èverificato o ha accusato ritardi.

Il fenomeno, a detta di alcuni scienziati, "sfugge alle fondamentali leggi della fisica". Le analisi scientifiche finora eseguite hanno accertato la


antica stampa di san Gennaro
presenza del sangue (spettroscopia effettuata durante la fase della liquefazione il 26 settembre 1988).

Soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II la Chiesa di Napoli ha posto sempre più in primo piano il valore teologico e morale del martirio di san Gennaro, testimone fino all'effusione del sangue.
Il culto a san Gennaro, proclamato patrono di Napoli e della Campania, è assai sentito anche fuori d'Italia, specialmente nelle comunità di emigranti napoletani e meridionali.