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san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Nuovo Testamento
Lettera di Giacomo
 
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Introduzione
 


Giacomo il minore

La lettera di Giacomo fa parte del gruppo di sette lettere del Nuovo Testamento dette “Lettere Cattoliche”: oltre a quella di Giacomo, ne fanno parte la prima e la seconda lettera di Pietro; la prima, seconda e terza lettera di Giovanni e la lettera di Giuda Taddeo. Sono dette “cattoliche” in quanto esprimono la loro destinazione universale (cattolico significa appunto universale).

La lettera di Giacomo si può datare dopo il 60 d.C., scritta probabilmente da un giudeo convertito al Cristianesimo. La tradizione ha riconosciuto come autore Giacomo, parente di Gesù, che ha avuto un ruolo di rilievo nella prima comunità di Gerusalemme, ucciso dai giudei verso l’anno 62 d.C. La lettera si rivolge particolarmente ai cristiani convertiti dal giudaismo, dispersi nel mondo greco-romano, soprattutto in Siria e in Egitto.

Il contenuto della lettera ci dà un’idea di quella che era la catechesi nelle assemblee delle prime comunità, formate da cristiani provenienti dal giudaismo. Troviamo riflessioni sulla sopportazione delle prove, sull’origine della tentazione o sul controllo della lingua, sull’importanza della concordia e della misericordia, sull’efficacia della preghiera.

La sollecitudine verso i poveri, prediletti da Dio, che si ricollega alle beatitudini del Vangelo, è il primo di due argomenti principali della lettera. L’altro tema insiste sulla realizzazione di opere buone e mette in guardia da una fede sterile.

C’è un richiamo esplicito all’ascolto attento della Parola di Dio e a metterla in pratica; all’importanza della preghiera personale e comunitaria, per poter avere la forza di affrontare le difficoltà e prove della vita quotidiana.

Infine egli richiama la comunità ad avere una fede viva; e le opere sono la manifestazione concreta della propria fede. L’unione dei cristiani si manifesta concretamente nell’attenzione agli altri, specialmente i più poveri, nel parlare con amore verso tutti, eliminando ogni maldicenza, aiutandosi vicendevolmente in spirito di fiducia e di carità.