Anche noi bambini leggiamo il Vangelo
13 Dicembre 2009 -
Terza Domenica tempo di Avvento/C

parrocchia san gennaro all'olmo - napoli - se vuoi scriverci questo è l'indirizzo: mariano@psgna.org

Giovanni ci invita a preparare il nostro cuore ad accogliere Gesù.

Siamo nel tempo che ci prepara al Natale, il tempo dell’AVVENTO, che significa venuta.

Quindi: preparazione alla venuta del Signore, che nasce piccolo e povero a Betlemme e viene posto in una mangiatoia, dove si metteva il cibo per gli animali.

Ascoltiamo dal Vangelo di san Luca al capitolo 3, versetti da 10 a 18:

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Come prepararci ad accogliere Gesù?

Festeggiare? Aspettare i regali?

Queste cose ci fanno gioire, essere contenti. Ma è una gioia che dura poco. Pensate ai primi giorni di quando avete ricevuto un giocattolo. E poi dopo qualche mese o anche prima quel giocattolo sta abbandonato e non lo uso più.

Gesù ci vuole comunicare una gioia più grande, più profonda, che rimane nel tempo.

E che cosa dobbiamo fare? È la stessa domanda che tante persone rivolgono ad uno che è venuto poco prima di Gesù, Giovanni Battista:

Che cosa dobbiamo fare? E Giovanni risponde:

“Chi ha due tuniche cioè due vestiti, due maglioni, due camicie, ne dia a chi non ne ha”.

Cioè non pensare solo a te, ma a chi non ha niente e il giorno di Natale resta triste e solo.

E allora ognuno di noi può fare qualcosa, anche piccola, che può dare gioia a chi è triste.

Ognuno può procurare un panettoncino, un pandorino, dei cioccolatini e caramelle per fare un regalo il giorno di Natale a questi nostri amici poveri, poveri come Gesù che nasce povero.

Oppure portare una sciarpa, dei guanti, un cappello per ripararsi dal freddo.

Cioè: ognuno di noi può fare qualcosa che dà un po’ di gioia.

Ma poi Giovanni dice anche a noi di fare qualche altra cosa, che rende il nostro cuore più dolce e più caldo:

Non parlate con parole offensive, non comportatevi in maniera dura, antipatica verso gli altri.

Imparate sempre di più ad essere gentili con tutti: coi compagni, con i genitori. E anche con quelli che si comportano male.

Così ci vogliamo preparare con gioia alla festa della nascita di Gesù.

"Quanto però a quel giorno e a quell'ora nessuno lo sa".


Preghiera a Gesù

Gesù, io ti prego aiutaci a diventare più buoni gli uni verso gli altri.

E fa che non pensiamo solo a noi.

io ti pregoprego di darci amore, così potremo aiutare i poveri.