Quaresima 2001
 

Anziani
Quaresima 2001
Una giornata insieme

Lunedì 26 Febbraio abbiamo trascorso una giornata tutti insieme e siamo stati talmente bene che vogliamo raccontarvelo!

Il lunedì è il giorno del nostro incontro settimanale: ci vediamo per pregare e stare insieme. Davanti al tempo di una nuova Quaresima che ci porterà a celebrare un'altra Pasqua del Signore, abbiamo sentito il bisogno di trascorrere un'intera giornata insieme per prepararci a vivere bene questo tempo nuovo che viene.

 

La pioggia e il freddo non hanno di certo spento l'entusiasmo e così in 17 abbiamo raggiunto una delle zone più belle della nostra città dove delle Suore ci hanno ospitato in una bellissima villa.

Il luogo era effettivamente molto confortevole, al caldo e con una vista mozzafiato sul golfo di Napoli. Tutto ciò ha fatto da sfondo ad una giornata all'insegna della compagnia amorevole del Signore.

Stare insieme ci ha fatto innanzitutto conoscere meglio e abbiamo scoperto che le nostre età diverse possono farci parlare di quasi tutto il secolo appena trascorso - si va da chi è nato nel 1912 fino a salire man mano, fino al 1966 (qualcuno più giovane si è intrufolato tra di noi!).

 

All'inizio dell'incontro ci è stata fatta una domanda:
che ricordi avete della Quaresima, quando eravate giovani?

E così, andando indietro con la memoria, abbiamo cercato di ricordare come si trascorreva, in passato, la Quaresima.

Era vissuta come periodo di penitenza e di privazioni anche nel cibo.

Nei nostri quartieri - parliamo di Napoli - c'era un'usanza che ci piace ricordare: nella piazzetta o steso con una corda fra un palazzo e l'altro, si appendeva un pupazzo simboleggiante una vecchia signora magra, con una grossa patata su cui erano infisse delle penne di gallina. Era un modo per scandire il tempo che portava alla Pasqua: ogni settimana veniva tolta una di queste penne.

Questi segni, uniti a quelli del non mangiar carne e di digiunare durante il giorno, ci aiutavano a vivere il nostro tempo scandito dagli avvenimenti della vita del Signore.

Oggi, guardandoci intorno, vediamo che niente ci aiuta ad accorgerci che sta per venire una nuova Pasqua e a preparare il cuore a viverla.



Noi abbiamo voluto ritrovarci insieme per lasciare che il Signore con la sua Parola parlasse ai nostri cuori e ci indicasse il modo migliore per compiere questo viaggio.

Dai fatti della vita di oggi ci sentiamo spinti a vivere la nostra fede in modo sincero, semplice. Chi è anziano - se si mette davanti al Signore - scopre di avere una forza che viene da Lui e questa forza può essere messa a servizio degli altri. È la forza della preghiera, della intercessione per gli altri.

C'è uno sforzo da fare da parte nostra di aprirci ai bisogni e alle domande del mondo più vasto che ci circonda. E farcene carico presentando al Signore le nostre invocazioni insistenti.


Dal Vangelo di Luca cap.19, 1-10

Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città.
Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E` andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch`egli è figlio di Abramo; il Figlio dell`uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

L'incontro del mattino si è incentrato sulla figura di Zaccheo (Luca cap.19, 1-10).

È basso di statura e non riesce a vedere Gesù a causa della folla. Ma il suo desiderio di vedere il Signore è così forte che non si ferma di fronte alle difficoltà. Sale su un albero per poterlo vedere.

La bassa statura di Zaccheo ci fa pensare ai nostri limiti che ci impediscono di vedere il Signore.
Vivere rassegnati, pensando che il mio tempo va verso la fine, è un limite da superare.

La preoccupazione per la salute sempre più debole, i dispiaceri per le persone care che ci hanno lasciato, finiscono tante volte per bloccarci.

Per incontrare il Signore bisogna superare tutto questo, superare un modo rassegnato di credere, superare la sfiducia legata all'età.

Anche per noi, quindi, la Quaresima è un tempo di lavoro per la liberazione da questi limiti e per diventare più capaci di amare.

 

Il momento del pranzo insieme ha rafforzato la nostra comunione e la voglia di ritrovarci altre volte.

Infatti a tavola si è stati in grande allegria, si è scherzato, parlando e discutendo di mille cose.

È stata anche l'occasione per festeggiare il compleanno di uno di noi: la torta, le candeline, un piccolo regalo segno dell'affetto che ci lega.

 

La giornata si è conclusa pregando con parole semplici il Signore, per ringraziarlo di questa amicizia che nata fra di noi e per il tempo che trascorriamo insieme.

Gli abbiamo chiesto di aiutarci a vivere, in sua compagnia, questo tempo che ci porta alla Pasqua.

E davanti alla primavera che si avvicina già cominciamo a fare progetti per altri incontri, per altre giornate insieme.

Vi faremo sapere.