la preghiera
 

perché pregare? - come pregare?

Da qualche tempo abbiamo iniziato a vivere l'esperienza della preghiera comune. E pensiamo sia cosa utile farla conoscere.

In una società carica di immagini e di suoni, in cui c'è poco tempo per fermarsi a riflettere, lo spazio della preghiera è diventato per noi molto importante.

Certo, tutti noi avevamo esperienze precedenti di preghiera: la domenica a messa, quando c'è una festa religiosa, o nei momenti in cui ci succede qualcosa, specialmente in occasione di un lutto o di qualcosa di triste. È quasi un fatto naturale per l'uomo rivolgersi a Dio quando qualcosa va male.

In realtà desideriamo parlarvi di una esperienza un po' diversa.

Da qualche anno abbiamo cominciato a leggere il Vangelo insieme e a guardare e incontrare i poveri in un modo differente da prima.

Ma leggendo il Vangelo abbiamo trovato che molto spesso, anzi ogni giorno, Gesù si ritirava in disparte a pregare. E un giorno i suoi amici gli chiedono: insegna anche a noi a pregare.

Così è iniziata anche per noi l'esperienza della preghiera fatta insieme, durante la settimana, il mercoledì e il venerdì: un canto, un salmo, una pagina della Bibbia, una piccola riflessione, alcune intenzioni di preghiera, il Padre nostro e un canto alla conclusione.

Questi momenti, uniti a quelli della Liturgia domenicale, sono diventati i punti di riferimento, i pilastri della nostra settimana.

Dobbiamo dire che tutti noi, o quasi tutti, non sapevamo che cosa erano i salmi, non avevamo mai preso in mano la Bibbia, la domenica in chiesa le pagine della Bibbia proposte non erano seguite con molta attenzione (come forse capita anche ad altri).

È bello pensare - mentre cantiamo i salmi - che stiamo usando le stesse parole usate da Gesù, le parole dei salmi, di queste 150 preghiere che si trovano nella Bibbia e che costituiscono il libro dei Salmi.
Da questa preghiera comune è nato il desiderio di pregare personalmente a casa, ogni giorno, allo stesso modo, sentendoci uniti fra di noi, magari al termine della giornata e prima di andare a letto. Alcuni di noi scelgono i brani della Bibbia che si leggono in chiesa secondo il calendario liturgico.

Questa preghiera ci mette in comunicazione con la Chiesa in tutto il mondo, perché sappiamo che tanti altri, in quel giorno, leggono, meditano e pregano con le stesse parole: in America, in Africa, in Asia … dovunque ci sono dei cristiani che pregano.

Invitiamo chi legge queste pagine a provare questa esperienza, avere la costanza di ritagliare dalla propria giornata, fatta di mille impegni, un quarto d'ora per liberare la mente dalle cose di tutti i giorni e aprirsi a questo modo nuovo di parlare con il Signore attraverso le sue stesse parole, quelle della Bibbia.

Circa due anni fa, abbiamo avuto un incontro con delle suore un po' diverse dalle altre, le "piccole sorelle di Gesù", a Roma, che ci hanno raccontato la loro vita, le loro giornate, la loro preghiera.

Abbiamo condiviso con loro un momento serale di preghiera, fatto di letture e di silenzi, in cui si cerca di far fare silenzio nel proprio cuore al mondo rumoroso che ci circonda e che ci portiamo dentro. È stata un'esperienza forte, che molti di noi hanno ricordato e ricordano ancora volentieri.

Si può dire che la nostra voglia di pregare sia nata anche dalla conoscenza di queste donne che vivono nel mondo, lavorano tra la gente e si distinguono dagli altri solo perché a casa hanno una icona ed un altare davanti al quale si accoccolano per pregare, per restare un po' in silenzio per far parlare il Signore.

Vogliamo dirvi che è bello scoprire o riscoprire il gusto di pregare. Si arriva a comprendere che oltre a fare delle cose è necessario scoprire la forza della preghiera, specialmente quella fatta insieme, unendoti ad altri fratelli sparsi nel mondo e diventando un aiuto concreto per quelli per cui si prega.

A questo proposito un esempio vissuto in prima persona è stata la preghiera per alcuni condannati a morte, da cui è nata anche una raccolta di firme per l'abolizione della pena di morte.

Pensiamo a quando ci siamo riuniti in preghiera per Dobie Williams. Dobie era un condannato a morte negli Stati Uniti e la sua esecuzione era già stata rinviata.
Ci siamo riuniti a pregare, e come noi tanti altri amici in Italia e nel mondo. Abbiamo sentito che gli eravamo vicini in quel momento importante e tragico. Ma molto di più di noi lo ha sentito lui, così come egli stesso ha poi detto, poiché l'esecuzione è stata rinviata.

Alla seconda data fissata ci siamo riuniti di nuovo e stavolta l'esecuzione è avvenuta, ma poi abbiamo appreso da suor Helen, che lo ha accompagnato fino alla morte, che il sapere di tanta partecipazione ha dato a Dobie negli ultimi momenti una grande pace e tranquillità. Egli sapeva che noi gli eravamo vicini e che il Signore non l'avrebbe abbandonato.

In alcuni casi, come questo, noi abbiamo quasi la sensazione fisica di essere vicini a coloro per i quali preghiamo, perché siamo vicini al Signore.

Veramente è bello e dà gioia stare riuniti come fratelli, specialmente per la preghiera comune.
Certo, in ogni momento della nostra giornata possiamo pregare il Signore. Ma la preghiera comune dona un respiro largo e una ricchezza nuova alla nostra preghiera personale.

E la nostra preghiera del mercoledì e del venerdì nella chiesa di San Filippo, oltre che spazio della preghiera, è anche un momento per rivederci, salutarci, informarci di altri amici e - perché no? - anche una occasione per mangiare un pizza insieme.

Ed è esperienza comune di molti di noi sentire una grande nostalgia quando per altri impegni non si può essere presenti alla preghiera comune durante la settimana. Chi vi partecipa non vorrebbe mancare mai, per vivere con quella forza che ci viene data e con la serenità che si ritrova in quelle pause salutari lungo la settimana.

Potete capire che il momento più importante della nostra settimana e del nostro stare insieme è diventata la domenica. Nel giorno del Signore noi ricordiamo, seguendo esattamente quello che dice il Vangelo, tutta la vita di Gesù sulla terra, ed il momento della sua vita più importante: la resurrezione.

Ogni domenica quindi per noi è Pasqua.

Una unica grande celebrazione, come facciamo noi, nella chiesa parrocchiale, che riunisce tutti i membri della comunità, giovani, anziani, bambini, chiunque faccia parte di un gruppo, insieme a tutti quelli che si vogliono unire a noi.

E' un incontro nella casa del Signore, alla sua presenza, coronato da segni che varrebbe la pena conoscere e sottolineare bene: l'aspersione con l'acqua per indicare la purificazione del cuore soggetto a tanti inquinamenti, l'incenso al libro cioè la Bibbia da cui leggiamo i testi, lo stesso incenso con cui noi, dopo aver ascoltato, veniamo incensati.

Più volte il nostro parroco ci ha ricordato queste cose, importanti segni per far capire la bellezza del nostro stare insieme.

Al momento della preghiera dei fedeli ci fermiamo in silenzio. Nascono allora le nostre preghiere: per gli amici, i conoscenti, i lontani, i poveri, per la pace ed i terremotati. In pratica per tutti coloro sui quali il Vangelo ci apre gli occhi.

In quel momento tutto il mondo si fa vicino a noi e noi, se possibile, siamo prossimi a tutto il mondo. L'anziano che abita a pochi metri da noi, o quelli che sono stati colpiti dal terremoto in Salvador, in India; quelli che vivono senza pace nella terra di Gesù, la Palestina; o quelli che vivono in tanti paesi dell'Africa senza medicine, senza cure, in condizioni di grande povertà.

Nella preghiera, quindi, il mondo si fa piccolo piccolo, tutto racchiuso nelle mani del Signore.

In questo modo anche i nostri piccoli o grandi problemi assumono la dimensione giusta, non eccessivamente grande e certo non giganteggiano sui problemi di coloro che stanno peggio di noi.

La preghiera ci dà anche questa misura: noi rispetto agli altri, i miei guai rispetto a quelli degli altri.
E' una operazione di ridimensionamento che dobbiamo sempre fare, ma che la preghiera comunitaria, ed in particolare quella domenicale, ci costringe un po' di più a fare.

Nello scrivere queste cose vogliamo dirvi: non accontentatevi solamente di leggere queste parole.
È un'esperienza da fare personalmente, poiché nessuno può renderla viva solo raccontando, e nessuno può comprenderla solo ascoltando.