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"Aspettando la Pasqua...."
impariamo a diventare amici di chi è povero....
 

Al catechismo stiamo imparando che Gesù è amico di ognuno di noi, ma lo è in modo speciale di tutte le persone che sono povere e che sono sole.

Noi vogliamo comportarci come Gesù e per questo anche noi vogliamo prenderci cura delle persone più deboli.

Ci siamo chiesti: come fare?

Le noste catechiste ci hanno spiegato che vicino alla chiesa dove ci incontriamo per il catechismo e la liturgia domenicale, c'è un posto, sede della Comunità di sant'Egidio, dove più volte durante la settimana un gruppo di persone si riunisce per preparare dei pasti che vengono portati di sera alle persone che vivono per la strada. Sono circa mille i pasti preparati per loro ogni settimana.

E per poter preparare tanti pasti, è necessario coinvolgere molte persone. Così da poter raccogliere quello che è utile e necessario.

Ci siamo detti: Anche noi possiamo aiutare chi è più povero!.

Quindi con l'aiuto dei nostri genitori e dei nostri amici, in questo tempo di Quaresima, cioè i quaranta giorni che precedono la Pasqua, abbiamo raccolto delle cose: pasta, legumi, pomodori, biscotti, latte, succhi di frutta, formaggi e tonno.

La domenica giorno del nostro appuntamento con Gesù, alla liturgia domenicale, abbiamo portato in chiesa gli alimenti raccolti.

Questo per dire a Gesù, nostro amico, che noi vogliamo fare come Lui, vogliamo prenderci cura delle persone povere, quelli che Gesù chiama i miei fratelli più piccoli.

Martedì 12 aprile, con alcune mamme e con le nostre catechiste siamo andati in questo posto dove si preparano i pasti.

Appena arrivati, siamo stati accolti da Malane, che ci ha fatto visitare il luogo, ci ha spiegato come si preparano i pasti ma soprattutto come è importante che le cose vengano fatte insieme con l'aiuto di tante persone.

Infatti è come una grande catena, ognuno, come un anello fa qualcosa e insieme si possono aiutare tante persone.

Ci sono persone che regalano cose da mangiare, altri che le raccolgono, alcuni cucinano, altri che preparano i cestini e infine ci sono quelli che la sera distribuiscono la cena a tanti che vivono per la strada.

Questo succede tre volte a settimana: martedì, giovedì e venerdì, e quindi veramente è una catena che non si ferma perchè c'è bisogno dell'aiuto di tanti.

Abbiamo visto una grande stanza che funziona come dispensa. Qui si sistemano tutte le cose che si raccolgono.

La cena che si prepara è fatta da un primo piatto, di solito sono legumi: fagioli, o ceci, o lenticchie; poi un panino con secondo tipo formaggio, frittatina, wurstel e contorno di insalata o verdure cotte.

Poi frutta fresca o un succo di frutta e un dolce o una merendina.

Nel cestino si mettono le posate, delle salviettine per pulirsi le mani e dei tovaglioli.

Quando noi siamo arrivati, in cucina, c'erano delle persone che stavano cucinando una buona pasta con i fagioli e così anche noi abbiamo potuto aiutare chiudendo le vaschette.

E poi spostandoci in una stanza più grande, abbiamo preparato i panini con frittatina e insalata.

Li abbiamo poi avvolti nella carta stagnola e insieme alla frutta, alle posate, alle salviettine, ai tovaglioli e al dolce, abbiamo preparato il cestino attenti a non dimenticare nulla.

E' importante pensare alla persona che riceve il cestino.

Dimenticare di mettere le posate, per le persone che vivono per la strada, significa spesso non poter mangiare. Malane, ci ha presentato le persone che erano lì per preparare, altri papà e mamme che ogni settimana dedicano qualche ora del loro tempo a cucinare e a preparare per le persone che vivono per la strada.

Ci ha detto poi di altre persone che intorno alle ore 21 porteranno i cestini con i pasti in diverse zone della nostra città.

Ad esempio al Museo, alla stazione centrale, a piazza del Plebiscito, ai Campi Flegrei, al Molosiglio ed a Gianturco.

In tanti riceveranno un pasto. Ma nonostante sia importante il pasto per tanti che non hanno nulla, la cosa più

importante che queste persone ricevono è l'amicizia.

L'amicizia che nasce, prendendosi cura di loro. Sono diventati "gli amici di strada". Queste persone tante volte allontanate o trattate male, provenienti da Paesi Africani ma anche dell'Est Europeo o dall'America Latina, vengono chiamate per nome e salutate con affetto.

Ci si interessa ad ognuno, chiedendo se ci sono richieste particolari o problemi di salute o altre preoccupazioni. Questo, rende amici e avvicina sempre di più.

Chi è lontano da casa, chi è in difficoltà è rincuorato quando si sente voluto bene e sostenuto, quando non è lasciato da solo.

Infatti noi abbiamo anche conosciuto alcune delle loro storie e abbiamo capito che perdere il lavoro, o ammalarsi o la morte di una persona cara, può significare per una persona un fatto terribile che ti cambia tutta la vita.

Oppure scappare dalla propria terra per fuggire dalla guerra, dalla fame, lasciare tutto è una cosa brutta che loro non vorrebbero fare ma sono costretti nella speranza di un futuro migliore.

Per questo adesso sappiamo che quando incontriamo per strada qualche povero,dobbiamo aiutarlo.

Abbiamo chiesto poi alle nostre catechiste di poter ritornare in questo posto perchè anche noi bambini possiamo aiutare a preparare i cestini per i poveri che adesso come ci dice Gesù sono diventati anche i nostri amici.