Una buona notizia giunta da lontano
un ponte di amicizia per accorciare le distanze

Eravamo con il fiato sospeso quando ci è stato detto: c’è una sorpresa per voi!!!!

Che emozione, quanti pensieri: un regalo? una visita? un nuovo gioco?

È diventato più difficile quando ci è stata sventolata una busta

Cosa poteva mai contenere? Cosa stava succedendo?

Pochi interminabili secondi e abbiamo sentito che era proprio diretta a noi anzi in particolare ad uno di noi: Salvatore

A questo punto da dove viene? chi la manda? che cosa c’è in questa busta?

Il nome di una persona che al momento non ricordavamo aver sentito prima: Charles, un luogo di cui a scuola abbiamo qualche volta sentito parlare, lo Zambia, un paese dell’Africa, e precisamente un carcere dello Zambia.

Qui abbiamo iniziato a ricordare.

Il carcere è qualcosa di cui abbiamo altre volte parlato ed in particolare per la giornata del 10 ottobre abbiamo partecipato ad un’iniziativa contro la pena di morte.

Abbiamo disegna-to e mandato delle cartoline a delle persone che sono in carcere in particolare nel braccio della morte. Il braccio della morte è un posto dove purtroppo ci sono le persone che sono state condannate a morte.

Questa lettera veniva dunque dal carcere, era una risposta alla nostra cartolina.

E allora tutti in ascolto volevamo sapere cosa Charles ci aveva scritto.

Le prime parole sono state di ringraziamento per aver ricevuto la nostra cartolina. Certo per chi vive in carcere, per chi non può avere visite, ricevere anche solo poche righe è un grande conforto. E poi la gioia diventa ancora più grande se la lettera arriva da un altro Paese.

Ci ha raccontato poi di lui:è un papà di quattro figli, è abbastanza giovane, è in carcere già da alcuni anni.

Ci ha colpito la dolcezza delle sue parole. Non è triste, non è abbattuto, anzi è desideroso di sapere notizie di noi e di quello che succede nel mondo.

Ci ha chiesto di continuare a inviargli lettere, raccontando di noi; vuole diventare nostro amico.

Attraverso le sue parole abbiamo capito che ha tanta speranza per il futuro e questa speranza gli viene dalla preghiera e dal leggere ogni giorno la Bibbia.

Ci ha raccontato infatti che insieme ad altre persone che sono in carcere, pregano e riflettono su quello che leggono e si sforzano di migliorare i loro comportamenti.

Abbiamo capito che le persone anche se sbagliano possono essere aiutate e non debbono essere lasciate sole.

Per questo noi siamo contenti che Charles diventi nostro amico e, come lui ci ha chiesto, stiamo pregando per lui e per la sua famiglia.